Nitag, l'ordine dei medici si allinea in stile Soviet
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Toni perentori, retorica e caccia alle streghe nel comunicato FNOMCeO sul caso Nitag. Una pesante intimidazione anche verso i lavori della Commissione di inchiesta.

La vicenda del Gruppo Tecnico Consultivo Nazionale sulle Vaccinazioni (NITAG), formato e poi disciolto dal Ministro Schillaci, sta assumendo ogni giorno di più una dimensione politica e culturale quantomeno preoccupante.
E’ stata resa nota una lettera inviata in data 9 agosto al Ministro da parte del presidente della Federazione degli Ordini dei Medici Filippo Anelli. Il dottor Anelli comunica di parlare a nome del Comitato Centrale della Federazione. Un termine, Comitato Centrale, che si credeva ormai estinto dopo la fine dell’Unione Sovietica. La lettera ribadisce l’ormai noto ostracismo nei confronti dei due colleghi, professor Paolo Bellavite e dottor Eugenio Serravalle, che erano stati chiamati dal Ministro a far parte del Gruppo Tecnico Consultivo Nazionale sulle Vaccinazioni, un comitato di 22 membri chiamato a fornire al Ministero indicazioni per l’elaborazione di linee guida e politiche vaccinali. Un gruppo di discussione e confronto, ma come abbiamo già scritto qui sulla Bussola, il gruppo lo si voleva assolutamente monolitico.
Tuttavia, tra quanto Anelli scrive al Ministro, ci sono dei passaggi piuttosto significativi: «Siamo stati come Ordini territoriali e come FNOMCeO, in prima linea durante la pandemia Covid 19 per sostenere le vaccinazioni e raggiungere risultati che tutto il mondo scientifico ha valutato come eccellenti. Sono morti 380 colleghi per il Covid 19 e la mortalità dei medici e degli odontoiatri è stata azzerata grazie alla vaccinazione Anticovid e all'impegno degli OMCeO nei confronti dei colleghi e dello Stato».
Dunque Anelli rivendica l’essere stati “in prima linea” (ecco che torna ancora una volta la militarizzazione del linguaggio e del pensiero, tipica degli anni 2020-21) ma non tanto a curare i malati, magari a domicilio, senza intasare gli ospedali, ma «per sostenere le vaccinazioni». Un sostegno morale, ma anche materiale, visto che furono molti i medici che si misero a disposizione come vaccinatori, pur non avendo mai somministrato un vaccino in vita loro, dietro lauti compensi. A tal proposito, la Commissione di inchiesta sulla pandemia dovrebbe anche aprire questo filone di inchiesta: quanto ci sono costati i medici vaccinatori? Quanto guadagnavano? Le cifre che sono trapelate al tempo erano davvero preoccupanti. Chi fissò le tariffe, e con quali criteri?
L’esclusione di rappresentanti ufficiali Fnomceo nel NiTAG deve essere visto - secondo Anelli - come uno scarso riconoscimento per lo “sforzo bellico” degli Ordini. «L'attuale composizione del NITAG, continua il presidente, non tiene conto di alcune figure che sarebbero risultate estremamente utili per le strategie di prevenzione vaccinale, (quali?) mentre altre destano francamente forti perplessità per la professata incoerenza con le evidenze scientifiche in materia vaccinale». La terminologia di Anelli cerca di evitare la querela per diffamazione, ma è ugualmente molto discutibile, anche perché immediatamente dopo racconta che «le nostre sedi istituzionali ordinistiche sono state oggetto di atti vandalici da parte di no vax e molti Presidenti hanno ricevuto minacce di ogni genere sino a quelle di morte». Che c’entra questo con le competenze scientifiche del professor Bellavite e del dottor Serravalle? E’ un modo di gettare discredito su di loro, in un accostamento forzatissimo. Infine, ribadisce che ai dissidenti non si deve dare «diritto di tribuna».
Infine, la lettera si conclude con un’enfasi che nel linguaggio ci riporta indietro di qualche decennio: «L’invito che viene dal Comitato Centrale e da tutto il mondo ordinistico, al fine di far prevalere le ragioni della scienza nell’interesse supremo della tutela della salute pubblica, è quello della revisione della composizione del NITAG; condizione questa irrinunciabile perché ci possa essere un eventuale contributo diretto da parte della FNOMCeO». L’azione di Anelli, e tutta la attuale campagna anti Bellavite e Serravalle, hanno quindi un chiaro intento preventivo.
In primo luogo, getta una forte ipoteca, un pesante condizionamento sull’attività in corso della Commissione di inchiesta. Ancora una volta, porsi domande, esprimere richieste di chiarimento sui vaccini adottati, sulla loro efficacia e sicurezza, esporrebbe all’accusa infamante di no vax. Lo vediamo fin da oggi, con questa durissima polemica su un comitato che pur essendo solo di carattere consultivo e non avendo al momento espresso alcuna posizione esplicitamente opinabile, dovrebbe avere una composizione assolutamente monolitica. Il messaggio che deve uscire da esso, se e quando verrà ricostituito, dovrà essere univoco.
L’auspicio invece è che la revoca della nomina ministeriale possa aprire le porte ad una revisione della composizione del comitato, rispondente all’obiettivo di avere un organismo di chiara capacità tecnica e scientifica, dove si possa discutere alla luce delle evidenze scientifiche.
Il campo della Vaccinologia è aperto e non può essere soggetto a irrigidimenti preclusivi. Pensiamo solo a quello che è successo col vaccino AstraZeneca, ritirato da tempo dal commercio a seguito di evidenze scientifiche. Ed è solo un esempio. Il vero bene della salute delle persone richiede che sulle politiche vaccinali ci sia il massimo confronto possibile, nel rispetto delle competenze scientifiche, senza esclusioni aprioristiche, e anche con più rispetto della deontologia tra colleghi, e soprattutto tra persone.