Il ribaltamento del bene col male
Una bimba viene uccisa dall'affidatario gay perché "piangeva come satana", mentre i tribunali confermano la colpa di un giudice per cui "un bambino ha bisogno di una mamma e un papà". Com'è avvenuto un tale ribaltamento? Colpa dell'orgoglio luciferino messo a sistema.
L’hanno voluta a tutti i costi, anche se averla significava privarla di una figura materna. L’hanno voluta senza tener conto del suo essere umano, ossia bisognoso di amore e attenzioni, specialmente per il fatto di aver già subìto un abbandono. Perciò l’hanno voluta come si vuole una cosa che si compra per poi servirsene.
D’altronde è questa la mentalità del relativismo tracotante dell’uomo occidentale, a cui piace negare l’esistenza di un bene e di un male per poter fare della realtà ciò che vuole. Per esempio dando in adozione una bimba a due uomini, come nel caso di Matthew Scully-Hicks, ora sotto processo per l’omicidio di Elsie, 18 mesi, inglese, affidata a lui e ad un altro uomo, a causa della tossicodipendenza della madre.
Un caso che svela a cosa porti la negazione di un bene ed un male oggettivi, basti vedere quanto emerso durante il processo in cui sono stati letti gli sms fra Scully-Hicks e l’uomo con cui vive una relazione omoerotica: “Sto passando per l’inferno con Elsie…ha urlato per 10 minuti senza sosta”. E ancora: “È satana vestita da bambina…ha passato due notti ad essere satana”. Parafrasando, una bambina innocente disperata per il bisogno di una figura materna (persino Helton John ammise che il piccolo, fabbricato in laboratorio e strappato al seno della donna che lo aveva portato nel suo grembo, affittato per migliaia di sterline, piangeva straziato per la mancanza del seno materno) e di un affetto che le veniva negato era considerata il diavolo. Mentre loro, due uomini che avevano preteso non solo un figlio, perché “poverini lo desideravano tanto”, ma una vita quieta a costo della violenza feroce su un'innocente, si consideravano nel giusto.
Ma come dargli torto se il figlio in fondo viene ormai considerato dalle legislazioni occidentali come un diritto di proprietà, come un oggetto che si può fabbricare in laboratorio e poi comprare (e quindi perché no, anche eliminare)? Perché scandalizzarsi se poi viene utilizzato come ogni altro bene di consumo? Non a caso chi usa i bambini come strumenti viene protetto come un perseguitato dalla legge inglese mentre chi difende gli innocenti paga con la perdita del lavoro. Basti pensare al giudice Richard Page che ha perso in questi giorni il ricorso in appello dopo che i vertici del sistema sanitario nazionale inglese lo avevano rimosso dal suo incarico per aver difeso i bambini come Elsie, spigando nel 2015 alla Bbc che era meglio darli in adozione ad un uomo e una donna.
Pare incomprensibile che il mondo possa vivere nell’inganno di un ribaltamento simile, dove ciò che è evidentemente maligno viene dipinto come bene assoluto da proteggere e ciò che è bene viene negato se non perseguitato. Tutto ciò fino a portare i giornali a rallegrarsi, come in questi giorni, di Lilly, una cagnolina della Florida, perché “salvata dall’eutanasia”, mentre la soppressione di un uomo (magari improduttivo, malato e faticoso da gestire) viene sbandierata come un atto di carità. Come siamo arrivati fino a qui?
Forse il relativismo - che rifiuta l’esistenza di una verità oggettiva, ossia del buono, del giusto e del bello - impera non tanto perché questa verità implichi un sacrificio, ma perché essa chiede di accettare una definitiva dipendenza. Ossia una grande umiltà che appunto la tracotanza dell’uomo occidentale rifiuta. È così che il relativismo replica continuamente l’atteggiamento di satana verso Dio, il quale pur di non ammettere di essere una creatura preferisce vivere nella confusione infernale, che diventa sistema quando questa posizione ribelle è normata e resa criterio dei rapporti sociali. Per opposizione si capisce che, al contrario, è solo l'umiltà di fronte al bene e al vero, per quanto richieda un sacrificio del proprio potere, a generare la bellezza nel mondo. Il Centuplo quaggiù.