Le aziende pro pensiero unico? Boicottiamole
Molte grandi marche si fanno oggi veicolo del politicamente corretto, ultima la Gillette con lo spot in cui una donna "diventata" uomo impara a farsi la barba. C'è poi la Mercedes che mostra un padre vestito con un tulle azzurro, Gucci con i suoi abiti pro aborto, la Barilla che si piega al diktat Lgbt, eccetera. Come può rispondere un cristiano nel suo piccolo? Comprando altre marche.
Caro direttore,
vedo che anche alcune grandi espressioni del mondo economico si stanno facendo sedurre dal “pensiero unico” imposto dal “politicamente corretto”. Lo si nota dal modo sempre più trasgressivo con il quale certe potenti imprese si rivolgono al pubblico attraverso gli spot pubblicitari. I due più recenti episodi riguardano la Gillette e la Mercedes.
La famosa impresa che produce lame da barba e il cui slogan era, se ricordo bene, “il meglio di un uomo” (anche questo slogan non mi piaceva, perché il meglio per e dell’uomo è ben altro), ha fatto trasmettere in TV uno spot pubblicitario nel quale si vede un giovane che sta imparando a farsi la barba, perché prima era donna e ora è "diventato" uomo. Siccome è un po’ imbranato, viene aiutato dal padre a imparare il nuovo corso, naturalmente usando le lame Gillette. Mi chiedo quale sia lo scopo di un tale spot, visto che riguarda una piccolissima percentuale dei possibili clienti di tale marca di lamette. Evidentemente, ha l’unico scopo di farsi tramite dell’espansione di una cultura che non ha niente a che fare con l’oggetto prodotto, ma ha a che fare con un'ideologia che vuole diventare egemone nel mondo intero, cercando di scombussolare il pensiero dell’uomo comune.
Tanti dicono che contro questo andazzo non ci sia più nulla da fare, perché sarebbe già egemone in modo irrimediabile. Io non lo credo, perché un IO forte e munito di un criterio certo di vita (cristiana) può, nel suo piccolo, resistere contro tale ideologia. In questo senso, mi torna in mente l’immagine di quel giovane cinese che, da solo e disarmato, riuscì a interrompere il cammino di un potente carro armato del dittatoriale potere cinese. Anche se non è giusto paragonare un gesto eroico come quello del giovane cinese (che probabilmente pagò con la vita il suo gesto coraggioso), penso che noi, poveri e deboli consumatori, possiamo reagire all’arroganza ideologica di Gillette, semplicemente non comprando più le lame Gillette.
Loro hanno voluto liberamente sfidarci? Ok. Noi possiamo liberamente comprare le lame di un'altra marca, non compromessa con il pensiero unico, invece che le Gillette. Questi sono dei giganti e probabilmente non gli faremo neppure il solletico. Ma se tanti IO si mettono insieme e attuano una decisione di questo tipo, penso che, a lungo andare, la Gillette dovrà fare marcia indietro. Basta dunque con le Gillette.
Ma basta anche rivolgersi a certi prodotti che, almeno per me, sono impensabili, data la mia attuale situazione economica, ma che mi sembra giusto segnalare. Durante le sue sfilate, Gucci ha appiccicato a certi vestiti slogan a favore dell’aborto. La Mercedes ha autorizzato una pubblicità nella quale si vede un bambino che viene accompagnato a scuola dal padre vestito con un tulle azzurro. Che bisogno ha una azienda “seria” come la Mercedes di mettere in circolazione uno spot che, tra l’altro, rischia il ridicolo?
Prima dei casi appena indicati, avevamo visto la Barilla prostrarsi davanti al mondo Lgbt per rimediare alle dichiarazioni pro family di un suo alto dirigente (da parta mia, ho avuto modo di verificare che in Italia vengono prodotte paste molto migliori della Barilla); avevamo visto la Kellogg’s esultare quando la Corte Suprema aveva aperto alle nozze gay in tutti gli Stati Uniti; avevamo visto l’Ikea prodursi in pubblicità assolutamente fuori luogo.
Sarebbe bene far capire a lorsignori che i consumatori hanno una testa pensante, che sa guardare non solo alla qualità dei prodotti, ma anche alla loro rappresentazione ideale. Basta con tutti questi prodotti!
Potrebbe sembrare che tutto quanto fin qui scritto riguardi un settore molto specifico e parziale della realtà. Non penso che sia così. Tutto ciò sta avvenendo all’interno di un contesto globale che intende sovvertire l’antropologia voluta da chi ci ha creato. Penso che vi sia un attacco ideologico e legislativo tendente ad addormentare il pensiero dell’uomo, con la predicazione di criteri distorti, a cui ogni libertà dovrebbe sottomettersi. Noi, con la nostra libertà, dobbiamo resistere e ribellarci. E metterci insieme per questo.