Effetto Trump, inizia la «rivoluzione del buon senso»
Il ritorno del tycoon è stato scandito da una raffica di provvedimenti per ripristinare l'ovvio e porre fine alle censure ideologiche targate Biden che hanno soffocato anche la libertà di pensiero. Dal video-incontro di ieri un'analisi del cambio della guardia alla Casa Bianca, con John Rao e Luca Volontè.
Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca è stato segnato sin dall’inizio da una raffica di ordini esecutivi dando subito inizio a una «rivoluzione del buon senso» – per usare le sue stesse parole – all’insegna del ripristino di realtà ovvie (per esempio, maschile e femminile) o revocando gli esperimenti di marca woke, gender e green praticati sulla società americana. Una rivoluzione che potrebbe espandersi anche al di qua dell’Oceano e fare da contraltare a un’Europa sempre più laicista, come ha ricordato Stefano Magni introducendo l’incontro di ieri dei “Venerdì della Bussola” intitolato Effetto Trump, con John Rao e Luca Volontè.
Rao ha posto l’accento su «due Trump: c’è la persona, e le persone da cui riceve consiglio; poi c’è il “Trump simbolo”, divenuto importante per differenti gruppi, che ha fatto ciò che mai ci saremmo aspettati in passato». Il «Trump simbolo» ha permesso ai cattolici americani «un’influenza che non avremmo mai creduto possibile otto anni fa», all’epoca del suo primo mandato. Tanto più provvidenziale dopo che nella passata amministrazione «la sinistra ha mostrato tutta la cattiveria di cui è capace, specialmente attraverso la censura» accanitasi in modo particolare sul mondo pro-life e persino sguinzagliando l’FBI contro i frequentatori di Messe in latino. Quando il neo-presidente ha definito il 20 gennaio come «giorno della liberazione», ha confidato Rao, «io lo sentivo, mi sentivo libero da tutte le influenze ideologiche».
E il discusso gesto di Musk? In Italia non si parla d’altro, «ma come viene interpretato negli USA?», chiede Magni. «La sola idea che la folla avrebbe accettato un saluto nazista è assurda», risponde Rao, e aggiunge che se Musk può influenzare negativamente Trump è per le sue idee transumaniste, non certo un saluto nazista inesistente.
Quella di Rao è una testimonianza “sul campo” particolarmente significativa, non solo perché vive negli Stati Uniti ma anche perché era presente ai “fatti” del 6 gennaio 2021, come già aveva riferito all’indomani delle elezioni americane. Contento per la grazia concessa a quanti erano stati condannati per sedizione, nota che tra loro c’è anche chi la rifiuta per ribadire la propria innocenza.
L’altra grazia concessa da Trump è per i 23 pro-life incarcerati sotto l’amministrazione Biden (che della guerra agli anti-abortisti aveva fatto una bandiera). Per Luca Volontè è molto significativa la frase pronunciata dal presidente: «Non avrebbero dovuto essere perseguiti», definendo «un grande onore firmare la grazia». Volontè nota che in quest’ambito Trump era stato «più protagonista quattro anni fa e più timido in questa campagna elettorale», ma è passato ai fatti e più in generale «ha invertito la tendenza che andava avanti dalla presidenza Obama» (con l’eccezione proprio del primo mandato di Trump), «che mirava a cambiare la natura dell’uomo» e persino il linguaggio, «imponendo l’ideologia woke e gender».
Tra i primi provvedimenti Volontè ne individua «quasi una decina molto importanti, a partire da uno dei primi che ha firmato lunedì, per impegnare l’amministrazione federale a promuovere e tutelare la libertà di opinione», revocando quella censura che «impediva anche ai genitori di potersi esprimere nei confronti degli insegnanti che educavano i loro figli all’ideologia gender». Altrettanto dirimente «è aver aver reintrodotto il buon senso dell’evidenza biologica nelle decisioni e provvedimenti dell’amministrazione federale: non ci sono tre sessi, ce ne sono due», ponendo fine alle spese e agli sforzi dispiegati fino a poco prima di Natale dall’amministrazione Biden per promuovere determinate ideologie all’interno della scuola e dell’amministrazione pubblica.
Il primo provvedimento, quello sulla libertà, «ha messo in condizione Pam Bondi, candidata alla direzione del Dipartimento di Giustizia di dire: sappiate bene che non è mia intenzione indirizzare in maniera violenta e politicamente indirizzata gli strumenti del Dipartimento». In pratica, «non ci saranno più casi in cui l’amministrazione della giustizia negli USA e l’FBI vengono manipolati politicamente per indagare su come pregano i cattolici tradizionalisti o come recitano il Rosario i movimenti ecclesiali». Per altri versi, dichiarare che ci sono solo maschio e femmina è un provvedimento «chiamato impropriamente “contro l’ideologia gender”, ma in realtà è a favore della riaffermazione della realtà».
Particolarmente eclatante il ritiro sia dall’accordo di Parigi sia dall’OMS: al riguardo, chiede Magni, «come cambiano i rapporti degli USA con la galassia degli aiuti internazionali, che includono anche quelli ai cosiddetti “diritti riproduttivi”, in pratica aiuti all’aborto?». Il primo, risponde Volontè «è uno stop al catastrofismo ambientalista» e l’altro toglie all’OMS e all’Agenzia USA per lo Sviluppo Internazionale (USAID) «la possibilità di ricattare decine di Paesi, non solo africani» con l'imposizione del pacchetto "contraccezione-aborto-gender" in cambio di aiuti. Il che, osserva, «meriterebbe un commento positivo dalle sacre stanze vaticane».
Infine il discorso di Trump a Davos: ma è davvero un attacco all’Europa criticare l’eccesso di regolamenti e di dirigismo? Volontè esprime semmai il timore «che l’Europa reagisca dicendo: adesso dobbiamo centralizzare ancora di più... è esattamente il contrario di quello che dobbiamo fare», cioè renderci conto «che l’autonomia e l’identità delle nazioni europee sono un vantaggio, non una sfortuna per il nostro continente, e che seguire l’ideologia green è stata una follia totale». Trump chiede «una equità di trattamento» e un riequilibrio del «deficit commerciale tra USA ed Europa». L’alternativa per noi europei «è una sola: metterci nelle braccia della Cina».
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