Giornata per la Vita, un messaggio che indica Cristo
Ricco di spunti il messaggio della CEI per la 45^ Giornata per la Vita (5 febbraio), dal titolo «La morte non è mai una soluzione». Si smonta l’idea che aborto, eutanasia e suicidio assistito rispettino la vera libertà. Si centra il problema alla base della cultura della morte. E si indicano come risposte la retta ragione e Cristo crocifisso e risorto.
L'arcivescovo di Edimburgo: l'eutanasia mina il valore della vita
Mons. Leo Cushley interviene sui progetti di legge scozzesi in materia di suicidio assistito: l'esempio di altri Paesi dimostra che certe leggi plasmano una mentalità che considera il malato e l’anziano come un peso da togliere piuttosto che una persona da curare. Non è una scelta privata, poiché la sua diffusione spinge l’intera società a svalutare la dignità dei più fragili.
Suicidio assistito, la Puglia prova a portarsi avanti
Nel Consiglio regionale pugliese è in discussione una proposta di legge che traduce in norme la sentenza della Corte costituzionale che legittima il suicidio assistito. Ma la proposta, irricevibile dal punto di vista morale, lo è anche dal punto di vista giuridico, in quanto non è competenza delle regioni. E il timido intervento dei vescovi pugliesi non coglie nel segno.
Il suicidio di “Mario” e l’ordine naturale rovesciato
È morto “Mario”, ossia Federico Carboni, primo caso di suicidio assistito autorizzato in Italia. Una vicenda paradigmatica per vari aspetti, dal rovesciamento dell’ordine naturale stabilito da Dio alla strumentalizzazione della sofferenza per portare avanti processi rivoluzionari e iniqui. Mentre migliaia di famiglie continuano, nel silenzio, a prendersi cura dei loro cari.
Suicidio assistito sì o no? C’è un problema nella Cedu
Nel caso riguardante il medico danese Svend Lings, la Cedu ha giudicato legittimo il divieto al suicidio assistito, senza però considerarlo assoluto. Già nelle precedenti sentenze la medesima corte aveva desunto un diritto (seppur con limitazioni) all’aiuto al suicidio interpretando in modo arbitrario l’art. 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Ddl Bazoli, il progetto di una legge ingiusta
La giustizia o l’ingiustizia di una legge non si valuta sulla base della sua coerenza con pronunce della Corte Costituzionale. Né una legge è resa giusta dai suoi artifici linguistici, vedi le norme su aborto, Dat, fecondazione artificiale… Al di là dei proclami, il Ddl sul suicidio assistito autorizza l’aiuto statale ad un atto violento e malvagio. Va rigettato in toto.
Il Ddl Bazoli renderà le persone più fragili
Le Dat consentono già di interrompere qualsiasi trattamento terapeutico e di sostegno vitale, ma se il Ddl Bazoli verrà approvato si estenderà la possibilità del suicidio assistito a tante categorie ritenute “improduttive” e “costose”. Lo Stato, così, aiuterà i fragili a sentirsi più fragili. E il ruolo del medico ne uscirà ulteriormente stravolto.
L’inganno sui malati terminali e la burocrazia della morte
I fautori di eutanasia e suicidio assistito hanno sempre presentato casi in condizioni disperate, ma l’obiettivo - com’è evidente nel Ddl Bazoli - è quello di includere tantissime persone ben lontane dalla malattia terminale. La maggior parte degli anziani si trova nella condizione richiesta dal Ddl. E i protocolli e le procedure non danno alcuna garanzia.
Il suicidio semplificato dallo Stato ragioniere
Approvato ieri a Montecitorio il Ddl Bazoli, che ora passa al Senato. Un emendamento fa saltare la necessità del doppio certificato medico: ne basterà uno solo, diversamente che per l’invalidità civile... La morte, da materia giuridica penale-civile, è sempre più degradata a pratica amministrativa. Così anche l’iter suicidario viene snellito, alla faccia perfino della “libertà” informata.
- LA STANZA DELLA MORTE, di G. Rocchi
La stanza della morte, che pena per gli ospedali
Il testo Bazoli-Provenza prevede dei “requisiti” per le strutture che aiuteranno le persone a suicidarsi. Le attrezzature, i veleni, ecc., saranno pagati con le tasse di tutti. Entrerà a regime un sistema dove per lo Stato conterà solo che l’aspirante suicida sia “consapevole”, senza lasciare spazio ad affetti e alla speranza.
Dalla morte agli ospedali, il Ddl Bazoli stravolge tutto
Da ieri di nuovo alla Camera, il testo unico Bazoli equipara il suicidio assistito alla “morte naturale”. Non è vero che il Parlamento è vincolato alla sentenza della Consulta, né a fare una legge. Con la quale le cose peggiorerebbero, perché il suicidio diverrebbe un diritto e la missione degli ospedali ne uscirebbe (dopo l’aborto) ulteriormente stravolta.
“No al suicidio assistito, chi soffre va aiutato a vivere”
Sia nel testo sul suicidio assistito che nel referendum proposto dai Radicali ci sono trucchi linguistici dove «la sostanza non corrisponde alle definizioni». Il t.u. Bazoli «amplia le già ampie maglie della sentenza della Consulta» e «ridimensiona sempre di più le cure palliative», venendo meno a quell’aiuto e vicinanza che una società deve offrire a ogni malato. La Bussola intervista il giudice Alfredo Mantovano, curatore del libro «Eutanasia. Le ragioni del no»