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Telefonata Trump-Putin, i due leader negoziano in proprio

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Stati Uniti e Russia intendono giocare da soli la partita sullo scacchiere internazionale, Medio Oriente compreso. Con il plauso della Cina e l'irritazione dei vertici politici europei, deliberatamente esclusi dai colloqui di pace.

Esteri 14_02_2025
(AP Photo/Evan Vucci, File) associated Press / LaPresse Only italy and Spain

Una telefonata «lunga e altamente produttiva», a quanto pare molto cordiale e conclusasi con il reciproco invito a farsi visita. È iniziato con un’ora e mezzo di colloquio telefonico, positivo se si guarda alla possibile fine del conflitto in Ucraina, il negoziato tra USA e Russia che sembra riproporre una stagione in cui le due potenze gestiscono d’intesa e con reciproco interesse, le questioni internazionali, rinnovando le intese personali del primo mandato di Trump.

Il presidente USA ha rivelato che al centro della chiacchierata telefonica non c’era solo l’Ucraina ma anche la situazione in Medio Oriente, le questioni energetiche e valutarie, scenari in cui Trump, che aspira a passare alla Storia come "pacificatore", avrà bisogno di una buona intesa con Putin.
I due leader concordano sulla necessità di porre fine al conflitto. Putin ha sottolineato la necessità che vengano risolte le cause profonde della guerra, cioè le ragioni che hanno indotto Mosca ad attaccare l'Ucraina, mentre Trump avrebbe citato la battaglia comune combattuta dagli eserciti statunitense e sovietico nella Seconda Guerra Mondiale. Un richiamo storico che non rappresenta una bella notizia per l’Ucraina che vede in Stepan Bandera il padre della patria.

Sul piano politico il colloquio tra i due presidenti persegue almeno tre scopi strategici: dimostrare che le soluzioni spettano ai “grandi”, stabilire la suddivisione dei vantaggi acquisiti (anche in termini economici come dimostra la richiesta di Trump di ottenere risorse minerarie ucraine in cambio dei miliardi forniti a Kiev) e tagliare fuori tutti gli altri dai negoziati. 
Non è certo un caso che subito dopo la telefonata con Putin il portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, abbia tenuto a precisare che «nessuna nazione europea al momento è coinvolta nei colloqui di pace» sull’Ucraina.

Nessun dettaglio per ora sulla bozza di accordo che verrà discussa dagli staff dei due presidenti ma qualche elemento di fondo appare già chiaro. Il segretario alla Difesa, Pete Hegseth, ancor prima della telefonata tra Putin e Trump, ha definito l’ingresso dell’Ucraina nella NATO e il ritorno dei confini ucraini a prima del 2014 (cioè con Crimea e Donbass) «irrealistici».
Concetti ribaditi da Trump per il quale «l’adesione dell'Ucraina alla NATO non sarebbe utile».
Si tratta quindi del probabile preludio al riconoscimento della sovranità russa su diversi territori. Forse quelli oggi in mano alle truppe di Mosca pari al 19 per cento del territorio ucraino incluse parti della regione di Kharkiv, o forse sulle quattro regioni annesse da Mosca con i referendum 2022 (oltre alla Crimea, le regioni di Lugansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhia che i russi non controllano ancora del tutto con in aggiunta brandelli della regione di Kharkiv, che insieme rappresentano il 23% del territorio ucraino).

Se saranno queste le basi dei negoziati Putin potrà dichiarare di aver ottenuto quello che chiedeva: riconoscimenti territoriali, un’Ucraina neutrale e priva di armi offensive a lungo raggio mentre per la “denazificazione” dell’Ucraina occorrerà attendere gli sviluppi politici a Kiev dove gli Stati Uniti già premono per nuove elezioni.
«La precedente amministrazione statunitense riteneva che si dovesse fare tutto il possibile per far continuare la guerra. L'attuale amministrazione, a quanto ci risulta, è dell'idea che si debba fare tutto il possibile per fermare la guerra e far prevalere la pace. Siamo molto più vicini alla posizione dell'attuale amministrazione. Siamo aperti al dialogo», ha dichiarato Dimitri Peskov.

Il portavoce del Cremlino ha precisato che il disgelo tra America e Russia non sarà a scapito di Pechino. «La Cina è il nostro partner, è un Paese con cui abbiamo relazioni molto strette e multiformi. E noi, ovviamente, intendiamo svilupparle ulteriormente in ogni modo possibile, e valorizziamo molto le relazioni del nostro partenariato strategico privilegiato avanzato con la Repubblica Popolare Cinese», ha detto Peskov.
«La Cina è lieta di vedere che Russia e Stati Uniti hanno rafforzato i contatti e il dialogo su numerosi problemi internazionali», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri cinese Guo Jiakun.

A uscire sconfitta sarà quindi l’Ucraina di Zelensky che secondo Trump, che ha telefonato al presidente ucraino dopo aver parlato con Putin, ha accettato l’impostazione del negoziato.
Del resto cos’altro potrebbe fare? È alla testa di una nazione in ginocchio, con la popolazione in continuo calo (e in parte filo-russa), un consenso agli sgoccioli, un mandato presidenziale scaduto e un apparato militare prossimo al collasso.
In compenso l’Ucraina sopravviverà a una guerra devastante e verrà ricostruita e protetta dagli europei, unici veri sconfitti dai negoziati che si vanno configurando e costretti da Washington a spese militari folli nell’ambito della NATO che, come ha detto Hegseth, «ci aspettiamo continuerà a esistere per le generazioni a venire ma questo richiederà ai nostri alleati europei di scendere in campo e di assumersi le loro responsabilità».
Che UE e NATO escano sconfitte dalla guerra in Ucraina lo si evince dalle dichiarazioni di queste ore, in parte fuori dalla realtà e in parte illogiche, ma comprensibili se si valuta che i leader europei continuano a parlare di “vittoria ucraina” e di “pace giusta”.
Della pace in Ucraina si discuterà da oggi alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco dove Trump ha inviato il vicepresidente JD Vance e il segretario di Stato Marco Rubio: Rubio, insieme al direttore della CIA John Ratcliffe, al Consigliere per la Sicurezza Nazionale Michael Waltz e all'Ambasciatore e Inviato Speciale Steve Witkoff, guiderà i negoziati che Trump ha detto «sono certo avranno successo»,

In Europa in molti si trovano oggi spiazzati e traditi dalla svolta trumpiana. «Non ci sarà una pace giusta e duratura in Ucraina senza la partecipazione degli europei», ha dichiarato il ministro degli Esteri francese, Jean-Noel Barrot mentre In Germania e Spagna i ministri Annalena Baerbock e José Manuel Albares Bueno hanno chiarito che nessuna decisione sull'Ucraina può essere presa «senza l'Ucraina».
Il ministro della Difesa olandese, Ruben Brekelmans ha esortato i leader europei a «non farsi prendere dal panico» perché Trump non ha ancora annunciato i piani per l'Ucraina.
«È fondamentale ricordare che la Russia è l'aggressore in questa guerra e non può essere ricompensata per la sua aggressione», ha detto Paula Pinho, portavoce della Commissione Europea aggiungendo che non si deciderà «nulla sull'Ucraina senza che l'Ucraina sia seduta al tavolo e supporteremo Kiev per tutto il tempo necessario. Un cattivo accordo porterà solo ad altra guerra».

L'ex Alto rappresentante dell'Unione europea Josep Borrell ha affermato: «quello che credo abbia fatto Trump è iniziare a cedere tutto in cambio di niente, andando verso una negoziazione profondamente sbilanciata in cui non tiene conto del principale interessato, che è l'Ucraina, e dei suoi principali alleati, che siamo noi europei».
L’attuale Alto rappresentante, Kaja Kallas, ha invece detto che il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov «mi ha assicurato che gli ucraini sono fermi e non rinunceranno alla loro libertà e al loro territorio. Anche l'Europa resterà ferma e continuerà a sostenere l'Ucraina nella sua lotta».
Il cancelliere (dimissionario) tedesco Olaf Scholz respinge una "pace imposta" all'Ucraina. «Non è ancora chiaro a quali condizioni l'Ucraina sarà pronta ad accettare un accordo di pace», ha affermato.
Il ministro della Difesa britannico John Healey ha affermato che «non ci possono essere negoziati su questioni riguardanti l'Ucraina senza l'Ucraina. Gli ucraini stanno combattendo con coraggio. Il nostro compito come ministri della difesa qui alla NATO è quello di posizionarli nel modo migliore per garantire una pace duratura attraverso la forza»,
Più esplicito il ministro della Difesa della Lituania, Dovil Sakaliene: «Cedere all'illusione che il signor Trump e il signor Putin troveranno la soluzione per tutti noi, sarebbe una trappola mortale».
Per il ministro degli Esteri italiano Atonio Tajani, «è fondamentale che per l’Europa ci sia un ruolo non secondario. Ho sempre detto che non dobbiamo andare né da soli né gli americani da soli, siamo due facce della stessa medaglia».
Il ministro della Difesa svedese, Pal Jonson, invece non dispera circa l’inclusione di Kiev nella NATO: «Non credo che l'ingresso nell'Alleanza sia totalmente escluso per l'Ucraina».
Di fatto tutti gli esponenti citati sembrano rifiutare o non voler vedere ciò che Trump e Putin stanno preparando, a conferma della profonda inadeguatezza dei vertici politici europei.

Con il consueto linguaggio diplomatico, il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, ha spiegato le ragioni dell’esclusone dell’Europa dai colloqui. «La vecchia zitella frigida Europa è pazza di gelosia e rabbia. Non è stata avvisata della telefonata Putin-Trump e non è stata consultata sul suo contenuto o sulle dichiarazioni successive. Questo mostra il suo vero ruolo nel mondo. Non c'è da stupirsi, il tempo dell'Europa è passato. È debole, brutta e inutile», ha detto Medvedev.
Nonostante l’irritazione dei governi europei, Putin e Trump sembrano intenzionati a continuare a giocare da soli. «Hanno anche deciso di continuare ad avere contatti, che includono l'organizzazione di un incontro faccia a faccia», ha precisato il portavoce del Cremlino Dimitri Peskov. Un summit che secondo Trump potrebbe tenersi in Arabia Saudita.



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