Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Francesca Saverio Cabrini a cura di Ermes Dovico

Ddl bazoli

Suicidio assistito: sulla vita non si scende a compromessi
ddl bazoli

Suicidio assistito: sulla vita non si scende a compromessi

Il mantra è sempre quello: una legge sul fine vita si dovrà pur approvare, purché sia "equilibrata". Gli squilibri verranno da soli: è facile prevedere un boom di suicidi assistiti e una pressione sociale indiretta su malati e anziani che si sentiranno spinti a farsi "da parte". 


«Il Ddl Bazoli vuole introdurre la morte di Stato»
INTERVISTA / CAVALLO

«Il Ddl Bazoli vuole introdurre la morte di Stato»

Il Ddl sul suicidio assistito non vuole introdurre «un’assistenza dignitosa negli ultimi momenti di vita, ma la morte di Stato, cioè la possibilità che l’ordinamento eroghi, su richiesta, la morte». Ma così lo Stato lascia solo chi soffre, come mostra anche il non voler investire sulle cure palliative. La Bussola intervista l’avvocato Francesco Cavallo.


Ddl Bazoli, il progetto di una legge ingiusta
SUICIDIO ASSISTITO/6

Ddl Bazoli, il progetto di una legge ingiusta

La giustizia o l’ingiustizia di una legge non si valuta sulla base della sua coerenza con pronunce della Corte Costituzionale. Né una legge è resa giusta dai suoi artifici linguistici, vedi le norme su aborto, Dat, fecondazione artificiale… Al di là dei proclami, il Ddl sul suicidio assistito autorizza l’aiuto statale ad un atto violento e malvagio. Va rigettato in toto.


L’inganno sui malati terminali e la burocrazia della morte
SUICIDIO ASSISTITO/4

L’inganno sui malati terminali e la burocrazia della morte

I fautori di eutanasia e suicidio assistito hanno sempre presentato casi in condizioni disperate, ma l’obiettivo - com’è evidente nel Ddl Bazoli - è quello di includere tantissime persone ben lontane dalla malattia terminale. La maggior parte degli anziani si trova nella condizione richiesta dal Ddl. E i protocolli e le procedure non danno alcuna garanzia.


Il suicidio semplificato dallo Stato ragioniere
SÌ DELLA CAMERA AL DDL

Il suicidio semplificato dallo Stato ragioniere

Approvato ieri a Montecitorio il Ddl Bazoli, che ora passa al Senato. Un emendamento fa saltare la necessità del doppio certificato medico: ne basterà uno solo, diversamente che per l’invalidità civile... La morte, da materia giuridica penale-civile, è sempre più degradata a pratica amministrativa. Così anche l’iter suicidario viene snellito, alla faccia perfino della “libertà” informata.
- LA STANZA DELLA MORTE, di G. Rocchi


La stanza della morte, che pena per gli ospedali
SUICIDIO ASSISTITO/2

La stanza della morte, che pena per gli ospedali

Il testo Bazoli-Provenza prevede dei “requisiti” per le strutture che aiuteranno le persone a suicidarsi. Le attrezzature, i veleni, ecc., saranno pagati con le tasse di tutti. Entrerà a regime un sistema dove per lo Stato conterà solo che l’aspirante suicida sia “consapevole”, senza lasciare spazio ad affetti e alla speranza.


Dalla morte agli ospedali, il Ddl Bazoli stravolge tutto
SUICIDIO ASSISTITO/1

Dalla morte agli ospedali, il Ddl Bazoli stravolge tutto

Da ieri di nuovo alla Camera, il testo unico Bazoli equipara il suicidio assistito alla “morte naturale”. Non è vero che il Parlamento è vincolato alla sentenza della Consulta, né a fare una legge. Con la quale le cose peggiorerebbero, perché il suicidio diverrebbe un diritto e la missione degli ospedali ne uscirebbe (dopo l’aborto) ulteriormente stravolta.


“No al suicidio assistito, chi soffre va aiutato a vivere”
INTERVISTA / MANTOVANO

“No al suicidio assistito, chi soffre va aiutato a vivere”

Sia nel testo sul suicidio assistito che nel referendum proposto dai Radicali ci sono trucchi linguistici dove «la sostanza non corrisponde alle definizioni». Il t.u. Bazoli «amplia le già ampie maglie della sentenza della Consulta» e «ridimensiona sempre di più le cure palliative», venendo meno a quell’aiuto e vicinanza che una società deve offrire a ogni malato. La Bussola intervista il giudice Alfredo Mantovano, curatore del libro «Eutanasia. Le ragioni del no»