Single fa figli con l'eterologa ma ora sta per morire
Samantha è una 46enne inglese che dopo la morte dei genitori desiderava una famiglia sua. Ma il partner non si trovava e così dopo essersi sottoposta ai trattamenti per la fecondazione eterologa si è ammalata di tumore al pancreas e ora sta per lasciare orfani due bimbi che oltre al padre anonimo perderanno anche la madre, svelando così l'inganno di una tecnica che violentando la natura non può rispondere al desiderio umano di amore eterno.
La storia di Samantha McConnell è solo una delle tante che però sottolinea con particolare evidenza cosa significa che se Dio perdona sempre la natura non può farlo. Samantha è infatti una 46enne inglese che dopo essersi sottoposta a trattamenti invasivi e prolungati per la fecondazione eterologa, usando lo sperma di un anonimo, si è ammalata di tumore al pancreas e sta per lasciare orfani due bambini che oltre al padre, sconosciuto, ora perderanno anche la madre.
Ovviamente la vicenda viene presentata come un esempio, dato che McConnell, da quando aveva deciso di diventare mamma viveva alla giornata, coglieva l’attimo, come diceva il professor Keating nel film “L’attimo fuggente”, «carpe diem» perché «il fiore che sboccia domani appassirà», ripetevano i suoi alunni. Perciò, dopo che era nato anche il secondo figlio, Rory, precedentemente congelato insieme ad altri cinque embrioni, e lei aveva ormai compiuto 43 anni, si era licenziata dal suo lavoro. Grace era invece nata quando McConnell aveva 41 anni. I trattamenti però erano cominciati molto prima, dato che la donna si era decisa a fare la “ragazza madre” all’età di 34/35 anni. Il che significa che il processo di fecondazione assistita, con tutti i suoi effetti sulla salute, è durato circa 8 anni.
Non si saprà mai con certezza se la malattia è in qualche modo legata alle tecniche della fecondazione artificiale, ma sicuramente non si possono dimenticare le testimonianze di chi ha sviluppato un tumore dopo tali percorsi. Basti pensare a Brittany Maynard, che prima di diventare una paladina dell’eutanasia legale aveva venduto diverse volte i suoi ovuli, o ai danni subiti da tante altre donne. Da ultima una inglese in aprile ha parlato della sua esperienza insieme alla consulente del San George's Hospital di London, Geeta Nargund, che alla Royal College of Obstetricians and Gynecologists ha ricordato, insieme ad altri professionisti, le donne sottoposte a fecondazione in vitro ricoverate in ospedale, la sindrome da iperstimolazione ovarica e i tumori successivi ai trattamenti di Pma.
Per McConnell era tutto cominciato precisamente quando non riuscendo a trovare un partner con cui costruire una famiglia aveva scelto di rispondere comunque al suo desiderio attraverso la tecnica. Decidendo, una volta avuti i figli, di licenziarsi perché avendo servito per 20 anni la Royal Air Force dell’esercito inglese sapeva di avere diritto a 12 mila sterline di pensione annua. L’idea di diventare madre le era paradossalmente balenata dopo la morte dei genitori e dopo aver visto diversi colleghi perdere la vita in missione, finché si era convinta ad intraprendere il percorso della fecondazione eterologa attraverso una banca di sperma europea dove l’anonimato non era garantito: «La banca - ha chiarito McConnell al Daily Mail - rilasciava la sua foto (del padre, ndr) e una registrazione della sua voce che avevo tenuto per i miei bambini».
Ma quei bambini proprio non arrivavano e siccome «non avevo paura di avere figli senza un padre», perché si sa, basta dirsi che «meglio senza padre che con un padre cattivo», dopo tre tentativi falliti si era rivolta ad un’altra banca del seme che, anziché iniettare lo sperma in corpo, produceva embrioni in laboratorio per la cifra di 15 mila sterline a impianto. Il costo di entrambi i suoi figli, che pur venuti alla luce in momenti diversi in realtà hanno la stessa età. Ma nemmeno questo l’aveva turbata, anzi «mi sentivo doppiamente benedetta avendo concepito nello stesso momento, loro sono gemelli anche se sono nati con alcuni anni di differenza».
Il 5 settembre scorso però McConnell si è alzata con diversi dolori e in poco tempo è arrivata una diagnosi nefasta di cancro incurabile al pancreas e di poche settimane di vita. A quel punto non solo la risposta innaturale al suo sogno le si è rivoltata contro con la notizia del cancro («devastata mi sono chiesta se avessi davvero capito bene»), ma ha colpito anche i suoi figli, già feriti dall’assenza della figura paterna e da un concepimento che ne ha mercificato la nascita. «Grace cominciò a piangere e mi chiese: “Significa che morirai mamma? Ho detto di sì e che dopo la mia morte sarebbe andata a Londra a vivere con sua zia e suo zio». Ovviamente la bambina non si è consolata, così «ho detto a Grace che sarei stata per sempre intorno a lei e che quando avrebbe pensato a me avrei pensato a lei», non perché la donna sia credente ma perché «sono spirituale». Il dramma è poi incrementato quando McConnell ha scoperto che i figli non potranno ricevere la sua pensione per cui ha dovuto ammettere che «se avessi un marito la riceverebbe e potrebbe provvedere ai miei figli».
La donna, non credendo appunto nella resurrezione del corpo, darà il suo alla University of Nottingham School of Health Sciences per la ricerca e poi si farà cremare, perché «i miei figli non hanno bisogno di un cimitero per ricordarsi di me». Anche per questo il funerale non si farà, ma si celebrerà la sua morte in un pub con vestiti e parrucche rosa in modo che «non sia troppo spiacevole per Grace e Rory». E quando si chiede a McConnell come vorrebbe che i suoi figli pensino a lei, risponde «che io sia stata una buona mamma - il meglio che potevo essere - e che li ho amati molto, molto».
Ma siamo sicuri che la mancanza di identità dovuta all’assenza paterna, la scoperta di essere nati in provetta dopo diversi trattamenti non privi di conseguenze sul corpo delle donne, non abbia effetti dolorosi su questi bambini che forse non comprenderanno mai il perché dell’essere nati in una situazione di svantaggio scientemente scelta dalla loro mamma, la quale non solo ha lasciato orfani loro, ma altri cinque dei loro fratelli congelati in freezer? Siamo sicuri che il carpe diem riuscirà a sopperire alla mancanza di un senso per vivere?
Quel che è certo è che al desiderio sacrosanto di una famiglia, nato in McConnell in seguito al dramma della morte dei suoi genitori, la fecondazione assistita non ha dato davvero una risposta. Anzi, ha aggravato le cose, aggiungendo morte a morte e moltiplicando il vuoto dell’assenza paterna e materna. Ma si sà, è l’inganno della tecnica moderna che si presenta luccicante agli occhi di chi ha magari un dolore o un desiderio enormi da essere in uno stato di debolezza tale da mettere in tentazione costante e rendere quindi difficile rifiutare l'offerta continua di risposte fasulle da parte del mondo. Soprattutto quando manca un sostegno umano e quella fede nella vita eterna (per cui anche il dolore ha un senso) senza cui McConnell ha pensato di dover cogliere innaturalmente il fiore per vederlo subito appassire fra le sue mani.