Il culto “puro”, come Lutero si sbarazzò dei sacramenti
Basandosi sulla sua errata idea della giustificazione, Lutero demolì il sistema sacramentale cattolico, mantenendo solo Battesimo ed Eucaristia, ma svuotati del loro significato. In particolare, l’attacco alla Messa era necessario per il decollo della sua “riforma”.
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Il culto dev'essere puro. Un'affermazione che può essere accolta da tutti a causa della sua attrattività, ma anche della sua indeterminatezza. E in effetti non c'è santo né eretico che non l'abbiano fatta propria, ma evidentemente conferendo a questo principio contenuti molto diversi. Nell'ottica di Martin Lutero questa purezza equivaleva ad una epurazione di tutti quegli aspetti del culto cattolico che figuravano ai suoi occhi come inquinati dal tanto odiato e avversato papismo anticristico, per ritornare ad un ipotetico e fumoso culto della Chiesa delle origini.
Per comprendere la posizione di Lutero sulla liturgia, i sacramenti e in particolare la Messa, è necessario richiamare brevemente la sua concezione della giustificazione. La grazia della salvezza ci è stata meritata una volta per tutte dal sacrificio di Cristo sulla croce; questa grazia, secondo Lutero, non può essere trasmessa tramite una mediazione sacerdotale e sacramentale, quale dono divino che trasforma e guarisce il cuore dell'uomo. Essa è invece una decisione di Dio, con la quale Egli non imputa all'uomo il suo male; Dio chiude gli occhi sui peccati degli uomini e ricopre il peccatore della grazia di Cristo, come di un manto, non vedendo più in lui un peccatore (sebbene continui ad esserlo), ma un giusto, grazie ai meriti del sacrificio del Figlio. All'uomo viene chiesta semplicemente la fede in quest'azione divina.
Non è difficile comprendere come, in questa prospettiva, l'idea che la grazia possa essere trasmessa dalla Chiesa mediante i sacramenti non sia ammissibile, perché la giustificazione è appunto semplicemente questo favore divino, nel quale l'uomo pone la sua fiducia. Il sacramento è semmai il segno esterno di questa benevola disposizione divina, o ancora un segno che sostiene la fede, ma non un segno efficace della grazia, un segno cioè che per sé conferisce la grazia, mediante il quale veniamo resi partecipi della vita divina; non è ammissibile che la grazia del sacrificio di Cristo ci raggiunga mediante i segni sacramentali.
Lutero non poteva dunque lasciare intatto il sistema sacramentale cattolico. Non solo, com'è noto, ridusse ad una diade il settenario sacramentale, ma di fatto svuotò anche il Battesimo e l'Eucaristia della loro realtà sacramentale riducendoli a meri segni espressivi e commemorativi. E in particolare si scagliò contro la dimensione sacrificale dell'Eucaristia, ossia il fatto che ogni giorno il sacerdote offra la medesima Vittima che immolò se stessa in ara crucis per ottenere la remissione dei peccati e la grazia divina.
L'ex monaco aveva ben chiaro che la sua “riforma” non avrebbe potuto decollare senza quei cambiamenti sostanziali alla liturgia della Messa che eliminassero l'idea di una grazia efficace, di un vero sacrificio, di un sacerdozio ministeriale; ma d'altra parte era necessario fare attenzione a non stravolgere tutto, per evitare che il popolo prendesse consapevolezza che gli veniva tolto quanto di più caratterizzante la religione cristiana. Preferì dunque agire per tappe, non di rado provocando frizioni con chi invece desiderava che la rivoluzione fosse più radicale e spedita, e premurandosi di presentare le modifiche come un ritorno alla semplicità del culto della Chiesa primitiva, in seguito sfigurato dall'aggiunta di elementi “papisti”.
Vediamo in concreto come Lutero andò a modificare l'ordinario della Messa, nelle due tappe fondamentali del 1523 con la composizione della Formula Missæ et Communionis pro Ecclesia Vuittembergensi, e del 1526, quando, con la Deutsche Messe und ordnung Gottesdienstes, passò dal latino al vernacolo e soppiantò il proprio del canto liturgico con inni in tedesco di sua composizione. In sostanza, Lutero conservò il Kyrie, il Gloria, l'epistola, il graduale, il Vangelo e il Credo. Il salmo Iudica me e il Confiteor vennero sostituiti da un salmo che fungeva da Introito. L'«abominazione chiamata offertorio», parole sue, insieme all'Orate, fratres e all'orazione (la Secreta) semplicemente sparirono, sostituiti da una colletta dei fedeli da destinare ai poveri. Anche il Canone romano venne abolito, mentre furono mantenute le sole parole dell'istituzione. L'elevazione non fu da lui mai soppressa, sebbene avesse personalmente smesso di compierla a partire dal 1539; decisione che rimarca ulteriormente la sua “prudenza”, dal momento che l'elevazione era l'aspetto che maggiormente attirava l'attenzione del fedele durante il Canone romano, che era pregato dal sacerdote interamente a bassa voce. Aboliti anche i numerosi segni di croce sulle oblate, il Libera nos successivo al Padre nostro e due delle tre preghiere del sacerdote prima di comunicarsi.
Lutero inoltre criticò l'uso cattolico di dare la Comunione ai fedeli sotto l'unica specie del pane, disponendo dunque di porgere ai fedeli anche il calice (quindi, non per intinzione). Mentre la Chiesa cattolica difendeva la Comunione sotto la sola specie del pane per ragioni disciplinari e opponendosi all'utraquismo dei seguaci di Jan Hus (1371-1415), Lutero riteneva questo uso una contraddizione del comando di Cristo «prendete e mangiate, prendete e bevete».
Sulla questione delle immagini sacre, intervenne per moderare la furia iconoclasta di Carlostadio (vedi qui), non senza ragioni politiche e di opportunità. I principi si erano infatti lamentati della virulenza di colui che stava cavalcando la “riforma” in assenza di Lutero, e quest'ultimo denunciò questo accanimento contro le icone come una nuova forma ideologica analoga, sebbene di segno opposto, rispetto a quella cattolica. Di fatto, egli non abolì formalmente le immagini sacre, ma dispose che fossero considerate semplici ausili per l'immaginazione del fedele o per la sua istruzione, e non invece quali oggetti di culto, secondo l'insegnamento cattolico (riassunto qui). Decisamente meno moderata, al riguardo, fu la posizione di Huldrych Zwingli (1484-1531) e quella di Jehan Cauvin (Calvino, 1509-1564), che si posero invece nella scia di Carlostadio.
Lutero aveva avvertito la necessità di cambiare la liturgia in conseguenza dell'ampio sovvertimento dottrinale, comprendendo che nel popolo la nuova dottrina sarebbe penetrata più facilmente cambiando il loro modo di pregare più che con la predicazione. A suo modo avvalorava il principio della lex orandi, lex credendi e confermava che i cambiamenti liturgici hanno una grande capacità di cambiare la fede.
L’Immacolata Concezione
La verità dell’Immacolata Concezione non confligge con quella di Cristo Salvatore di tutti gli uomini, come spiegò il beato Duns Scoto introducendo il concetto di redenzione preservatrice o preventiva. Un privilegio di Dio che si lega al ruolo di Maria nella storia della salvezza.
Le rivolte dei contadini che Lutero fece soffocare nel sangue
L’attacco sistematico di Lutero al papato e la diffusione della sua riforma dipendevano dal sostegno dei principi, suoi protettori. E quando i contadini protestarono per la perdita dei diritti sotto il nuovo ordine, Lutero istigò i principi al massacro. In linea con il suo assolutismo di Stato.
Il culto di Cristo – Il testo del video
A Cristo dobbiamo un culto di latria, cioè di adorazione: lo stesso vale per la croce e le sue immagini, in quanto rimandano a Lui. Il vero senso del divieto dell’Esodo (20,4) e l’Incarnazione. Il culto di iperdulia dovuto a Maria. Perché venerare le reliquie dei santi: S. Girolamo e S. Tommaso rispondono.