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TRANSGENDER

Regno Unito, stop ai farmaci che bloccano la pubertà

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Il Servizio sanitario nazionale inglese non offre più i ‘farmaci’ che bloccano la pubertà ai bimbi e ragazzi nelle cliniche per l'identità di genere.  “Non ci sono prove sufficienti per sostenere la loro sicurezza o efficacia clinica come trattamento di routine". È la fine di un esperimento dell'ideologia gender.

Vita e bioetica 16_06_2023
Bandiere transgender

Nei giorni scorsi il Servizio sanitario nazionale inglese (NHS) ha deciso di non offrire più i ‘farmaci’ che bloccano la pubertà ai bimbi e ragazzi nelle cliniche per l'identità di genere, a seguito di indagini che hanno evidenziato come siano necessarie ulteriori prove sui potenziali maggiori benefici, rispetto ai danni che essi producono. Un ‘blocco’ ai ‘bloccanti della pubertà’ per i bene di bimbe e ragazzi è, in ultima analisi, la fine della ideologia medica e la ripresa del metodo scientifico.

 “Non ci sono prove sufficienti per sostenere la loro sicurezza o efficacia clinica come trattamento di routine…al di fuori di un contesto di ricerca, gli ormoni per la soppressione della pubertà non dovrebbero essere prescritti di ‘routine’ a bambini e adolescenti", è stato comunicato dall’NHS.

Tali farmaci potranno essere somministrati solo in casi eccezionali, in attesa di uno studio clinico sul loro impatto sui ragazzi che dovrebbe iniziare entro il prossimo anno. Nel rapporto dei giorni scorsi l’NHS ha annunciato che entro la fine dell'anno verranno aperte quattro nuove cliniche regionali che sostituiranno il Servizio per lo sviluppo dell'identità di genere Tavistock di Londra, che sta dismettendo l’attività, dopo gli scandali e sperimentazioni sui bambini di cui ci siamo occupati sin dal 2020.

I piani per la chiusura definitiva di Tavistock sono stati rinviati nella primavera del 2024, cioè solo dopo l'apertura dei 3 hub meridionali nell'autunno 2023 e dell’hub settentrionale nell'aprile 2024. Per le nuove cliniche regionali, il nuovo sistema di trattamento dei minori con problemi di genere stabilirà valutazioni standardizzate e incorporerà molto più supporto alla salute mentale e assistenza psicologica, oggi troppo spesso carente.

I bloccanti ormonali possono sospendere lo sviluppo della pubertà e sono talvolta prescritti ai bambini con disforia di genere. Secondo il rapporto dell’NHS i medici delle nuove cliniche potranno ancora prescrivere i farmaci al di fuori di un contesto di ricerca, ma solo "in via eccezionale, caso per caso" e previa approvazione di un gruppo nazionale di esperti medici.

La decisione del servizio sanitario non impedisce ai bambini e alle loro famiglie di procurarsi altrove, per esempio acquistandoli sul web, i bloccanti della pubertà, ma ciò sarà "fortemente scoraggiato” dalle autorità sanitarie del Regno Unito. Le nuove misure sono la conseguenza della decisione presa lo scorso anno dal governo inglese, a seguito della chiusura dell'unica clinica giovanile di ‘genere’ del Paese, dopo che una revisione esterna aveva dimostrato che il Tavistock Gender Identity Development Service non era in grado di fornire un'assistenza adeguata al rapido aumento del numero di adolescenti (da 250 giovani nel 2011 a 5.000 nel 2021) e agli abusi nelle cure che erano stati commessi sui bambini di ogni età, i cui genitori che richiedevano trattamenti di genere.

Nel 2020, l'Alta Corte inglese aveva stabilito che i minori di 16 anni non sono in grado di dare il proprio consenso informato a trattamenti medici che prevedono l'uso di farmaci che ritardano la pubertà (si ricordi il caso di Keira Bell). Fu una decisione emblematica, seppur ribaltata dalla Corte d’Appello nel 2021, che rese noti gli abusi e diede il via ad una serie di denunce di sperimentazioni commesse nella clinica Tavistock, sulle cui scandalose pratiche tutt’ora emergono tragiche connivenze e inquietanti complicità con la potentissima lobby Trans LGBTI Marmaids, di cui ci siamo occupati anche noi de LaBussola .

"La domanda più difficile è se i bloccanti della pubertà forniscano effettivamente tempo prezioso ai bambini e ai giovani per considerare le loro opzioni sessuali di genere o se invece 'blocchino' i bambini e i giovani in un percorso di trattamento" che li porta sino al cambio di genere sessuale definitivo, ha scritto l'anno scorso nel suo rapporto la dottoressa Hilary Cass. Anche per questo, insieme allo ‘stop’ nei confronti della somministrazione di ‘bloccanti ormonali’, il Servizio sanitario nazionale sta organizzando uno studio clinico per tutti i bambini che ricevono bloccanti della pubertà, che prevede l'inizio delle iscrizioni nel 2024. Tutto ciò è deciso da un governo conservatore che negli ultimi mesi ha visto un crescente determinazione dell’esecutivo e del Primo Ministro Sunak nel difendere la libertà di parola, la femminilità esclusiva delle donne dalla tracotante pressione delle lobbies trangender e promuovere nelle scuole una piena partecipazione dei genitori nei confronti della educazione dei figli anche in casi di ‘confusione di genere’.

Il cambiamento deciso dal Servizio sanitari inglese fa parte anche di una riflessione più ampia che vede diverso paesi limitare i trattamenti medici e farmacologici legati al ‘genere’ per i giovani. Recentemente la Finlandia, dopo le ricerche del 2021 e del 2023, ha iniziato a limitare i soggetti che possono accedere ai trattamenti legati al genere e la Svezia, con tre successivi studi e decisioni nel 2021, 2022 e 2023, ha limitato l'uso di ormoni bloccanti della pubertà ai soli studi clinici. Anche l’Ente sanitario norvegese (marzo 2023) e l'Accademia Nazionale di Medicina francese (febbraio 2022) hanno invitato alla cautela nell’uso ordinario di questi farmaci per la scarsa fondatezza scientifica e i possibili abusi ‘ideologici’ che ne possono esser fatti. Dopo la decisione del Regno Unito, ripresa con grande evidenza dal New York Times, non resta che sperare in una riflessione anche da parte di Biden e dei Democratici, troppo imprudenti sinora nel promuovere ‘dottrina’ e ‘medicina ormonale’ transgender nel paese. Evitare che l’ideologia antiscientifica prenda il posto, a danno della salute di bimbi e ragazze, della scienza medica, in fondo è un dovere di tutti.