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BARBARIE EUROPEE

Dalla vendita di bimbi a Parigi al partito pedofilo olandese

In Francia si è svolta la prima fiera del bambino da fabbricare e compare con tanto di case di produzione che presentavano i risultati possibili (varietà di ovuli e gameti) e il grado di successo del prodotto, nonostante la legge vieti l'utero in affitto. In Olanda i pedofili si presentano ancora alle elezioni mentre la politica tace. E in Slovacchia i pro life vengono attaccati.

Attualità 17_09_2020

Una settimana intensa in tutta Europa, ma la grandeur francese supera tutti nella corsa verso la barbarie.

Sono trascorsi solo sette giorni dalla Fiera del “Désir d'Enfant (qui), ovvero una fiera del desiderio di (aver/comprare) bambini” di Parigi, svoltasi all’Espace Champerret il 5 e 6 Settembre scorsi. Penserete ad una esposizione dove si presentano tutine, carrozzine, dondoli e culle. No, a Parigi sette giorni orsono si è tenuta la prima fiera del bambino che si può comprare, con tanto di "case di produzione" che presentavano le loro fattrici (donne in età di riproduzione), risultati possibili (varietà di ovuli e gameti maschili) e grado di affidabilità e successo del prodotto finito: il bimbo. Da Canada, Usa, Ucraina, Spagna le case produttrici e gli esperti che hanno raccolto il maggior successo in questo mercato degli schiavi moderni, dove donne e bambini sono in vendita al miglior offerente.

Tutto l’orrendo Circo Barum è stato preparato da una massiccia campagna mass mediatica a favore della cosiddetta maternità surrogata, alla quale ha dato il suo contributo anche la televisione pubblica e che è stata denunciata alle autorità competenti, inclusa la magistratura più volte e da diverse organizzazioni sin dallo scorso 5 Agosto. La legge in vigore attuale infatti prevede sino a tre anni di prigione e 45mila euro di sanzione per chiunque promuova direttamente o indirettamente la maternità surrogata e la compravendita di bimbi.

A far detonare la polemica sulla gran parte della stampa francese è stata l’azione concertata delle Marianne del 6 settembre, un gruppo di ragazze affiliate alla ‘ManifPourTous’ di Ludovine de la Rochere che hanno inscenato una protesta all’entrata dei padiglioni della fiera (nella foto in alto). Scatenatatsi la polemica, le associazioni LGBTI francesi sono corse in aiuto degli organizzatori, ammettendo che quella fiera rispondeva proprio ai loro bisogni di scegliersi l’utero in affitto per aver un ‘figlio garantito, diversi commentatori hanno preferito insistere sulla opportunità di impiego (e businness) che il nuovo mercato avrebbe aperto per i giovani francesi.

Politica francese in silenzio, i voti sulla contestatissima Legge Bioetica dovrebbero riprendere a fine mese, si affilano le armi per la battaglia parlamentare, le prime interrogazioni parlamentari sono già stata discusse in Parlamento ed il Governo è stato messo in difficoltà da membri della opposizione. Nel frattempo, si prepara la mobilitazione di ManifPourTous e moltissima altre organizzazioni di diversa ispirazione religiosa ed ideologica, incluse le storiche femministe, per il prossimo 10 Ottobre, una protesta in 100 città della Francia per dire "NO" all’intera Legge voluta da Macron che non ha nulla di bioetico.

Se la Franci già si prepara a contendere alla Spagna ed all’Olanda la piazza europea della maternità surrogata e della produzione di figli, molto altro è accaduto negli altri paesi. In Olanda è stata celebrata la vittoria e quindi la leadership del Partito D66 della ‘catto’- comunista Sigrid Kaag, abortista e pro eutanasia di cui abbiamo parlato. Mala tempora currunt…negli stessi giorni l’Olanda ha alzato le proprie stime sui morti di eutanasia, nei prossimi otto anni arriveranno a contare il doppio degli attuali e saranno almeno 12.000. Ciò anche in previsione della proposta di legge proprio del partito D66 che chiede la "dolce morte" anche per coloro che non sono malati di nulla ma solo…stanchi di vivere. Gli olandesi non sono niente affatto sazi di orrore. Nei giorni in cui sono state promosse molte petizioni internazionali per fermare lo scempio (“Cuties”) trasmesso da Netflix che incita alla pedopornografia, il Partito Pedofilo (PNVD) che si propone di eliminare ogni limite di età per i rapporti sessuali e liberalizzare la detenzione e condivisione di materiali pedopornografici, ha ripresentato la documentazione ufficiale per potersi ripresentare alle prossime elezioni politiche del marzo 2021. La politica ufficiale è muta, i cittadini però hanno raccolto già 600 mila firme perché si bandisca definitivamente ogni simile tentativo.

Un’ennesimo scontro senza precedenti si sta combattendo tra Consiglio di Europa e Slovacchia proprio in questi giorni. La coalizione che ha stravinto le elezioni nel marzo scorso ha finalmente portato in discussione in Parlamento le modifiche promesse che restingono la legge dell’aborto e favoriscono maternità e famiglia. Ci sarebbe da esser felici ed invece una ennesima improvvida dichiarazione della Commissaria dei Diritti Umani del Consiglio Europeo, Dunja Mijatović si è scagliata con una violenza verbale inaudita contro il Parlamento democraticamente eletto dagli slovacchi. La minaccia è chiara e prende spunto dalla ignorante ed infondata petizione promossa da più di 100 organizzazioni abortiste europee (sempre le stesse e sempre dai medesimi benefattori lautamente sostenute). 

Se la Slovacchia procederà con la proposta pro life, rischia un conflitto con il Consiglio di Europa per violazione delle obbligazioni internazionali. Un Commissario Europeo ignorante ed inadatto: non esitono vincoli internazionali pro aborto, il Consiglio di Europa sostiene e rispetta lo Stato di Diritto e la Democrazia di tutti paesi, inclusa la Slovacchia. Copione già visto in Polonia la scorsa primavera: allora i polacchi sospesero la discussione che avrebbe fortemente limitato l’aborto, la Slovacchia non pare invece aver nessun intenzione di cedere nonostante le inscenate proteste di piazza. Il voto di ieri, 16 Settembre, ci dirà se la rivoluzione pro life e pro family è iniziata o se siamo tutti destinati alla barbarie che riemerge nei paesi della vecchia Europa.