Bibbia & love is love: e la suora "benedice" l'unione gay
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La vera notizia non è (solo) l'incoraggiamento della religiosa al cugino che si unisce con un uomo. Ma anche la rilettura di qualche passo biblico, tralasciandone altri, a suon di sentimentalismo. L'ondata arcobaleno che investe gli uomini di Chiesa è giunta alla fase "affettiva".
Marco Righi e Fabio Valentini si sono uniti civilmente sabato scorso presso la Sala Tricolore del comune di Reggio Emilia. Il Righi e il Valentini sono storici attivisti della sezione locale dell’Arcigay. A benedire l’unione civile è intervenuta, con un breve discorso, suor Angela di San Giovanni in Persiceto, cugina del Righi, nonché sua madrina di battesimo.
Le parole di Suor Angela: «Mi hanno chiesto di dire qualche parola, […] quindi mi sono ispirata alla Bibbia». La religiosa cita il libro di Tobia in cui si narra che quest’ultimo deve mandare il proprio figlio in una città lontana. Il padre gli procura un compagno di viaggio che poi si rivelerà essere un angelo mandato da Dio. Suor Angela cita testualmente un passo del libro di Tobia: «Figlio, prepara quanto occorre per il viaggio e parti con questo tuo fratello. Dio, che è nei cieli, vi conservi sani fin là, […] il vostro angelo vi accompagni e vi conduca a salvezza» (Tobia 1, 17).
Finita la citazione la religiosa continua: «Ecco oggi questi due fratelli iniziano un viaggio ed io come il vecchio Tobia auguro a loro di fare un viaggio insieme, senza mollarsi e di essere sostegno, conforto, aiuto, consolazione ma anche correzione uno per l’altro. E in un antico sapienziario c’è scritto “Meglio essere in due che uno solo, perché otterranno migliore compenso per la loro fatica. Infatti, se cadono, l’uno rialza l’altro” [Qoèlet 4, 10-9] E quindi con tutto il cuore vi auguro un buon viaggio insieme».
Il coming out della suora ormai non stupisce più. Se una conferenza episcopale come quella tedesca è aperta alle benedizioni gay, se da anni ci sono molte iniziative pastorali che benedicono l’omosessualità e la transessualità, se i documenti di preparazione del Sinodo attuale benedicono anche loro il mondo LGBT, come potremmo meravigliarci che una suora, legata affettivamente per motivi di parentela ad una persona omosessuale, non benedica con le sue parole l’unione civile tra quest’ultima e un’altra persona dello stesso sesso?
Le affermazioni di Suor Angela – in netto contrasto con la dottrina cattolica perché in netto contrasto con la Parola di Dio – confermano che siamo ormai entrati in una nuova fase del processo di acculturazione dell’ideologia LGBT nella massa. La fase affettiva. Dal rigetto spontaneo, immediato, quasi epidermico delle istanze gay e trans la massa ha poi accettato solo intellettivamente queste istanze, in un primo momento per non venire tacciata di oscurantismo – quindi sotto minaccia di essere discriminata – e in un secondo momento convintamente, ossia sposando i principi arcobaleno: inclusività, accettazione che ogni moto affettivo è buono, tutela delle minoranze, etc.
Dalla ragione poi siamo transitati al cuore. Oggi tra le persone il grosso ancora si attarda ad una condivisione dell’agenda LGBT per motivi puramente ideologici, ma inizia a spuntare una minoranza qualificata che fa proprie le battaglie del mondo gay e trans per motivi affettivi. È realmente felice quando due persone si uniscono civilmente, si rattrista e prova rabbia se qualcuno s’azzarda a criticare l’omosessualità, gioisce se un bambino nato da utero in affitto viene poi affidato ad una coppia gay, si sente orgogliosa se Tizio o Caia diventano governatore di regione, ministro, CEO di una grande impresa.
Gli uomini di Chiesa, si sa, sono sempre in ritardo nel recepire le dinamiche rivoluzionarie. Se il mondo ha perlopiù ormai accettato da tempo, dal punto di vista teorico, i principi dell’anticultura LGBT, ecco che la Chiesa, soprattutto con il sinodo attuale, sta cercando di recuperare il tempo perduto su questa tematica tramite una elaborazione teologica, sociologica, psicologica etc.
Ma sul lato affettivo può essere che gli uomini di Chiesa anticiperanno il mondo. Questo perché, così si ripete giustamente ma in modo strumentale, il cuore del messaggio evangelico è l’amore. Dai più, compresi uomini in talare e donne con velo, l’amore viene inteso solo sotto il profilo affettivo. Ecco allora privilegiare qualsiasi affetto e intenerirsi per qualsiasi affetto. Vedasi l’intervento di suor Angela che cita la Bibbia non per motivi teologici – al fine di trovare agganci scritturistici per giustificare l’omosessualità – ma per motivi affettivi. Vedasi la benedizione degli anelli di una coppia che si sposava civilmente da parte di un sacerdote, Don Vincenzo Barone. La suora e il prete hanno benedetto con le parole o con i gesti ciò di cui non si può dire bene non tanto per motivi ideologici, ma soprattutto per motivi sentimentali.
Il principio dell’amore evangelico permette di scavalcare di un solo colpo molti ostacoli posti dall’intelletto e così consente che l’ideologia imprima il suo calco prima nei cuori dei credenti e poi nelle loro teste. La dottrina LGBT in casa cattolica sta tentando di aggirare la ragione puntando direttamente ai sentimenti grazie alla snaturamento del concetto di amore evangelico. Questa è la suprema lex con la quale tutto deve essere interpretato, pure il libro di Tobia e quello di Qoèlet, e che consente di scartare altri passi della Bibbia ritenuti non misericordiosi come il seguente: «non devi giacere con un maschio come fai con una donna: è un abominio» (Lv 18, 22). L’idea allora si è fatta non solo costume, non solo narrazione, ma anche emozioni, affetti, passioni, suggestioni del cuore, sensazioni. Il lato emotivo allora segnerà forse la tappa conclusiva del processo di liquefazione arcobaleno della società perché avrà conquistato tutte le facoltà umane.
Dunque la strada sentimentale potrebbe essere la via maestra perché i costumi LGBT irrompano nella Chiesa. Suor Angela è convintamente felice della scelta del cugino Marco. E lo sarebbe stata ugualmente se il cugino avesse sposato una brava ragazza timorata di Dio. Love is love.
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