Gratta gratta, la Pav ritiene leciti eutanasia e suicidio assistito
La Pav di Paglia dà alle stampe il "Piccolo lessico del fine-vita" da cui emerge la sua linea di favore verso l’eutanasia e il suicidio assistito. Come? Legittimando le Dat e qualificando come giuridicamente legittima una condotta legata al suicidio assistito.
Boom di Dat, serve un rinnovato impegno per la vita
Secondo una rilevazione ancora in corso dell’Associazione Coscioni, nel 2023 si è registrato un +52,5% di Dat in 4.533 Comuni. Un aumento frutto della propaganda dei Radicali e che richiede un’adeguata risposta dei gruppi pro vita.
Sciopero della fame di Cospito, il Cnb in un vicolo cieco
Il Comitato Nazionale di Bioetica (CNB) risponde al quesito del Ministero sullo sciopero della fame di Cospito che vuole spingersi fino alla morte. Lo Stato o il medico ha il dovere di intervenire contravvenendo alle Dat? No, dal punto di vista giuridico, ma dal punto di vista morale le cose cambiano. Chi si astiene dall'impedire il suicidio di una persona, collabora alla sua morte.
La strategia che i pro-vita devono imparare dai radicali
I dati presentati dall’Associazione Luca Coscioni certificano il fallimento delle Dat. Ma i radicali, anziché arrendersi, rilanciano: non si accontentano della legge sull’eutanasia che c’è già, ma ne chiedono una ancora più estrema, puntando a scardinare l’art. 580 Cp. Una strategia, da anni, vincente. E da cui i pro-life del “non tocchiamo la 194” dovrebbero imparare.
Cocq, sponsor dell'eutanasia, non vuole più morire
"La strada per la liberazione inizia e, credetemi, sono felice”, aveva detto il 57enne francese Alain Cocq. Così, come abbiamo raccontato, l’uomo aveva fatto sapere al mondo che a causa della sua malattia si sarebbe lasciato morire di fame e di sete. Ma ora ha cambiato idea. Una vicenda che mostra tante verità nascoste dai promotori della morte.
Donazione del corpo, una legge “figlia” dell’eutanasia
Entrerà in vigore il 19 marzo la legge in materia di disposizione del proprio corpo post mortem a fini di ricerca. Primo problema: il criterio adottato è quello della «morte cerebrale», che però non coincide necessariamente con la morte. Secondo: non c’è garanzia che il consenso sia informato. Nel complesso, è una legge impregnata dello stesso spirito utilitarista delle Dat.
Eutanasia a Trieste, ecco dove porta la legge sulle Dat
Claudio de’ Manzano, 84 anni, rimane paralizzato alla parte destra e incapace di parlare. La figlia, divenuta amministratore di sostegno, chiede lo stop di alimentazione e idratazione, dicendo che il padre (senza Dat) avrebbe voluto così. I medici si oppongono, ma lei ottiene il trasferimento in una clinica dove il genitore muore di fame e di sete. Una deriva causata dalla legge 219.
L’Italia peggio della Francia. Qui Vincent sarebbe già morto
Se Vincent Lambert fosse stato un cittadino italiano quale sarebbe stata la sua sorte? A quest’ora sarebbe già all’altro mondo perché con la legge 219 sul “biotestamento”, la moglie Rachel, in assenza di Dat e in quanto rappresentante legale, avrebbe avuto potere di vita e di morte su di lui, senza nemmeno dover disturbare i giudici.
Il documento che asseconda la ratio eutanasica delle Dat
S'intitola Conoscere la legge n. 219/2017 ed è un documento che interpreta la legge sulle Dat, redatto da diversi ordini professionali del Lazio, insieme all'Aisla, l'Associazione Luca Coscioni e un ospedale dei Fatebenefratelli. Il testo si muove nel solco della ratio eutanasica della 219, senza cioè criticare la legge, a parte qualche eccezione marginale.
"Miglior interesse" di una disabile, Modena come Liverpool
Un giudice di Modena ha nominato tutore di una donna in stato di veglia aresponsiva il suo anziano padre, incaricato di ricostruire le volontà della figlia riguardo alle cure in simili circostanze. E la decisione dovrà essere presa "nel miglior interesse" della figlia. Che, grazie alla legge sulle Dat, potrebbe anche essere la morte.
- FINIREMO COME LA GRAN BRETAGNA, di Benedetta Frigerio
Cosa ha permesso la morte di Alfie? Italia, non sei lontana
Il governo italiano ha dato la cittadinanza ad Alfie Evans, per provare a sottrarlo alla legislazione inglese che ha messo a morte migliaia di disabili e anziani, ma l’anno scorso ha approvato la legge sulle Dat che normalizza l'omicidio per fame e per sete. Se non guardiamo veramente a quello che ha permesso la morte di Alfie, finiremo come la Gran Bretagna e vane saranno state le nostre proteste.
Mamma di 9 bimbi: «Anche mia figlia denutrita e disidratata»
Cosa succede se l’alimentazione e l’idratazione diventano accanimento terapeutico come ora prevede la legge italiana sulle Dat? Non succede solo quanto accaduto ad Alfie Evans. Dopo Katie Roy, un’altra mamma inglese, Mary O’Callaghan, ha deciso di raccontare la sua battaglia, «affinché mia figlia, Bonnie Rose, sia idratata e nutrita come le spetta».
CRESIMA DEL PAPA A BIMBA MALATA: «UN'EUCARESTIA VIVENTE» - Chiara Paolini