Le aziende pro pensiero unico? Boicottiamole
Molte grandi marche si fanno oggi veicolo del politicamente corretto, ultima la Gillette con lo spot in cui una donna "diventata" uomo impara a farsi la barba. C'è poi la Mercedes che mostra un padre vestito con un tulle azzurro, Gucci con i suoi abiti pro aborto, la Barilla che si piega al diktat Lgbt, eccetera. Come può rispondere un cristiano nel suo piccolo? Comprando altre marche.
Metodo Barilla e rivoluzione gay, ora è un case history...
Un approfondimento dell’influente settimanale Bloomberg Businessweek ripercorre le tappe dell’inversione a U della Barilla, dopo le parole del 2013 sulla famiglia che costarono al suo presidente l’accusa di “omofobia”. In pratica, la Bloomberg presenta la svolta Lgbt dell’azienda come un modello da imitare. E l’amministratore delegato Colzani fa capire che l'opera di rieducazione è solo agli inizi, attribuendo il “ritardo” dell’Italia sull’agenda gay alla fede cattolica.
E Barilla annuncia la sua adesione al club Lgbt dell'Onu
Nel 2013 Guido Barilla, presidente dell’azienda omonima disse che l'immagine del suo brand mal si conciliava con gli Lgbt. E da allora non ha più finito di chiedere scusa, aderendo fino in fondo a una campagna di rieducazione aziendale. A Davos, ieri, ha annunciato l'adesione agli Standards of Conduct for Business dell'Onu.