Report su abusi, Woelki ne esce pulito (ma più debole)
Il 18 marzo l’Arcidiocesi di Colonia ha pubblicato il rapporto sugli abusi sessuali, che getta scandalo su alti prelati ormai defunti e altri in vita. Coinvolto perfino mons. Heße, oggi arcivescovo di Amburgo. Ne esce pulita l’immagine del cardinale Woelki, che ha gestito bene i casi segnalati, ma che soffre l’imbarazzo per le accuse contro Meisner, suo predecessore e maestro.
Alla fine l’Arcidiocesi di Colonia ha mantenuto la promessa e pubblicato il rapporto sugli abusi sessuali nella data annunciata, il 18 marzo 2021. Ottocento pagine di un dossier che copre un arco temporale di 43 anni e inchioda alle loro responsabilità figure importanti della storia dell’Arcidiocesi. Secondo lo studio legale Gercke Wollschläger, incaricato dell’indagine dal cardinale Rainer Maria Woelki dopo il rifiuto di quest'ultimo a pubblicare i risultati di un precedente lavoro commissionato al team di Monaco Westpfahl-Spilker-Wastl per carenze metodologiche, sarebbero state 314 le vittime di violenze tra il 1975 e il 2018 all’interno dei confini ecclesiastici dell’arcidiocesi. I religiosi rappresenterebbero il 63% dei presunti responsabili, mentre più del 30% dei casi riguarderebbe abusi sessuali, di cui il 15% gravi.
Il rapporto accerterebbe le omissioni delle più alte gerarchie ecclesiastiche di Colonia, persino dei defunti cardinali Joachim Meisner e Joseph Höffner che, come ha spiegato il loro successore Woelki, non avrebbero sanzionato i colpevoli. Riferendosi alle presunte responsabilità di Meisner negli insabbiamenti, il cardinale Woelki - che oltre ad averne preso il posto alla guida dell’arcidiocesi è stato anche suo segretario personale per sette anni - ha detto di esserne rimasto toccato e di provare profondo imbarazzo. L’esperto penalista Gercke ha individuato un totale di 75 violazioni di doveri tra i responsabili dell’Arcidiocesi di Colonia, nessuna delle quali però commessa da Woelki. Il porporato, quindi, esce personalmente pulito da uno scandalo che però copre di vergogna l’intera storia recente dell’arcidiocesi che guida. Uno scandalo che non ha gettato ombre solo su alti prelati ormai defunti, ma anche su importanti funzionari in attività come monsignor Dominikus Schwaderlapp, vescovo ausiliare ed ex vicario generale, e il vicario giudiziale, padre Günter Assenmacher, immediatamente sospesi da ogni incarico.
Ma è quella di monsignor Stefan Heße, arcivescovo di Amburgo, la testa più eccellente a rotolare dopo la pubblicazione del rapporto di Gercke. Capo del personale dell’Arcidiocesi di Colonia all’epoca dei fatti contestati, Heße è accusato di aver violato obblighi d’ufficio e ha per questo offerto le sue dimissioni a Papa Francesco. Woelki, che ha parlato a caldo subito dopo il rilascio del report, ha fissato al 23 marzo una nuova conferenza stampa per commentare il contenuto dell’indagine dopo averlo letto più attentamente. Nonostante il riconoscimento di aver gestito correttamente i casi di abusi segnalati durante il suo mandato, l’immagine dell’arcivescovo di Colonia esce fortemente indebolita dalla vicenda: non solo per via del suo rifiuto a rendere pubblico il contenuto del primo rapporto realizzato dal team legale di Monaco, ma anche per le accuse arrivate sul conto di colui che è stato suo predecessore e maestro.