L’esame sulla speranza dinanzi a san Giacomo
Il nostro viaggio nella Divina Commedia prosegue con Dante che si appresta a sostenere il suo secondo esame sulle virtù teologali. È il turno della speranza.
Dopo l’esame sulla fede con san Pietro, Dante si appresta a sostenere il secondo esame, quello sulla speranza, rispondendo alle domande che gli porrà san Giacomo. Perché proprio questo apostolo interroga il poeta sulla seconda virtù teologale? Nell’esegesi medioevale, se san Pietro è il campione della fede, san Giacomo è il migliore rappresentante della speranza, perché gli viene attribuita la Lettera di san Giacomo, che oggi è considerata, invece, opera di san Giacomo il Minore.
San Giacomo, figlio di Zebedeo, soprannominato il Maggiore (mentre il figlio di Alfeo è chiamato il Minore), fu il primo apostolo ad essere martirizzato (come si racconta negli Atti degli apostoli) intorno al 42, durante le persecuzioni del re Erode Agrippa I (11 a. C. – 44 d. C.). Secondo la tradizione il suo corpo fu portato in Galizia dove venne eretto il santuario di Santiago (o san Iacopo o san Giacomo) di Compostela, una delle mete preferite di pellegrinaggio nel Medioevo. L’apostolo pone a Dante le domande sulla speranza. Inizia l’esame.