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Il NUOVO PIANO PANDEMICO

Lockdown, vaccini e vigile attesa: Schillaci ci prende per il Covid

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Nella bozza del nuovo piano pandemico del Ministero della Salute, sono confermati come principali strumenti di contrasto di una futura pandemia: lockdown, libertà negate, vaccini sperimentali e vigile attesa di medici che non curano, ma monitorano. Tutti gli errori della pandemia da Covid 19 eretti a sistema.

Attualità 20_01_2024

La bozza del piano pandemico aggiornato 2024-2028 trapelata in queste ore, impone una seria riflessione sulla reale intenzione del Governo di imprimere una svolta rispetto a tutti gli errori e le storture della stagione pandemica che ci siamo lasciati alle spalle. Se un deputato del Pd come Marco Furfaro può permettersi di irridere il governo e definirlo “ipocrita” (“Anni ad occhieggiare ai no vax, a contestare le misure di restrizione e mettere in dubbio l'efficacia dei vaccini, per poi preparare un piano che ricalca esattamente le stesse cose fatte dai tanto odiati Conte e Speranza”, ha detto), significa che la riflessione è quanto mai necessaria.  

In effetti, ad una lettura generale e attenta della bozza (QUI) – che reca la data del 12 gennaio 2024 e non sembra preludere a ulteriori modifiche, se non minime prima dell’approvazione della Conferenza Stato-Regioni e la conseguente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale – sembra che sia stata scritta dal duo Speranza-Conte con l’apporto di Draghi, tanto ricalca in tutto e per tutto il meccanismo pandemista messo in atto durante la stagione emergenziale. Quasi come se il Covid 19 non fosse altro che una prova generale e tutto quello che è stato fatto meriti di essere confermato e definito automaticamente giusto.  

L'ERRORE ERETTO A SISTEMA
Impossibile anche nelle migliori gestioni che tutto funzioni alla perfezione e si confermi in blocco un modello di intervento. Qualcosa di sbagliato dovrà pur esserci, ma la assenza di qualsivoglia critica di gestione, contrariamente a quanto FdI fece all’oppposizione - mostra che deve esserci un approccio che ha molto a che fare con un asservimento anche di questo Governo alla logica pandemista dettata dall’Oms e sposata dal WEF in corso a Davos, che già ci sta mettendo in guardia dal nuovo misterioso e mirabolante virus X, che non sappiamo quando arriverà ma statene certi, arriverà.  

Il piano pandemico, dunque, in previsione di una prossima-ventura-imminente-vicina pandemia da virus respiratorio e non solo, esalta i vaccini come sempre efficaci e sicuri anche senza sperimentazioni, istituisce i lockdown giustificandoli con una limitazione della libertà che si può accettare e dimentica le cure domiciliari relegando il medico di medicina generale a mero osservatore e affidando alle ospedalizzazioni tutto il problema. Insomma: tutto quello che non si doveva fare ed è stato fatto viene qui confermato come necessario.  

L’errore eretto a sistema. Incredibile, ma vero. Vediamo, nel dettaglio perché.  

PATERNALISMO TOTALITARIO
Anzitutto, il piano è scritto con la memoria fresca del covid inserita. Tutto è declinato e riferito alla pandemia appena trascorsa e il metro di tutte le misure parte e trova la sua ragione nel covid. Come se quella da Coronavirus sia stata l’unica e la sola pandemia paradigmatica ora per tutto.  

Fatta questa premessa, i vaccini vengono definiti a priori «le misure preventive più efficaci contraddistinte da un rapporto rischi-benefici significativamente favorevole». Se si tiene conto che quello che si scrive lo si scrive in ragione della memoria fresca sulla pandemia da Coronavirus, ormai sappiamo che quella dell’efficacia era solo una pia speranza. Ricordate il “non ti vaccini, ti ammali, muori” di draghiana memoria? Carta straccia nella realtà, ma per chi ci governa è ancora legge. 

La vaccinazione viene definita dall’alto «valore solidaristico per la protezione di sé stessi e della collettività». Visto come è finita con il fallimento dell’immunità di gregge, viene da sorridere.  

La comunicazione futura prevista dal piano dovrà «contrastare la disinformazione», quindi riavremo le censure e i giornalisti gran cassa, mentre un capitolo a parte è dedicato ai «diritti di libertà che non possono considerarsi attribuiti all’uomo per la soddisfazione delle sue egoistiche esigenze». Un paternalismo degno di uno stato totalitario in grado di far sentire in colpa il cittadino e fargli rinunciare così a tutte le sue libertà.  

SACRIFICARE LA LIBERTA'
La salute diventa un feticcio totemico
, quindi non c’è nessun problema a rinunciare «ad una quota dei diritti della propria sfera di libertà per esigenze superiori connesse alla comune appartenenza ad una comunità organizzata». E ancora: «Il diritto alla salute giustifica l’adozione di misure che limitano quei diritti fondamentali dell’individuo il cui pieno esercizio è tuttavia incompatibile con le misure di prevenzione e di contrasto alla pandemia necessarie secondo i più accreditati protocolli scientifici». Quindi, in nome di una scienza spesso asservita a poteri economici, via libera a confinamenti, razionamento, quarantene e lockdown.  

La parola lockdown non compare, ma quando a pagina 55 vengono elencate le misure a “Protezione della comunità” non è difficile trovarla mascherata sotto le seguenti candide e rassicuranti voci: “limitazione degli assembramenti”, “chiusura delle attività lavorative non essenziali” (decise da lori signori, può esistere un’espressione più totalitaria di questa?), “chiusura delle scuole e attivazione della DaD”, distanziamento fisico”, “permanenza in casa della popolazione” e “limitazione degli spostamenti della popolazione”.  

Espressioni che ci riproietterebbero nella stagione delle autocertificazioni, del “massimo tre persone” in auto, della segregazione sociale, del razionamento, dei servizi e delle Messe on line, della depressione economica e della cultura del sospetto, della devastazione psicoeducativa dei giovani tombati in camera, della caccia all’untore, dei funerali a porte chiuse, delle estreme unzioni da remoto, dei Green pass come elemento di discriminazione e controllo della popolazione.  

Esperienze che speravamo di esserci lasciati una volta per tutte alle spalle, che qui non solo vengono evocate e previste, ma persino definite “curative”. Nonostante la realtà dica tutt’altro. Se c’è una verità, ad esempio, affermatasi in pandemia è che il principale luogo di contagio è stato quello domestico. E il governo, tramite il ministro della Salute Schillaci, cosa fa? Per curare la prossima sconosciuta pandemia ci chiuderebbe di nuovo in casa.  

IL DOGMA VACCINISTA
Veniamo al diktat vaccinale assurto ormai a panacea di tutto. Anzitutto, per sicurezza, si ricorda che la terapia col plasma iperimmune ha oltre 100 anni di vita, ma gli anticorpi monoclonali sono meglio. In quanto al vaccino, si scopre che diventa un sistema la possibilità di approvare in tempi record un nuovo vaccino attraverso la procedura della revisione ciclica (rolling review). Dunque, via libera ai farmaci approvati in via emergenziale purché «il bisogno medico sia insoddisfatto».

Significa che non deve esserci una cura valida e riconosciuta. L’approvazione e l’autorizzazione al commercio potranno avvenire anche «pur non essendo disponibili tutti i dati clinici completi in merito alla sicurezza e all’efficacia». Con queste premesse, diventa palese che i prossimi inoculi saranno farmaci sperimentali somministrati ad un numero alto di popolazione. Sulla base di questa sperimentalità permanente, quante virostar avranno l'ardire di dire che i vaccini sono sicuri e testati come è stato fatto in passato? Siamo certi che qualcuno, lautamente pagato, lo farà.  

É poi una follia quella di approvare un vaccino influenzale prepandemico, che, una volta identificato il ceppo virale che determina la pandemia viene inserito. Così si può chiedere l’autorizzazione al commercio. E i tempi di sperimentazione? E la ricerca? E i gruppi di controllo, i placebo? Nel documento non se ne parla, demandando tutto alla saggezza delle case farmaceutiche. Loro sanno.  

Il vaccino, dunque diventerà una sorta di pan di spagna. Una volta che hai fatto la base per la torta, poi puoi decidere se metterci sopra la crema, la Nutella o la panna. Questione di gusti. Sicuri che la sicurezza non costituirà un problema?  

TORNA LA VIGILE ATTESA
Veniamo poi alle cure. Leggendo gli schemi del ministero inseriti dentro la bozza, è facile rendersi conto che ancora una volta la gestione delle future pandemie sarà esclusivamente ospedalocentrica. Non vengono evocate le cure domiciliari precoci, che pure hanno dimostrato di funzionare per evitare l’ospedalizzazione e i decessi. Né viene affermato il principio che il Medico di Medicina Generale o il pediatra di libera scelta debbano curare all’insorgere i sintomi secondo l’arte medica. No, queste figure di medici sono relegate ai margini del piano pandemico.

Da nessuna parte c’è scritto che è compito principale del medico di famiglia curare l’insorgenza dei primi sintomi. Ai medici vengono assegnati compiti di “sorveglianza” e “monitoraggio” dei pazienti. Praticamente una vigile attesa nella speranza che il paziente non peggiori per l’ospedale. Un fallimento già visto in azione. Possibile che si voglia ripetere nell’errore?  

IL LIBRO: CI HANNO PRESO PER IL COVID