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le audizioni in commissione

Sfila il dramma delle vittime Covid, processo alla vigile attesa

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In Commissione Covid e sotto gli occhi di Conte hanno parlato i comitati delle vittime: famigliari di pazienti curati tardi e male per colpa del protocollo Paracetamolo e Vigile attesa, principale accusato sul banco degli imputati. Il ricordo di De Donno: «Il plasma avrebbe salvato 200mila persone». 

Attualità 09_10_2024

Quella di ieri in Commissione Covid è stata la giornata delle vittime del covid. Nel corso delle due audizioni che si sono svolte a Palazzo San Macuto hanno potuto parlare i rappresentanti di diversi comitati di parenti di vittime del Covid. A cominciare dal Comitato Nazionale famigliari vittime Covid e poi il Comitato vittime Covid Moscati di Taranto, il Comitato L'Altra verità e nel corso della sessione serale hanno infine preso la parola i delegati dell’associazione Sereni e sempre uniti, l’Associazione italiana vittime Covid (A.I.Vi.C) e il sindacato Anaao Assomed.

È stata una seduta emotivamente coinvolgente, a tratti drammatica, nel corso della quale gli auditi hanno più volte ceduto alle lacrime nel ricordare la morte in ospedale dei propri cari.

Sabrina Gualini, presidente del Comitato nazionale familiari vittime Covid ha preso la parola dopo l’introduzione del presidente della Bicamerale Marco Lisei (FdI) per illustrare il dramma vissuto dai membri del Comitato: «Il nostro comitato racconta una realtà vissuta, lontana anni luce da quello consigliato dal comitato nazionale di bioetica che raccomandava una umanizzazione del malato – ha spiegato Gualini, che durante la pandemia ha perso il padre -. Non facciamo di tutt’erba un fascio, ma abbiamo chat tra i nostri parenti ricoverati e chi era a casa che hanno del surreale: pazienti lasciati nella precarietà di strutture e di assistenza, che scrivevano “non lasciarmi morire, non posso neanche suonare il campanello per chiedere aiuto”». Un racconto teso a presentare una realtà ben diversa da quella che la narrazione dominante ci consegnava durante la prima e la seconda ondata pandemica: «Ci chiediamo a che cosa sia servito l’incremento tariffario sulle degenze se poi i diritti del malato non sono stati rispettati per carenza di personale medico».

Ma il focus dell’intervento, come di tutti gli altri, è stato proprio sulle mancate cure domiciliari, che hanno costretto i pazienti a presentarsi in ospedale quando purtroppo per loro era troppo tardi. «Le Usca dovevano servire ad alleggerire il medico di famiglia, che ha cessato di colpo di essere il medico di famiglia perché il consiglio che gli veniva dato era quello di non fare visita ai pazienti».

E poi il grande “imputato” sul banco degli accusati: l’ormai tristemente noto protocollo “Paracetamolo e vigile attesa”. «Perché è stata ostracizzata la terapia al plasma iperimmune, che a Mantova (coi professori De Donno e Franchini) e a Pavia (col primario del San Matteo, Perotti, che la Bussola intervistò nel maggio 2020) stava dando dei risultati eccellenti in termini di guarigione? In tanti si sono visti negare questa terapia, che veniva derisa e non veniva proposta. Eppure - notizia dell’agosto 2024 – è stato dimostrato che un largo uso del plasma iperimmune avrebbe evitato 200mila ospedalizzazioni». A questo proposito, il comitato ha chiesto alla Commissione di portare in audizione «il professor Massimo Franchini, direttore dell’immunoematologia del Carlo Poma di Mantova (e collega dello scomparso professor De Donno ndr.) che potrà ben documentare quanto sia importante il plasma iperimmune nella cura del Covid. Invece i nostri cari – prosegue la donna con la voce rotta dal pianto - è stato precluso l’uso del plasma iperimmune, ma anche gli anticorpi monoclonali. In tutte le cartelle cliniche che possiamo documentare si è fatto uso di Midazolam (un sedativo ndr) e morfina». Oggi le storie dei famigliari delle vittime Covid sono raccolte nel libro “Volevo solo tornare a casa”, che vede la prefazione anche di monsignor Giovanni d’Ercole, citato anch’egli durante l’audizione e che ha pagato con l’ostracismo la sua contrarietà all’atteggiamento fideistico della Chiesa di fronte ai tanto contestati Dpcm di Giuseppe Conte.

E proprio l’ex premier, presente tra le polemiche tra i commissari della bicamerale, è intervenuto alla fine dei racconti delle vittime per esprimere solidarietà ai parenti delle vittime. Ciononostante, ha respinto alcune affermazioni «del tutto opinabili come il fatto che sia responsabile la Chiesa» ed è intervenuto per difendere i sanitari degli ospedali, accusati durante l’audizione di trascorrere il tempo facendo balletti nei reparti: «Ricordo che da quando è iniziato il Covid, oltre 100mila medici sono stati contagiati e alcuni sono anche morti per cercare di curare anche i suoi famigliari», ha risposto a Elisabetta Stellabotte del Comitato L’Altra verità. Conte, vestiti i panni dell'avvocato del popolo, ha poi battibeccato con Consuelo Locati, portavoce dell'associazione Sereni e sempre uniti che rappresenta le vittime covid della Val Seriana in provincia di Bergamo, sull'affermazione che la zona rossa non venne istituita per ragioni economiche e commerciali. Una frase che ha provocato l'indignazione dell'ex premier, ricevendo poi il rimbrotto del presidente Lisei perché in quanto commissario non è tenuto a commentare ogni dichiarazione fatta dagli auditi, ma solo registrare e fare domande. 

Tornando al libro: in esso si possono trovare anche richieste concrete come il riconoscimento dello stato di Vittime da covid per i famigliari deceduti.

All’intervento della presidente Gualini ha fatto seguito una domanda del senatore Claudio Borghi della Lega che ha chiesto di raccontare alcune storie di morti in corsia a causa delle cure tardive: «Ci è stato vietato di indossare la doppia tuta – ha replicato -, non abbiamo neppure potuto vestire i nostri cari che sono stati messi in sacchi numerati».

Successivamente ha preso la parola Eleonora Coletta, avvocato, vicepresidente del Comitato nazionale vittime Covid, ma anche presidente del Comitato vittime Covid Moscati di Taranto.

Anche per lei si è trattato di un’audizione segnata dall’emozione e dalla commozione nel rammentare la morte del marito Dario di 56 anni e del padre settantaquattrenne, ma classificato nella cartella clinica di 84 anni. «Mio padre mi scriveva: “Aiutami, non viene nessuno”. Infatti, nel suo caso non è mai stata fatta una Tac non sono state somministrate terapie, hanno rifiutato di fargli il plasma. Invece mio marito, da cartella clinica, veniva definito “non in grado di attendere agli atti quotidiani”, ma era falso. Per tutte e due le loro morti si è trattato di morti non per Covid, ma per mancata assistenza e terapie: quando chiamavo per sapere che terapie facevano mi dicevano che mio padre era vecchio e non potevano fare più nulla, ma aveva appena 74 anni e andava in palestra tre volte alla settimana».

Storie comuni a tanti altri i cui nomi ieri sono finalmente risuonati in un organismo parlamentare dopo anni di oblio e censure. «I miei cari sono morti a marzo 2021, la gente ha continuato a morire nel silenzio, ma le cure c’erano. Mio fratello si offrì per donare il sangue, ma gli venne risposto dai medici che “loro non credevano al plasma”. E quindi credevano alla Vigile attesa?».

Sono sfilate così le storie di pazienti arrivati in ospedale troppo tardi «abbandonati per giorni, scoperti morti dopo due giorni, ragazzi infettati nel cuore degli anni, donne entrate in buone condizioni in ospedale e lasciate morire perché era stato conculcato che per il Covid non c’era cura e che l’unica soluzione era andare in ospedale. Ma con quale criterio si è stabilito che si dovesse puntare sugli ospedali? Lo chiedo a Speranza e a Conte, che è seduto qui vicino a me».

C’è stato spazio – ma su questo la Commissione tornerà nelle prossime sedute – per parlare dei medici che ostinatamente hanno curato a domicilio, sfidando il protocollo Tachipirina e vigile attesa e ne hanno pagato le conseguenze: «Perché i medici che curavano sono stati derisi, bannati e in alcuni casi anche radiati? Questa contraddizione deve trovare una risposta, noi siamo stati abbandonati dalla sanità, nessuno ha chiesto scusa. I medici legali del nostro comitato hanno analizzato tante cartelle cliniche e gli errori sono sempre gli stessi: nessuna terapia, nessuna umanità».

Il deputato leghista Alberto Bagnai le chiede se ha notato un cambiamento dopo l’aggiornamento del protocollo Tachipirina e vigile attesa che dal 26 aprile 2021 prevedeva nella sua versione aggiornata anche l’utilizzo dei FANS, che si sono dimostrati una chiave vincente per affrontare il Covid precocemente: «No, anche chi si è ammalto successivamente ha ricevuto la stessa indicazione di sempre: paracetamolo e vigile attesa», la risposta che è perfettamente in linea con quanto documentato dalla Bussola in questi anni (leggi QUI il dossier Covid at home).



CLOROCHINA, APPELLO DEI MEDICI

«Vogliamo curare, chiediamo ad Aifa un cambio di passo»

15_12_2020 Andrea Zambrano

«Siamo medici del servizio sanitario nazionale, abbiamo passato la vita a curare e vogliamo continuare a farlo». Dopo l'ordinanza del Consiglio di Stato sull'idrossiclorochina parlano i medici che hanno condotto la battaglia per l'utilizzo off label dell'antimalarico. L'oncologa Paola Varese: «Ho passato le notti a studiare 600 lavori sull'HCQ e non sono mai stata così turbata dalla totale dissonanza tra ciò che abbiamo visto nella pratica clinica e la narrazione dei mezzi di stampa. Per questo chiediamo ad Aifa l'attivazione di un registro apposito». 
- LOCKDOWN, CI TRATTANO COME POLLI DI ALLEVAMENTO, di Riccardo Cascioli

IL CONVEGNO

Curare covid e effetti avversi: la strada di Ippocrateorg

14_09_2021 Andrea Zambrano

Il Senato ospita l'esperienza di sussidiarietà di IppocrateOrg che annuncia uno studio retrospettivo sulle terapie domiciliari: «Ospedalizzazioni bassisime con le cure precoci». E sulle reazioni avverse parte la catalogazione dei sintomi: «La gente ci chiama perché non ha risposte dai medici di base».  

IGNORATA LA MANIFESTAZIONE

Curare il Covid, il popolo libero che i media non vedono

08_06_2021 Andrea Zambrano

Completamente ignorata dal media system - o attaccata dal solito Mentana - la conferenza sulle terapie domiciliari precoci di domenica in Piazza Duomo. Ma la vera notizia è che c'è un popolo di persone libere che non ha smesso di pensare con la propria testa. E ora si profila anche un referendum popolare. 
- IL DOSSIER COVID AT HOME

IL CASO CAVANNA

Non vogliono curare: escluso dal Cts il medico da Nobel

27_03_2021 Andrea Zambrano

Draghi conferma che esiste solo il vaccino, cure domiciliari inesistenti. Infatti Cavanna, neo testimonial per il Nobel 2021 e simbolo del covid at home, è stato escluso dal Comitato Tecnico Scientifico. La strategia è chiara: il covid non va curato, bisogna usare i ricoveri per spargere paura, vaccinare e rassicurare tenendo un occhio alle vacanze. 

LA SVOLTA IN SENATO

«Basta ricoveri». La Lega punta sulle cure domiciliari

02_04_2021 Paolo Gulisano

In assenza di risposte da parte del Ministero, la Lega ha messo attorno a un tavolo alcuni specialisti per mettere a sistema le esperienze di cura domiciliare del Covid con lo scopo di indirizzare l'azione del governo. Il persistere dei ricoveri e l’evidente fallimento delle politiche di lockdown, portano l’attenzione sul problema delle cure. 
-IL DOSSIER: COVID AT HOME

IL CASO TORRE

«Ho buttato le linee guida per curare: ora l'Ordine vuole sospendermi»

19_01_2022 Andrea Zambrano

La Bussola incontra Gerardo Torre, il medico che ha curato, guarendoli, 3700 pazienti covid, ma che ora rischia una sospensione dell'Ordine per non aver seguito le linee guida, ora bocciate dal Tar: «Ho visitato i miei pazienti e quelli dei miei colleghi, che poi mi hanno segnalato all'Ordine di Salerno. Quando mi ha convocato il presidente pensavo a un riconoscimento, invece....». Il 28 gennaio l'audizione: «Ci saranno anche i pazienti che ho salvato. Come Silvio, 46 anni, che stava morendo a Brescia: ho mandato un'ambulanza e l'ho preso in carico: è guarito dopo 28 giorni». 

DOPO MIGLIAIA DI MORTI

Toh, adesso ammettono che il Covid si può curare a casa

29_12_2022 Paolo Gulisano

Un documento della Federazione dei Medici di base (Fimmg) di Roma e dell'Unità Malattie Infettive del Policlinico di Tor Vergata ammette la necessità di usare gli antiinfiammatori ai primi sintomi del Covid. Esattamente ciò che dal marzo 2020 sostengono medici e scienziati che sono stati derisi e insultati. In pratica, migliaia di morti potevano essere tranquillamente evitati se si fossero seguite le indicazioni che oggi anche la Fimmg raccomanda.
- COVID E VACCINI, RICONOSCERE GLI ERRORI PER EVITARLI IN FUTURO, di Ermes Dovico
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VIDEO: QUANTE MORTI SI SAREBBERO POTUTE EVITARE?, di Riccardo Cascioli

SVOLTA DEL CONSIGLIO DI STATO

"Clorochina ok, curare a casa il Covid”. Il giudice boccia Aifa

12_12_2020 Andrea Zambrano

«Nessuna ragione sconsiglia l'uso precoce dell'idrossiclorochina, su cui c'è stato un divieto illogico che ha limitato il diritto alla salute». L'ordinanza del Consiglio di Stato è una svolta nella cura del Covid: dà ragione alla battaglia dei medici, smentendo il no dell'Aifa e riconosce che bisogna sgravare gli ospedali. E l'unica strada è la cura a domicilio, dove i medici sono liberi di somministrare i farmaci più promettenti, come l'antimalarico, anche in assenza di studi definitivi. Smentite, dati alla mano, le leggende nere sui rischi cardiaci e sui suicidi. Esultano i 34 medici che hanno affrontato il Ministero della Salute e l'Aifa e il loro legale alla Bussola dice: «Ristabilito il primato della cura, ora i governatori modifichino i protocolli terapeutici». 

INTERVISTA AL RIANIMATORE

Covid da curare a casa: «In intensiva è un'altra malattia»

01_12_2020 Andrea Zambrano

La necessità del potenziamento della cura domiciliare del covid si deduce anche dalle testimonianze dei medici di terapia intensiva: «Quando si entra in terapia intensiva è tardi, ci troviamo a curare una malattia diversa dal covid», spiega il professor Andrea Zanoni del Sant'Orsola di Bologna. «Nella seconda fase il danno polmonare non lo fa il virus, ma lo fa lo stato infiammatorio dell’organismo che attacca sé stesso».

L’ORDINE DEL GIORNO

Cure domiciliari, un primo passo del Parlamento

13_04_2021 Gianfranco Amato

Il Senato ha approvato con 212 sì (2 no e 2 astenuti) un ordine del giorno con primo firmatario il leghista Romeo che impegna il Governo ad aggiornare i protocolli per le cure domiciliari dei pazienti con Covid-19. Si chiede di superare la logica della “vigile attesa” e tenere conto dell’esperienza sul campo dei medici con l’uso di farmaci già esistenti. Un primo passo, che va oltre la strategia vaccinocentrica.

IL PIANO DEL MINISTERO

Cure domiciliari per tutti, tranne che per i malati covid

17_08_2021 Andrea Zambrano

Speranza scopre i vantaggi delle cure a casa e stanzia 4 miliardi per un sistema sanitario pubblico/privato per assistere i malati da casa e ridurre le ospedalizzazioni. Eppure nella lotta al covid il protocollo terapeutico è ancora Tachipirina & vigile attesa mentre il comitato cure domiciliari viene ignorato dal ministro ma riceve migliaia di richieste anche di contagiati vaccinati. Il problema sta solo nella volontà politica di curare. 

LO STUDIO FAZIO-BELLAVITE

Zero ricoveri nella trincea delle cure domiciliari precoci

13_12_2021 Andrea Zambrano

L'andamento dei contagi dimostra che il vaccino non basta e le cure sono indispensabili. Dall'esperienza sul campo dei medici per le terapie domiciliari anti-Covid nasce uno studio che smentisce la vulgata Tachipirina & vigile attesa. «Indometacina, Cardioaspirina ed esperidina nei pazienti trattati: zero ricoveri se assunte nei primi 3 giorni». Parla alla Bussola il professor Fazio, uno degli autori che, con il professor Bellavite, ha messo a punto uno schema terapeutico incoraggiante a disposizione della comunità scientifica.

LA TESTIMONIANZA

Il mio covid: le cure domiciliari salvano, non il fai da te

11_01_2022 Andrea Zambrano

Non vaccinato, ma con piena fiducia negli uomini di scienza tanto da partecipare a una sperimentazione terapeutica. Non solo il trivaccinato Galli può guarire: il covid si vince con le cure domiciliari purché ci sia un medico che si prenda cura di te e il paziente faccia tutte le cure senza sospenderle alla scomparsa dei primi sintomi. La cronaca di una guarigione e il pensiero per chi invece è stato abbandonato e si è buttato sul fai da te, insieme alla Tachipirina e vigile attesa la strada migliore per complicanze e ricovero. 
- IL SEGRETO PER GUARIRE: CURARSI PRESTO E BENE di Paolo Gulisano

DRAGHI IN RETROMARCIA, TORNA UN LOCKDOWN DI FATTO di Ruben Razzante

COVID

TAR contro il governo, riabilitate le cure domiciliari

17_01_2022 Paolo Gulisano

L'annullamento da parte del TAR della circolare ministeriale che imponeva ai medici di base "tachipirina e vigile attesa" è di grande importanza perché si riconosce finalmente ai medici di poter utilizzare tutte le possibilità terapeutiche offerte dalla Farmacologia. Ma c'è anche l'indignazione di tante famiglie che hanno perso i loro cari per quello che è corretto definire abbandono terapeutico. 
- STORIA DI UNO STUPRO FARMACOLOGICO, di Silvana De Mari

L'INTERVENTO

Noi, pionieri delle cure domiciliari e i nostri studi sorprendenti

«I risultati dei nostri studi, provenienti da realtà differenti, col 5% di ricoveri hanno dato grande forza al gruppo nel perseguire una politica sanitaria derivante da dati raccolti nella pratica clinica e non da teorie elaborate a tavolino e mai modificate». La testimonianza di uno dei primi medici che ha curato a casa e ha prodotto risultati poi utilizzati nella causa col Ministero al Tar. 

IL CASO DALLARI

Vogliono processare le cure domiciliari

19_12_2022 Andrea Zambrano

La Procura di Ferrara ha chiuso le indagini sul caso di Alberto Dallari, ora le strade sono due: o il giudizio o l'archiviazione. L'avvocato del medico di Ippocrateorg indagato per aver curato un paziente di Covid: "È caduta anche l'accusa di omicidio colposo, resta l'omissione di soccorso". Una beffa, dato che Dallari intervenne per curare proprio perché il paziente non era assistito dal curante. Se ci sarà un rinvio a giudizio si profilerebbe un processo politico: cure precoci contro vigile attesa. 
- SCHIAFFO DI BASSETTI AI DANNEGGIATI 

GOVERNO DEVASTANTE

Lockdown, risposta errata a un virus che non si vuole curare

08_11_2020 Paolo Gulisano

Non si vuole tenere conto che il virus può essere affrontato e curato anche senza lockdown. Invece il governo continua a mettere paura indiscriminatamente a tutti senza nessuna campagna preventiva per i soggetti a rischio. L’attuale recrudescenza di casi non è una seconda ondata, ma la coda dell’epidemia di Covid, un virus che era stato quasi debellato ma ha continuato ad esistere nascosto in qualche serbatoio animale. La vera epidemia era durata un mese e mezzo, ora ci sono tutte le possibilità per arrivare ad uguali risultati, nonostante l’impreparazione indecente del sistema sanitario. Occorrerà mettere in campo nuove strategie, a partire da un rafforzamento indispensabile e inderogabile della medicina territoriale.