“Non è andato tutto bene”, il film verità che svela il regime pandemista
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Lockdown, cure negate, green pass. E poi il dramma silenziato delle vite spezzate dei danneggiati da vaccino. Dopo il successo di Invisibili il videomaker Paolo Cassina torna con Non è andato tutto bene. Quasi tre ore che svelano la tragedia del regime pandemista. L'intervista al regista.
Il suo precedente lavoro, Invisibili, dedicato ai danneggiati da vaccino, era stato un vero e proprio fenomeno. Si stima che con oltre più di 500 proiezioni sia stato visto da almeno 60mila persone. Un miracolo se si pensa che il film aveva viaggiato lontano dai circuiti mainstream. Oggi, con Non è andato tutto bene, il regista Paolo Cassina si propone di raggiungere una platea ancora più vasta perché ancora più vasto è il raggio di indagine che si è dato: raccontare tutta la pandemia partendo dai lockdown e, passando dall’imposizione del green pass, arrivare fino al grande scandalo dei danneggiati.
Il film, prodotto ancora da Play master movie, è quasi pronto e con l’inizio di aprile si svolgeranno le anteprime in alcuni cinema (Leggi QUI la locandina), alcune delle quali già sold out.
Nei 175 minuti di film ci sarà anche un pezzetto di Bussola. Nel corso della narrazione compaiono infatti anche alcuni articoli del nostro giornale, soprattutto quelli in cui per la prima volta in Italia si è dato spazio alle testimonianze delle vittime del vaccino covid. Un riconoscimento al nostro giornale per aver percorso la via, all’epoca non battuta da nessuno, di questi effetti collaterali che si sono voluti tenere nascosti per non intralciare la campagna vaccinale di massa. (QUI l'inchiesta della Bussola Mal di vaccino)
In questa intervista alla Bussola, Cassina (in foto) racconta in anteprima il senso del suo lavoro, che promette già dal trailer diffuso in questi giorni di far riflettere.
Cassina, di che cosa parla questo suo secondo film?
Di tutti i temi più controversi della stagione pandemica: le contraddizioni del lockdown, un'indagine approfondita sugli errati protocolli ministeriali e il boicottaggio delle cure domiciliari precoci, un focus sull'indimenticato dottor De Donno, la genesi dei sieri ad mRNA, l'introduzione degli obblighi di inoculazione e del Green Pass, i movimenti di protesta e la repressione che ne è scaturita, un focus sui gravi fatti accaduti a Trieste, un'indagine dettagliata sulle reazioni avverse da sieri anticovid e sulle cosiddette morti improvvise.
Che tipo di trattazione sarà?
Li ho voluti trattare senza superficialità nel rispetto dei 196.000 morti a causa della gestione politico-sanitaria, dei 60 milioni di italiani ricattati e delle centinaia di migliaia di persone danneggiate dai sieri, per quello che, a mio giudizio, è stato il periodo più violento e impattante sulla società dalla Seconda guerra mondiale ad oggi.
In attesa della Bicamerale Covid che ancora non è partita, possiamo dire che potrebbe essere materiale i prossimi componenti della Commissione di indagine?
Certamente. Ho cercato di dare un quadro esaustivo di questi tre anni e, come si usa dire, di unire i puntini. Il film ha una durata di 175 minuti, un po' meno di tre ore e offre molti spunti di riflessione su quello che è successo.
Come ha vissuto la pandemia?
All’epoca lavoravo come film maker per una televisione generalista e mi saltarono diversi lavori. Così decisi di andare in giro a documentare tutto quello che succedeva. Prima a Milano, la mia città, poi Lodi e la zona rossa di Codogno. Ho iniziato a maturare l’idea di fare un film sulla pandemia, ancora all’oscuro di quello che sarebbe successo nei due anni seguenti.
E che cosa ha documentato?
In Val Seriana incontrai i parenti delle vittime lasciate senza cure a casa, fin da subito c’era qualcosa che mi insospettiva.
Che cosa?
I pazienti deceduti a casa in totale assenza di assistenza mentre alcuni ospedali rimanevano vuoti a causa della disorganizzazione. Poi è arrivato il vaccino: ho indagato il mondo degli effetti avversi. Il film si divide in tre macrocategorie.
Quali?
Il primo è quello dei protocolli sbagliati e delle cure negate. Mi sono avvalso della voce narrante della giornalista Angela Camuso.Nel secondo, la cui narratrice è la giornalista Tiziana Alterio (autrice del libro il Dio vaccino ndr.), affronto il grande tema degli obblighi vaccinali, del Green pass e dei movimenti di protesta che non sono stati raccontati da nessuno. C’è un blocco intero in cui intervisto tanti protagonisti e personaggi di grande levatura morale e mostro le immagini di manifestazioni oceaniche minimizzate dal mainstream. Io le ho viste con i miei occhi.
E poi torna sulle reazioni avverse.
Questo è il terzo tema del film, narrato da Marianna Canè, la giornalista di Fuori dal Coro che ha denunciato i cosiddetti Aifa leaks. Racconto le storie di danneggiati permanenti, del Comitato Ascoltami e lascio parlare tanti medici ed esperti che si stanno occupando delle cure che oggi sono ancora negate a loro.
Che tipo di accoglienza si aspetta?
Mi aspetto che ci sia un allargamento del pubblico. Ho la percezione che tante persone stiano capendo che, come dice il titolo “non è andato tutto bene”, che sono state raccontate molte falsità da parte delle istituzioni.
Crede che sia solo un problema di ricostruzione storica, ormai?
No. Siamo alla vigilia dell’approvazione di un piano pandemico fuori da ogni logica. La cosa che auspico è che possa essere visto anche da chi ha responsabilità politiche e possa portare qualche elemento alla Commissione Covid.
"Noi, vittime del vaccino: lasciati soli da uno Stato che non vuole curarci"
Dolori insopportabili a nervi e tendini, nessuna cura né diagnosi, la paura di danni permanenti. È una misteriosa neuropatia conseguente al vaccino Covid che si manifesta sotto forma di un bruciore interno inspiegabile: sono centinaia i casi che non escono allo scoperto per vergogna o paura di essere presi per matti. Dopo la denuncia di Alessia d'Arrigo, il coraggio di Federica Angelini, maestra di Bussolengo: "Male atroce alle gambe, tamponiamo con cortisone e oppiodi: la nostra vita è sconvolta da questi 'fuochi' misteriosi, i medici non sanno come chiamarli né affrontarli, ma siamo già tantissimi e a centinaia mi scrivono. Non sono no vax, ma dove sono adesso i luminari che in tv dicono che il vaccino è sicuro? Vorrei vederli qui a studiare il mio caso".
- LE PRESSIONI DEL CARDINALE USA SULL'OBBLIGO di Luca Volontè
«Noi invisibili, rovinati dal vaccino e traditi dallo Stato»
Invisibili è un pugno in faccia al conformismo vaccinista di medici e tv, al cinismo inoculatorio di Draghi e Speranza, incuranti di fronte al calvario di poveretti sani a cui hanno imposto la siringa. È un calcio al perbenismo clericale della narrazione dell'atto d'amore. Le storie dei danneggiati da vaccino del Comitato Ascoltami diventano un video di dolore e di allarme: c'è chi non riesce neppure a leggere a voce alta, chi ha perso il lavoro, chi dorme seduto per la pericardite. E chi ha avuto una certificazione di effetto avverso, ma la Regione non gli carica il documento.
Aifa leaks, danneggiati sull'orlo di una crisi di nervi
La rabbia dei danneggiati da vaccino per le reazioni avverse taciute nei report Aifa. La storia di Rocco, 18 anni, affetto da pericardite da oltre un anno: «Non posso fare sforzi né sport, vivo a metà, con la paura di un infarto. Che ne è stato della segnalazione che ho fatto?». Per le vittime dell'inoculo arriva anche il conto delle ricadute psicologiche: «Traumi acuiti dal non sentirsi accettati socialmente. C'è anche chi valuta la morte assistita».
Ascoltami, il convegno che riunisce medici e pazienti
Sono ormai 1800 i membri di Ascoltami, il comitato che dà voce ai danneggiati da vaccino. Sabato a Milano il primo convegno con medici e giornalisti. E soprattutto loro: le vittime della campagna vaccinale di massa. Presente anche la Bussola, che ha raccolto le prime testimonianze dei malati poi confluiti nel comitato.
«"Ascoltami". Noi, malati post vaccino e senza dignità»
Appena costituito ha già 100 iscritti, numero che crescerà. Non chiedono risarcimenti, solo di essere ascoltati da quello Stato che, dopo averli costretti a vaccinarsi, ora li abbandona di fronte a reazioni avverse neurologiche e autoimmunitarie che non si vogliono studiare né curare. Nasce Ascoltami, il comitato delle vittime da reazione grave avversa. «Molti di noi hanno già speso 5000 euro per sentirsi accusare di isteria, ma qua c'è chi non cammina e chi non dorme più». Nel board sono tante le testimoni che hanno raccontato alla Bussola il proprio calvario. Due legali offrono patrocinio per inviare segnalazioni coordinate ad Aifa. La portavoce: «Siamo malati senza dignità: perché destinano medici alla cura del long covid e non delle reazioni avverse?».
Chi soffia per spegnere Aifa leaks e inchiesta Speranza
La grande stampa ignora del tutto l'indagine della magistratura su Speranza. Dal Colle ai media fino ai partiti di sinistra: tutti gli ostacoli di un'inchiesta che potrebbe aprire un capitolo nuovo nel giudicare gli errori e gli orrori della campagna vaccinale.
Aifa, fuori la verità: perché celava i danni da vaccino?
Fuori dal coro ha svelato le mail interne di Aifa all'inizio della campagna vaccinale: sapeva dell'alto tasso di reazioni avverse segnalate dalle Regioni, ma ha deciso di non parlarne. Giordano alla Bussola: «Quadro inquietante di scienza asservita alla politica, in tanti devono dare spiegazioni, dal ministro Schillaci a Palù».
Aifa, Governo, Media: silenzio complice sui danni dei vaccini
Il terzo scoop di Fuori dal Coro prova che Aifa ha taciuto la verità sugli effetti avversi pur sapendo dell'eccesso di morti cardiovascolari e dei rischi nell'inoculare i guariti per non «uccidere il vaccino». Ma il silenzio di oggi di agenzia del farmaco, Governo, Parlamento, Media e Procure, che pure avrebbero gli strumenti per indagare, rischia di diventare sfacciata complicità.
- LO STATO (BIO)ETICO NEL PIANO VACCINI, di Paolo Gulisano
«Così Aifa classificava non gravi anche gli effetti gravi»
Il modulo di segnalazione degli effetti avversi da vaccino aveva delle falle e non contemplava la reazione "grave". Infatti, successivamente è stato modificato. Ecco spiegato perché durante il clou della campagna vaccinale nei report periodici di Aifa gli effetti gravi erano così bassi: erano classificati tra i non gravi. La denuncia di una danneggiata di Ascoltami, il comitato che domani torna in piazza con i banchetti per dare voce agli invisibili.