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CAOS CHIESA TEDESCA

«Dimettiamoci»: ricatto dei vescovi all'anti-scisma Woelki

Clamorosa indiscrezione del Bild: i vescovi tedeschi stanno valutando di dimettersi in blocco in segno di protesta per la gestione dello scandalo abusi da parte dell'arcivescovo di Colonia Woelki. La difesa di Müller che denuncia la strumentalizzazione di casi del passato, su cui Woelki è già uscito pulito, per screditare il vescovo «critico dell'unilateralità del Cammino Sinodale». Gli abusi sono una scusa: il vero obiettivo sarebbe quello di togliere di mezzo il principale nemico interno e blindare quel Cammino Sinodale che sta creando più di un grattacapo a Roma. 

Ecclesia 27_06_2021

In Germania è in arrivo un nuovo terremoto nella Chiesa. Dopo il successo mediatico delle dimissioni annunciate in pompa magna dal cardinale Marx e respinte dal Papa, sembrerebbe che buona parte dell'episcopato tedesco sia intenzionato a replicare lo stesso copione. L'obiettivo? Sempre quello: mettere in difficoltà il cardinale Rainer Maria Woelki ed indurlo una volta per tutte al passo indietro definitivo. Ha del clamoroso l'indiscrezione riportata dal tabloid "Bild" secondo cui tra le gerarchie ecclesiastiche al di là del Reno si starebbe valutando l'ipotesi di dimettersi in blocco in segno di protesta per la gestione dello scandalo abusi da parte dell'arcivescovo di Colonia. 

Il cardinale Gerhard Ludwig Müller è intervenuto nelle scorse ore per difendere Woelki, sostenendo che ci sarebbe in corso una strumentalizzazione di casi del passato al fine di screditare il successore di Meisner in quanto «critico dell'unilateralità del Cammino Sinodale». Secondo il prefetto emerito della Congregazione per la dottrina della Fede, infatti, ai vescovi tedeschi insofferenti verso Woelki non interesserebbe né fare giustizia per le vittime né assumersi responsabilità per fallimenti personali. Il vero obiettivo, quindi, sarebbe quello di togliere di mezzo il principale nemico interno e blindare quel Cammino Sinodale che sta creando più di un grattacapo a Roma.

In effetti, come avevamo già scritto nei precedenti articoli sulla vicenda, l'indagine indipendente condotta dall’avvocato Björn Gercke e relativa agli abusi sessuali su minori commessi all'interno dell'arcidiocesi di Colonia dal 1975 al 2018 ha scagionato da responsabilità personali l'attuale arcivescovo. Perché, quindi, dovrebbe dimettersi? Peraltro a Colonia è attualmente in corso una visita apostolica affidata al cardinale Anders Aborelius, vescovo di Stoccolma, e a monsignor Johannes van den Hende.

La minaccia di dimissioni collettive, sulla falsariga di quelle annunciate e poi rimaste su carta dal cardinal Marx, suona piuttosto come un modo per forzare i tempi in barba ai risultati della visita apostolica. Il capitolo sul passo indietro (solo annunciato) dell'arcivescovo di Monaco, inoltre, costituisce un precedente che dovrebbe valere come un'argomentazione in più a difesa della posizione di Woelki: nella lettera al Papa, infatti, accanto all'accusa sistemica Marx ha parlato di «molti fallimenti personali ed errori amministrativi» nell'ambito della catastrofe abusi sessuali. Francesco, però, ha respinto le sue dimissioni con una lettera pubblica del 10 giugno in cui lo ha confermato alla guida della sua arcidiocesi. Perché, allora, buona parte dell'episcopato tedesco si augura un esito diverso per il confratello Woelki - sul quale non gravano responsabilità personali nella gestione abusi - ed è pronta persino a dimettersi in blocco pur di metterlo in difficoltà e costringerlo a rinunciare?

L'impressione è che ci si nasconda dietro un tema mediaticamente sensibile come quello relativo agli abusi per regolare i conti interni in vista della prosecuzione del Cammino Sinodale. D'altra parte, è stato lo stesso Marx ad aver indicato la via sinodale come l'unico punto di svolta per uscire dalla crisi in cui lo scandalo abusi ha fatto precipitare la Chiesa. La correlazione con una questione così delicata ha avuto il risultato, una volta incassato il consenso mediatico, di rafforzare il Synodaler Weg di cui Marx è stato il grande promotore e Woelki il principale critico.

Giovedì scorso Papa Francesco ha ricevuto in Vaticano monsignor Georg Bätzing, presidente della Conferenza episcopale tedesca. Secondo quanto ha riferito quest'ultimo, l'udienza si è concentrata sulla situazione della Chiesa in Germania alla luce della gestione dei casi di abusi sessuali e sulla «difficile situazione in diverse diocesi». Non sappiamo se Bätzing può aver informato il Papa in quest'occasione dell'intenzione di buona parte dei vescovi tedeschi - riportata dalla Bild - di offrire dimissioni collettive. Il presidente della Conferenza episcopale ci ha però tenuto a far sapere che Francesco lo «ha incoraggiato a continuare sulla strada sinodale» scelta.