La Divina Commedia e la descrizione dell’universo
Proseguiamo il nostro viaggio nella terza cantica. Dante trasmette una visione dell’universo in cui troviamo nove intelligenze angeliche e nove cieli. Al di sopra di tutto l’Empireo.
La visione geocentrica diffusa nel Medioevo prevedeva nove cieli attorno alla Terra: Luna, Mercurio, Venere, Marte, Sole, Giove, Saturno, il Cielo delle Stelle fisse e il Primo Mobile.
La visione geocentrica sopra esposta è mutuata dalla filosofia aristotelica, anche se con opportune differenze: oltre il Primo Mobile secondo Aristotele non c’è nulla, mentre la filosofia medioevale pone l’Empireo, il luogo della luce e della presenza di Dio, la cui gloria penetra ovunque nel cosmo, ma splende soprattutto in quel luogo, come recita il proemio del Paradiso.
Il Primo Mobile si muove proprio perché attratto dal desiderio di Dio. Anche il movimento degli altri cieli, tanto più veloci quanto più sono vicini all’Empireo, è frutto dell’amore per Dio e regolato dalle intelligenze angeliche. Angeli, Arcangeli, Principati, Potestà, Virtù, Dominazioni, Troni, Cherubini, Serafini sono posti a capo rispettivamente della Luna, di Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno, Stelle fisse, Primo Mobile. Nove sono le intelligenze angeliche come nove sono i cieli.
Il cosmo ora descritto rappresenta la tradizionale visione dell’universo dantesco tramandata fino al XX secolo quando si è fatta strada un’altra ipotesi interpretativa degli ultimi canti del Paradiso che sarebbero comprensibili solamente se si prendono in considerazione le acquisizioni scientifiche del XX secolo relative all’espansione dell’universo, alla relatività e al Big Bang.
Questo è l’argomento della puntata odierna.