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ELEZIONI

Al voto tra 75 giorni: ecco per chi non voterò

"A titolo personale, vorrei comunicarti una mia prima dichiarazione relativa a chi certamente, in coscienza, non potrò votare: no a quanti hanno votato unioni civili, divorzio e eutanasia, soprattutto se cattolici".

Editoriali 22_12_2017

Caro direttore,

stando alle dichiarazioni del confuso mondo politico, pare che si voti, per il Parlamento nazionale, il 4 marzo 2018, cioè tra molto poco e precisamente tra 75 giorni. È già tempo, quindi, di farsi un’idea su come votare. A titolo assolutamente personale, vorrei comunicarti una mia prima dichiarazione di voto o, meglio, una dichiarazione relativa a chi certamente, in coscienza, non potrò votare, per i motivi che ora ti dico. Si tratta di un prima sorta di scrematura.

Tenendo conto di quanto avvenuto, in questa disgraziata e anomala legislatura (ben quattro premier non eletti dal popolo), in tema di famiglia e di tutela della vita, mi è abbastanza facile dichiarare per chi non voterò.

Non voterò, innanzi tutto, per il PD e per tutti i partiti e partitini della c.d. sinistra, per come hanno pervicacemnte voluto, contro ogni buon senso, leggi utili solo ad affermare una faziosa posizione ideologica, ma che non avevano alcun rapporto con il reale pensiero della stragrande maggioranza del popolo italiano. La legge sulle unioni civili, quella che ha accelerato in modo vergognoso l’iter per ottenere il divorzio, quella che ha impudentemente voluto, a tutti i costi, regolare anche la morte dei poveri cittadini italiani costituiscono una vera e propria offesa alla nostra storia ed alla nostra civiltà, che hanno profonde radici nell’esperienza cristiana.

E’ molto triste che sia stato proprio un politico cattolico, Renzi, a porsi a capo di questa battaglia contro il buon senso e contro la realtà. Del resto, non c’è da sorprendersi, visto che egli proviene da una cultura cattolica tutta e solo tesa ad annientare l’identità cristiano-cattolica, per farla disperdere in quello che il Vangelo definisce come “mondo”. Posso capire i politici di sinistra che vengono dall’esperienza marxista e leninista, ma è impossibile capire quelli che sono stati formati, e lo dichiarano apertamente, da una cultura cattolica. Ma qui si aprirebbe un altro tema, su cui magari ritornerò in altra occasione. È il tema a causa del quale, comunque, la CEI è intervenuta sulla legge circa il fine vita solo a posteriori. Ma il 4 marzo non devo votare dei vescovi.

Non potrò votare neppure per gli esponenti del M5Stelle, i quali, senza neppure dare una spiegazione da cui si potessero capire le ragioni, si sono supinamente accodati al volere delle sinistre, mettendo in luce, comunque, una precisa direzione ideologica, da cui spero che il popolo italiano prenda le distanze. È veramente assurdo che tale movimento possa costituire il primo partito in Italia, anche se la vera responsabilità è di tutti gli altri partiti.

Non potrò votare, ovunque si collochino, neppure per tutti coloro che, per le motivazioni più svariate, hanno finito con il votare a favore della legge Cirinnà, quando era chiaro, soprattutto in certi passaggi, che si poteva non farlo. Ognuno di noi può conoscere chi ha votato per tale legge e chi non lo ha fatto. Anch’io posso farlo e ne trarrò le conseguenze.

Se è chiaro per chi NON voterò, il problema si complica se devo pensare per chi voterò, posto che, comunque, andrò a votare (a Dio piacendo, naturalmente). Ho ancora 78 giorni per verificare e poi decidere. Certamente, la posizione dei singoli partiti e singoli politici circa i grandi temi della libertà, della famiglia, della vita, dell’educazione sarà il punto di riferimento per una decisione, che comunque dovrà votare per il meno peggio e non per il meglio che oggi, in politica, purtroppo non esiste.