Sorondo, il simbolo della confusione nella Chiesa
Difende a spada tratta la comunione al presidente argentino, abortista e convivente; e difende le offese a Trump durante un convegno da lui organizzato. Sono solo gli ultimi misfatti di monsignor Marcelo Sanchez Sorondo, argentino, cancelliere delle Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze sociali. Gli ultimi di una lunga serie.
Incompetenza, pressapochismo, disprezzo dei fedeli cattolici, arroganza, ideologia, camaleontismo. C’è un personaggio in Vaticano che riassume tutte queste caratteristiche, ormai tipiche di una certa Chiesa che ama definirsi “in uscita”. Ma mentre in altri si trovano uno o qualcuno di questi tratti, in lui si trovano tutti. Stiamo parlando del vescovo argentino Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere delle Pontificie accademie delle Scienze e delle Scienze sociali, incarico che tiene ormai dal lontano 1998.
Lui, che già insegnava filosofia alla Pontificia Università Lateranense, fu nominato per quell’incarico da san Giovanni Paolo II. Una scelta sbagliata si potrebbe dire col senno del poi, ma c’è il fatto che fino a pochi anni fa non si era fatto particolarmente notare né in bene né in male; e in ogni caso era lontano dai centri decisionali. Come accaduto a tanti altri personaggi che bazzicano in Vaticano, si è però completamente trasformato durante questo pontificato, è diventato un vero e proprio attivista politico, mondialista e socialista.
E ha trasformato le Pontificie accademie che dirige: da rispettabili organismi accademici chiamati a discutere e approfondire materie di attualità sia scientifiche che sociali, per dare elementi utili di conoscenza ai pontefici, sono diventate il braccio (scientificamente) armato di una spinta globalista ed ecologista che origina certamente in Santa Marta, ma che a sua volta trascina Santa Marta. E che sia diventato un pilastro fondamentale del Nuovo Ordine Vaticano lo dimostra il fatto che stia ancora lì sebbene abbia già superato sia l’età della pensione (75 anni) sia quella della proroga che in alcuni casi viene concessa dal Papa (ulteriori due anni).
Così in Vaticano sono diventati di casa personaggi che rappresentano quel pensiero anti-umano e anti-cristiano che guida le agenzie dell’Onu, e che san Giovanni Paolo II tanto aveva combattuto con tutte le sue forze. Ecologisti catastrofisti, come John Schellnhuber, ed economisti neo-malthusiani come Jeffrey Sachs, dettano ormai la linea e si è perfino dovuto assistere in Vaticano alla “dotta” lezione di Paul Ehrlich, il biologo ambientalista noto soprattutto per “Population Bomb” (la bomba demografica), il libro uscito nel 1968 che tanto ha influenzato le politiche anti-nataliste nei paesi poveri dei decenni successivi.
Sorondo è il Gran Maestro di questa combriccola, convinto (o perlomeno dice di esserlo) di aver portato l’Onu sulle posizioni della Chiesa quando è evidente il contrario. Si sente talmente potente e protetto da poter fare liberamente affermazioni calunniose – più volte ha detto che chiunque è scettico sulla teoria del riscaldamento globale antropico è sul libro paga delle compagnie petrolifere – o sparare fesserie che ridicolizzano l’intera Chiesa cattolica e offendono le vittime della persecuzione (si ricorderà quando recentemente ha affermato che la Cina è il paese che meglio realizza la Dottrina sociale cattolica).
Nella settimana appena passata ha però superato ogni limite alla decenza con due episodi che hanno suscitato reazioni e scandalo. Uno riguarda l’ennesimo convegno organizzato da monsignor Sorondo, questa volta sulle “Nuove forme di solidarietà – Verso l’inclusione fraterna, l’integrazione e l’innovazione”. Si è svolto il 5 febbraio e tra i relatori principali c’era ancora una volta Jeffrey Sachs, il quale nel suo intervento si è lasciato andare a una lunga tirata contro il presidente americano Donald Trump, descritto come un pericolo mortale per il mondo, peggio ancora se vincerà le elezioni del prossimo novembre. A parte l’opportunità che le Conferenze in Vaticano possano diventare tribune elettorali, ciò che è sconvolgente è vedere monsignor Sorondo accanto a Sachs che ride divertito agli insulti del relatore e addirittura applaude (da solo) in un passaggio particolarmente offensivo, come si può vedere nel video (qui).
Ovviamente si possono avere opinioni diverse sull’amministrazione Trump, ma che la Santa Sede venga coinvolta in una battaglia politica del genere è assolutamente inconcepibile: tanto più che si schiera a favore di un teorico del controllo delle nascite (e pro-aborto) contro il primo presidente statunitense che partecipa a una Marcia per la Vita e che del diritto alla vita si è dimostrato paladino.
Ancora più grave l’altro episodio, ovvero la messa celebrata in Vaticano per il presidente argentino Alberto Fernandez e la sua convivente Fabiola Yanez, nel corso della quale i due si sono comunicati. Lo scandalo, di cui abbiamo già parlato, sta nel fatto che il presidente è divorziato e convive con la Yanez e soprattutto, come capo del governo, è intenzionato a far passare una legge in favore dell’aborto, anzi è una delle priorità del suo mandato. Fernandez a Roma ha incontrato il Papa e il segretario di Stato cardinale Pietro Parolin, e della questione aborto ha parlato solo con il secondo, senza peraltro ricevere alcuna pressione particolare. Il video della comunione ha ovviamente fatto il giro del mondo offrendo l’immagine di una Chiesa che “svende” ciò che costituisce il fondamento della nostra fede. Peraltro a coronamento di una messa dal chiaro sapore politico peronista.
La questione è però ulteriormente aggravata dalle dichiarazioni in proposito che lo stesso monsignor Sorondo ha rilasciato alla corrispondente di LifeSiteNews, Diane Montagna, che lo ha incalzato proprio su questo. Sorondo ha liberamente interpretato il Codice di Diritto canonico affermando che un sacerdote è obbligato a dare la comunione a chi la chiede, a meno che non sia scomunicato, dimenticando che lo stesso articolo del codice (915) si riferisce anche a coloro che «ostinatamente perseverano in peccato grave manifesto». Ha poi disinvoltamente attribuito all’allora cardinale Joseph Ratzinger la volontà di non proibire la comunione ai politici che promuovono attivamente l’aborto in una lettera ai vescovi americani (e Diane Montagna dimostra la falsità dell’affermazione). Infine ha interpretato a suo piacimento San Paolo facendone il campione della libera coscienza. Il tutto con la solita arroganza che lo contraddistingue.
Se questo per la Chiesa è un periodo di confusione – come disse chiaramente il cardinale Carlo Caffarra – monsignor Sorondo ne è certamente il profeta.