Biden prepara le "midterm" con la caccia ai pro-life
A 100 giorni dalla sentenza "Dobbs", che ha ribaltato il “diritto” federale all’aborto, e a 31 giorni alle elezioni di midterm, cresce l’impegno dell'Amministrazione Biden e dei Dem per legalizzare l’aborto sino alla nascita, mentre l’FBI dimentica le indagini sugli attentati subiti dai pro-life, anzi, li mette sotto accusa.
Nei giorni scorsi, il 4 ottobre, ricorrevano i 100 giorni dalla storica e rivoluzionaria sentenza della Corte suprema sul caso Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization che, come abbiamo ricordato più volte su La Bussola, ha abolito la dottrina dell’aborto libero della sentenza "Roe" e riportato le competenze legislative sul tema nelle mani dei legislatori statali, scatenando un’ondata di minacce, attentati vandalici ed intimidazioni fisiche senza precedenti.
La ricorrenza è stata ricordata dalla Chiesa cattolica con un ampio documento del suo presidente della Commissione per la vita, l’arcivescovo William Lori di Baltimora che quanto siano preziosi sia la madre che il bimbo «devono essere protetti e la vita di uno non deve essere contrapposta alla vita di un altro. L’obiettivo è sempre quello di salvare la vita, mai di distruggerla intenzionalmente». Anche in situazioni difficili come lo stupro, l’aborto non è la risposta, nel «mondo post-Roe, dobbiamo agire in radicale solidarietà con la donna incinta e il suo bambino, lavorando e pregando per il giorno in cui l'aborto sarà impensabile», ha aggiunto, evidenziando che la Conferenza dei Vescovi, «sostiene la legislazione che cerca di limitare i danni dell'aborto, comprese alcune leggi che prevedono eccezioni, anche se continueremo a pregare e a lavorare per il giorno in cui tutta la vita umana sarà accolta con amore e protetta dalla legge», sin dal concepimento.
A fare il verso alla Chiesa cattolica ci ha pensato il solito “devoto” presidente Joe Biden che lo stesso giorno ha incontrato la sua Task Force on Reproductive Healthcare Access per fare il punto sulla situazione e aggiornare le azioni congiunte di multinazionali abortiste e governo Usa, per limitare o bloccare le legislazioni pro-life dei singoli Stati. Durante l’incontro, Biden ha nuovamente dichiarato la sua opposizione alle proposte repubblicane di vietare, a livello federale. gli aborti dopo le 15 settimane negli Stati in cui sono attualmente consentiti fino alla nascita (proponente Lindsey Graham), bollandola come «estremista» e minacciosa per «ogni donna, in ogni Stato e in ogni contea».
Sulla stessa linea la vicepresidente Kamala Harris che, durante l’incontro, ha ricordato come l’Amministrazione sostiene gli sforzi per approvare una legislazione federale che liberalizzi l’aborto «sino al momento della nascita» del bambino. Il Segretario all’Educazione, Miguel Cardona ha ribadito, durante l’incontro, l’impegno del suo Dipartimento per liberalizzare in ogni scuola pubblica del paese l’aborto come mezzo grazia al quale le studentesse possano «prosperare a scuola e nella vita». Tutti i prossimi candidati Dem alla carica di Governatore, Senatore o Deputato statale o federale sono sulla stessa linea: non parlare della crisi energetica, tacere sull’inflazione e insistere solo sull’aborto.
Come abbiamo detto, si voterà negli Usa fra 32 giorni (l’8 novembre) per il rinnovo parziale del Senato (35 seggi su 100) e per tutti i membri del Congresso (435 membri), nonché per il rinnovo di 39 Governatori statali, moltissimi parlamenti statali e in cinque Stati i cittadini voteranno sull'aborto. Tre di essi (California, Michigan e Vermont) propongono emendamenti costituzionali per promuovere l’aborto, altri due (Kentucky e Montana) misure a favore della vita. Ad oggi, purtroppo, FBI e Dipartimento di Giustizia non hanno ancora chiesto l’imputazione di alcun terrorista e vandalo che si è profuso nelle aggressioni degli ultimi mesi contro chiese, centri pro life o abbia minacciato giudici ed sostenitori della vita del concepito. Nulla è accaduto anche lo scorso 27 settembre a New York, quando un gruppo di facinorosi abortisti ha molestato religiose e pro-life fuori dalla Cattedrale di San Patrizio. Ancor meno si sa dell’uomo arrestato dalla polizia locale di Tusla (Oklahoma), dopo che aveva accoltellato una sagrestano con una spada e lanciato molotov nella Cattedrale della sacra famiglia della città.
Invece di mostrare attenzione ed impegno per le indagini sulle centinaia di attentati e minacce subite dai pro-life, il Dipartimento di Giustizia mercoledì sera 5 ottobre, ha accusato altri 11 attivisti pro-life, dopo gli arresti dei giorni scorsi, per la violazione della legge sulla libertà di accesso agli ingressi delle cliniche abortiste nel 1994 FACE Act. Gli 11 attivisti sono stati accusati di cospirazione e di aver causato un “blocco pacifico” dell’accesso ad una clinica abortiva a Mount Juliet, nel Tennessee. Per il reato di cospirazione rischiano fino a 11 anni di carcere e una multa fino a 250.000 dollari, per l’accusa di violazione del FACE Act si rischia fino a un anno di carcere e una multa fino a 10.000 dollari.
Nei giorni scorsi l’FBI aveva fatto irruzione nella casa dell’attivista pro-vita Chet Gallagher, per la seconda volta nelle ultime settimane, con l’accusa di aver pregato e cantato fuori dalla clinica abortista di Mount Juliet, nel Tennessee. Nelle scorse settimane, il 23 settembre, come abbiamo descritto su La Bussola, l’FBI aveva fatto irruzione nella casa di Mark Houck, un leader pro-life, la cui abitazione e membri della famiglia sono stati perquisiti. Rischia l’imputazione invece il padre francescano Fidelis Moscinski, un importante sacerdote pro-vita di New York, per aver messo un lucchetto al cancello d’entrata di una clinica. Intanto, l'ultimo sondaggio di ETWN mostra che anche i cattolici non vogliono che Biden si ricandidi nel 2024 (58%) e disapprovano il suo operato (57%). Meno 31 giorni all’alba...