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Fiera del bimbo, squallore a Parigi. Ma c’è chi dice no

Per il secondo anno consecutivo, con il silenzio complice del governo Macron, Parigi ospita “Désir d’enfant”, un vero e proprio mercato dei bambini. Ampia la promozione della maternità surrogata, vietata in Francia, e dell'eugenetica. Giuristi, associazioni cristiane e femministe protestano. Ma le istituzioni fanno finta di nulla.

Vita e bioetica 05_09_2021

Il mercato illegale di bambini e donne riapre a Parigi. Il governo e le istituzioni tacciono e acconsentono. Un silenzio complice contro il quale giuristi, associazioni cristiane e femministe si oppongono fermamente. In questi giorni, 4 e 5 settembre, si sta svolgendo la fiera “Désir d’enfant”, ovvero un vero e proprio mercato dei bambini da ‘farsi’ attraverso scelte mirate della qualità di sperma maschile e giovani madri surrogate.  Ancora una volta le aziende straniere della fecondazione artificiale sono a Parigi ad offrire i loro servizi alle coppie francesi.

È il secondo anno consecutivo della manifestazione fieristica. Un anno fa, lo stesso evento si era già tenuto a Parigi, nonostante le richieste e le proteste di divieto da parte di diverse organizzazioni pro life e pro family francesi, che ne denunciavano l’assoluta illegalità. Le associazioni, tra cui Juristes pour l’enfance, hanno presentato una nuova denuncia nei giorni scorsi, con allegati diversi rapporti degli ufficiali giudiziari a sostegno del loro esposto contro questo evento che promuove pratiche ancor oggi illegali in Francia, nonostante l’entrata in vigore della terribile “Legge sulla bioetica” voluta dal presidente Macron. Alla richiesta di un anno fa dei giuristi di un provvedimento sospensivo della fiera dei bambini - indirizzata al Comune di Parigi, alla Prefettura e la Tribunale ammnistrativo - non è ancora stata data risposta.

Alla fiera non si riuniscono associazioni politiche, culturali o lobbisti per scambiare idee sulla maternità surrogata, ma società commerciali che praticano il reato di intermediazione in vista appunto della Gpa (gestazione per altri, eufemismo per utero in affitto). Si chiede anche ai legislatori di colmare pericolose lacune legislative e del codice penale francese, introducendo più chiaramente sanzioni “per l’uso della Gpa (maternità surrogata)… ne sanzionino i promotori anche stranieri… i clienti francesi anche se si recano all’estero… vietino chiaramente l’acquisto e la vendita di un bambino”. A causa della sospetta lentezza con cui si stanno muovendo le autorità amministrative e giudiziarie, gli organizzatori hanno potuto organizzare impunemente la fiera di questi giorni.

Ma cosa c’è nel programma della Désir d’enfant? Non meno di otto conferenze sulla Gpa e altre sulla “donazione” di ovociti, quasi sempre una vendita o un acquisto, tutte accompagnate da “opzioni”, come la selezione del sesso del futuro bambino, il possibile Qi (quoziente intellettivo) etc…Tutto ciò in barba non solo a tutti i principi sbandierati più volte da comitati etici francesi, ma anche a quella linea rossa tracciata dal governo e dal parlamento contro la maternità surrogata nella Legge sulla bioetica. Ebbene, la fiera di questi giorni, come lo scorso anno, supera quel limite insuperabile del divieto alla maternità surrogata.

In Francia, la Gpa è vietata e già nel 1991, lo ricorda in un puntualissimo articolo Le Figaro, una decisione della Corte di Cassazione aveva stabilito l’indisponibilità del corpo umano; poi l’articolo 16.7 della legge sulla bioetica del 29 luglio 1994 ha stabilito che “qualsiasi accordo riguardante la procreazione o la gestazione per conto terzi è nullo”. L’articolo 227-12 del Codice penale riserva a questo proposito un anno di prigione e una multa di 15.000 euro per qualsiasi intermediario che tenti di realizzare un profitto finanziario. Eppure, alla fiera, che termina oggi, gli ovociti di una studentessa di Harvard di media altezza si comprano per 50.000 dollari, contro i 6.000 dollari di quelli di una donna che non soddisfa i criteri di “fascia alta” dei clienti internazionali. Ma dagli Stati Uniti, dove il prezzo di una Gpa può raggiungere rapidamente i 170.000 dollari, viene anche un’altra offerta: paghi uno e prendi due. Infatti, negli Usa, più della metà di tutte le gravidanze da Gpa sono gemellari (due al prezzo di una), anche se ciò significa mettere a rischio le madri surrogate.

Per opporsi pubblicamente a questo sfacelo morale, la Manif pour tous francese ha organizzato ieri alle 14.30 una colorata e partecipata manifestazione di protesta davanti all’ingresso della fiera della vergogna, all’Espace Champerret di Parigi. Per l’occasione, sin dalle scorse settimane, sul sito web della Manif sono apparse le immagini delle brochure e diversi video,  girati in incognito alla fiera dello scorso anno, in cui si possono leggere e ascoltare chiaramente le offerte, i tipi di selezione e i costi dei bimbi prodotti e garantiti dalle varie società commerciali (59.000 euro per la selezione del sesso, 59.000 euro per una garanzia Vip, 90.000 euro per un bimbo in salute). La Manif pour tous chiede al governo che si prendano provvedimenti e si applichino le sanzioni per la violazione di quella “linea rossa”, cioè il divieto alla maternità surrogata e alla selezione eugenetica e commercializzazione degli esseri umani.

Nell’ampio schieramento che chiede al governo e alle istituzioni di far rispettare le leggi in vigore c’è anche la Coalizione internazionale di femministe e lesbiche, Ciams (cui aderisce l’Arcilesbica italiana), che “considera inaccettabile che le cliniche straniere siano autorizzate a promuovere la maternità surrogata in Francia, si oppone all’organizzazione di tali eventi in Francia e nel mese di agosto ha inviato lettere” a tutte le istituzioni competenti “per chiedere loro di vietare questo evento. Mai avuto risposta”.

L’Espace Champerret, nel cuore di Parigi, si è trasformato in una zona senza legge, dell’impunità biotecnologica e di un laissez faire ultraliberale che trasforma il corpo delle donne in un territorio su cui investire e il bambino nel frutto di un’eugenetica selvaggia. L’etica, oltre alla legge, è diventata un tic linguistico, in nome della “libertà di procreare” e dell'uguaglianza delle coppie. Macron trasforma la Francia nel far west della nuova schiavitù.