USA: tra i candidati repubblicani tengono banco i temi etici
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Nel Partito Repubblicano parte la competizione per le presidenziali. Boom di visualizzazioni per l'intervista di Trump. Al centro aborto e transgender con differenze (più o meno ampie) rispetto al "cattolico devoto" Biden.
Il primo dibattito, sponsorizzato dalla rete televisiva Fox news, tenutosi al Milwaukee mercoledì sera, tra i politici del Partito Repubblicano che si sfidano per la candidatura alla presidenza del Paese, tutti presenti tranne Donald Trump, si è svolto in un clima di grande competizione e qualche differenza su tutela del concepito e indottrinamento LGBTI.
Al dibattito hanno partecipato l'ex vicepresidente Mike Pence, il governatore della Florida Ron DeSantis, il governatore del Nord Dakota Doug Burgum, l'ex governatore della Carolina del Sud Nikki Haley, l'ex governatore dell'Arkansas Asa Hutchinson, l'ex governatore del New Jersey Chris Christie, l'imprenditore e autore Vivek Ramaswamy e il senatore Tim Scott della Carolina del Sud.
L'ex presidente Donald Trump, invece di partecipare al dibattito ha preferito un'intervista all’opinionista Tucker Carlson che è stata visualizzata 90 milioni di volte in tre ore, secondo Twitter. Un successo, anche di contenuti, che conferma la popolarità di Donald Trump ed il suo consenso, nettamente superiore a qualunque altro candidato repubblicano, cresciuto grazie anche alle incriminazioni degli ultimi mesi.
Ebbene, sul piano degli equilibri interni al partito, la competizione è accesa e, alla domanda dei due conduttori della Fox, sull’eventuale sostegno alla candidatura di Trump nel caso uscisse vincitore dal voto delle primarie del prossimo anno (dal 15 gennaio all'11 giugno) e fosse però già stato condannato da uno dei tanti tribunali, sono stati solo quattro dei candidati repubblicani sul palco a dimostrare sostegno immediato – Ramaswamy, Haley, il senatore della Carolina del Sud Tim Scott e il governatore Doug Burgum – DeSantis si è guardato intorno prima di alzare la mano e gli altri due – Pence e Christie – li hanno seguiti, anche se Christie ha poi riabbassato la mano. Solo l'ex governatore dell'Arkansas Asa Hutchinson non l'ha alzata.
Non ci sono stati vincitori reali in questo primo confronto e gli stessi mass media vicini ai conservatori promuovono opinioni diverse con la Fox che dichiara vincitore un brillante Vivek Ramaswamy ed il Washington Examiner che parla invece di una vittoria di Ron De Santis. Sono due i temi sui quali vogliamo concentrarci: la tutela della vita del concepito e sull’indottrinamento LGBTI e la promozione transesgenderismo. Questi sono infatti i due capisaldi della politica promossa dal "cattolico devoto" Joe Biden negli ultimi anni, sui quali ha promesso maggior impegno se venisse rieletto nel 2024. Su politiche LGBTI e transgenderismo, attualissimo dopo che dai dati emersi in questi giorni, risulta triplicato il numero dei pazienti sottoposti interventi chirurgici di ri-assegnazione del genere sessuale, il Washington Examiner ha pubblicato una sintesi sugli impegni presi dai candidati. L’ex presidente Trump è contro «tutti i programmi che promuovono il concetto di transizione di sesso e di genere a qualsiasi età» ed ha un programma ampio contro ogni tipo di indottrinamento LGBTI.
Sulla stessa linea De Santis che già in Florida ha combattuto e vietato l’ideologia transgender ed LGBTI, anche il Senatore Scott, contrario la cambio di sesso per i minori e al fianco dei diritti educativi dei genitori, Haley e Ramaswamy che definisce le lobbies LGBTI «una tirannia della minoranza» e la sua diffusione un «contagio sociale». Pence ha chiesto una restrizione dei servizi militari alle persone transgender e un divieto federale sugli interventi medici per i bambini transgender, Asa Hutchinson ha firmato una legge che impedisce ai ragazzi di usare i bagni delle ragazze a scuola e vuole vietare gli interventi chirurgici ai bambini.
Il governatore Burgum ha firmato in Nord Dakota i divieti per gli interventi medici sui bambini transgender, per i bagni, per gli atleti transgender e per i pronomi preferiti, mentre Christie, fuori dal coro, si è espresso contro i divieti di mutilazione genitale e castrazione chimica per i bimbi e a favore delle politiche transgender in campo militare di Biden. Sulla tutela della vita del nascituro e i divieti all’aborto, argomenti sui quali tutto il mondo pro-life a stelle e strisce attendeva risposte chiare e programmi impegnativi, il dibattito è stato esaustivo, l’impegno già dimostrato e ribadito da Trump è dato per scontato. Le promesse fatte mercoledì da molti candidati di proteggere i nascituri non sono state all'altezza del divieto nazionale di aborto a 15 settimane che più della metà degli americani desidera.
DeSantis ha condannato le politiche radicali dei Democratici sull'aborto fino alla nascita, ma non si è impegnato a vietare l'aborto a livello federale, anche se ha approvato una legge sul battito cardiaco che impedisce effettivamente l'aborto oltre le sei settimane di gestazione. Ramaswamy non si è espresso sull'aborto durante il dibattito anche se nei giorni scorsi aveva dichiarato di essere «inequivocabilmente a favore della vita». Pence si è espresso a favore di una restrizione nazionale degli aborti oltre le 15 settimane di gestazione e criticato alcuni altri candidati che non sostengono un divieto nazionale.
Sulla stessa posizione di Mike Pence e anche Tim Scott e Asa Hutchinson che hanno confermato il sostegno alle restrizioni federali sull'aborto. Non così Nikki Haley dichiaratasi «smaccatamente a favore della vita», così come il governatore Doug Burgum, ma contrari alle restrizioni federali. Stessa posizione di Christie, contro i limiti ma anche molto defilato sulle sue intenzioni pro-life. Sul piano dei valori non negoziabili, identità maschile/femminile e diritti dei genitori, il candidato che dà migliore garanzie è Mike Pence, il peggiore Chris Christie.
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