Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Sant’Ignazio di Loyola a cura di Ermes Dovico

Editoriali


Alfie, per i cristiani è il tempo della responsabilità
DOPO LA MORTE

Alfie, per i cristiani è il tempo della responsabilità

Non si può piangere soltanto, su vicende come quella di Alfie. Si deve contestare questa disumanità, e per i cristiani significa una autentica esperienza di essere popolo di Dio. È la certezza di una esperienza di vita che è profonda e vera, e quindi deve essere comunicata a tutti.


Giudici contro la legge pur di uccidere Alfie
LINEE GUIDA

Giudici contro la legge pur di uccidere Alfie

Le linee guida del General Medical Council sul "miglior interesse" del paziente sono state contraddette da medici e giudici convinti che la morte del piccolo era la risposta alla sua vita. Inoltre, il documento specifica: «Non si dovrebbero formulare supposizioni ingiustificate in merito al superiore interesse di un bambino o di un giovane sulla base di fattori irrilevanti o discriminatori, come il loro comportamento, il loro aspetto o la loro disabilità».


Una morte che disorienta
ALFIE

Una morte che disorienta

La morte di Alfie disorienta perché non ci lascia nemmeno un minuto per piangere. Perché rovescia tutto il nostro modo di affrontare la vita. Perché non si riesce a pregare per lui. Pensare a lui, significa pensarlo nella gloria, mentre riposa sul seno della Vergine Maria, mentre si compiace del volto di Dio.


Chi non difende Alfie non sa che siamo in missione
UTILITA' O COMPITO?

Chi non difende Alfie non sa che siamo in missione

Chi pensa che Alfie non abbia una missione fa domande banali: «Può respirare autonomamente?»; «Sarà in grado di parlare o camminare?». Anche il sistema inglese fa di tutto per piegare la vita di Alfie al suo programma di godimento della vità, utilità e piacere. Poi ci sono i suoi genitori che credono che sia mandato a svegliare i loro cuori all’amore. Anche noi dobbiamo scegliere. 


La società che ha condannato a morte Alfie ha vita breve
DOTTRINA SOCIALE

La società che ha condannato a morte Alfie ha vita breve

Nel caso del piccolo Alfie, Il giudizio morale da darsi e il corretto comportamento da assumere erano chiari e privi di incertezze. Perciò è allarmante che non siano stati seguiti. La società che ha condannato a morte Alfie ha vita breve, bisogna continuare a preparare il futuro.


Le cortine fumogene di Zagrebelsky
IL COMMENTO

Le cortine fumogene di Zagrebelsky

Dice e non dice, ammette e smentisce. Su Alfie, l'ex giudice Cedu Vladimiro Zagrebelsky arriva a sposare la tesi dell'Alder Hey, pur pensando di fare un favore ad Alfie. 


Alfie, uno scontro fra antropologie
IL CASO EVANS

Alfie, uno scontro fra antropologie

Ormai la questione è aperta, la questione che San Giovanni Paolo II vide ed insegnò con grande chiarezza. Si confrontano due antropologie nel mondo: quella dell'uomo padrone di se stesso e quella dell'uomo aperto al Mistero.


Un macabro comitato di benvenuto
LA STAMPA CHE TIFA PER LA MORTE

Un macabro comitato di benvenuto

La squallida cerimonia di benvenuto al cittadino italiano Alfie Evans viene celebrata dall’immancabile Repubblica, con la trasversale compiacenza di molti altri maitre à penser del cattolicesimo convenzionale. Un pretesto per rinfacciare la mancata legge sullo ius soli e offendere l'esercito di Alfie come un'Armata Brancaleone. 


Alfie "scartato", la radice del male sta in Inghilterra
EUGENETICA

Alfie "scartato", la radice del male sta in Inghilterra

A proposito di sentenze sul caso Alfie, molti hanno rievocato le leggi naziste. Ma è una ricostruzione riduttiva, perché la vera origine sta nelle Società Eugenetiche che sono fiorite all'inizio del '900. E che sono tuttora ben attive. 


"Curare Alfie è faticoso, ma l'arroganza è satanica"
ALFIE EVANS

"Curare Alfie è faticoso, ma l'arroganza è satanica"

Si può faticare come medici, si può provare angoscia, ma l’arroganza davanti a questioni delicatissime, sul limite misterioso fra vita o morte, ha tutta l’aria di una mentalità priva di umiltà che si considera divina e onnisciente, motivo per cui mi sembra satanica. Ma satana non vince su Cristo. Ecco perché.


Il bullo in classe figlio della cappa statalista
SCUOLA

Il bullo in classe figlio della cappa statalista

Di fronte al caso dello studente di Lucca che ha preso a testate il professore, al di là delle banalità ministeriali, giova ricordare due cose. La prima: non tutti gli insegnanti preparati sulla materia sono adatti a insegnare. La seconda: anche questa violenza è figlia della logica statale, che non consente un'autonomia gestionale che servirebbe alla scuola statale per ripartire.


Mezzo secolo di conformismo alla rivoluzione sessuale
SESSANTOTTO

Mezzo secolo di conformismo alla rivoluzione sessuale

Una mostra a Milano e una a Reggio per celebrare il Sessantotto. E soprattutto il suo lascito principale, cioè la "rivoluzione", parola ormai abusata che di rivoluzionario non ha più nulla. Resta soprattutto la rivoluzione sessuale: la pillola, l'aborto, la separazione fra sesso e gender. E cosa resta? Tutto ormai è abituale, burocratizzato