Covid, virus da laboratorio sfuggito ai controlli dell'Oms
Una chimera: questo è il Covid-19. Ossia uno strano ibrido, il prodotto della manipolazione di virus fatta in laboratorio allo scopo di produrre vaccini e poi sfuggito per qualche motivo. Sono queste le conclusioni cui è arrivato lo scienziato Joseph Tritto al termine degli studi condotti con la sua équipe di ricerca: il suo libro, edito da Cantagalli, esce oggi in Italia. L'accusa all'Oms per la gestione dell’epidemia: perché ha deciso di non inviare immediatamente una sua équipe per verificare le informazioni ricevute dal governo cinese?
- CERCANSI DELATORI ALLO SQUACQUERONE di Andrea Zambrano
Una chimera: questo è il Covid-19. Ossia uno strano ibrido, il prodotto della manipolazione di virus fatta in laboratorio allo scopo di produrre vaccini. Sono queste le conclusioni cui è arrivato lo scienziato Joseph Tritto al termine degli studi condotti con la sua équipe di ricerca. Delle rivelazioni che sono accessibili al pubblico nel volume Cina Covid-19. La chimera che ha cambiato il mondo, che esce oggi ed è edito da Cantagalli.
Il professor Tritto e il suo team hanno lavorato al saggio con pazienza certosina, in una situazione in continua evoluzione, verificando con grande rigore tutte le informazioni, gli studi, le ricerche alle quali ha attinto, ottenendo un risultato che senza ombra di dubbio è sorprendente. Il libro è una ricerca della verità dei fatti e dell’evidenza cronologica dell’evolversi dell’epidemia, così come una testimonianza della sofferenza delle persone colpite dall’infezione virale, e infine una critica ragionata delle verità assunte o presunte della scienza medica, una voce indipendente delle proposte della ricerca scientifica e tecnologica.
Tritto, che è studioso di micro e nano tecnologie, membro internazionale dell’Academy of Health, USA (Global Health Commission), presidente di importanti accademie, associazioni e fondazioni internazionali, tra cui: WABT (World Academy of Biomedical Sciences and Technologies), si è dedicato innanzitutto a identificare l’origine del virus. Le sue conclusioni sono che non può trattarsi di un virus di origine naturale (wild). Studi scientifici alla mano, ricostruisce la genesi del virus Covid-19, frutto di una ingegnerizzazione avvenuta nei laboratori di Wuhan.
Un virus che ha delle somiglianze inquietanti con il virus Hiv-1: almeno 4 nucleotidi, che appartengono al virus dell’Aids, sono inclusi nel genoma del Coronavirus di Wuhan e questi non possono in alcun modo esistere nella ricombinazione. Un’osservazione che era stata fatta già mesi fa dal Premio Nobel per la Medicina Luc Montagnier, uno dei principali studiosi del virus Hiv. Montagnier dopo le sue dichiarazioni fu oggetto di grossolani attacchi da parte dei virologi di regime, che lo bollarono come complottista. Gli studi del professor Tritto invece confermano dati alla mano la bontà delle tesi dello scienziato francese.
Il Covid è dunque una chimera, ovvero un ibrido, un virus artificiale creato in laboratorio. Non ha origini naturali: non è una iniziativa di Madre Natura per ricondurci a stili di vita più sobri e naturali: è la conseguenza di azioni umane, è un piccolo mostro di Frankenstein uscito da laboratori dove si trafficava con vari tipi di genomi. Come ha fatto il professor Tritto ad entrare in possesso di questi dati? In realtà le caratteristiche del virus (ceppi e mutazioni) sono taciute dalla grande stampa, soprattutto italiana, ma sono documentate scientificamente dal mondo della ricerca internazionale
In sintesi, l’origine del Covid-19 risale già al 2002-2004, durante l’epidemia di Sars, in seguito ad alcuni esperimenti compiuti presso l’Istituto di virologia di Pechino da una eminente studiosa, la professoressa Shi Zheng-Li su coronavirus di una specie di pipistrello con lo scopo di preparare un vaccino contro la Sars. Vaccino che non vedrà mai la luce a causa dei gravi effetti collaterali che determinava. Nel tentativo di realizzare questo vaccino la professoressa Shi Zheng-Li combinò ad un coronavirus alcuni elementi di RNA del virus Hiv.
Successivamente la Shi Zheng-Li viene nominata direttrice del laboratorio biosicurezza 4 di Wuhan ed è lì che continua i suoi esperimenti sul vaccino dove arriva a creare, tramite il virus innocuo di un pangolino, il Covid-19. Non conosciamo lo scopo delle ricerche della Shi Zheng-Li su questo secondo virus chimera. Certamente, quando da Pechino è passata a Wuhan, le sue ricerche sono andate in questa direzione. Quello di Wuhan attualmente è il più importante laboratorio in Cina per la ricerca virologica. Negli ultimi anni ha ricevuto i più grossi fondi per la ricerca virologica di tutta la Cina, diventando un laboratorio di ricerca molto avanzata, che l’Accademia delle Scienze, e lo stesso governo cinese, hanno sottoposto al loro diretto controllo. A capo dell’Istituto di virologia di Wuhan è stato nominato il generale maggiore dell’esercito popolare cinese, Cheng Wei, esperta di armi biochimiche per la difesa. Il suo è un curriculum sul bioterrorismo, sulla difesa, una carriera fatta nel partito. L’Istituto di virologia di Wuhan è stato praticamente commissariato dal governo cinese e messo sotto l’egida dei militari.
Ciò non significa necessariamente che il Covid 19 sia una Biological Weapon, un’arma biologica, ma più probabilmente è il risultato di un errore, di una colpevole carenza nella sicurezza, e questa vicenda ci ricorda che “giocare” in laboratorio coi virus può essere molto pericoloso.
Il libro di Tritto infine contiene delle importanti analisi su quella che è stata la gestione dell’epidemia da parte dell’OMS e dello stesso governo cinese.
Le prime comunicazioni all’OMS fatte dalle autorità cinesi a gennaio sostenevano che si trattava di una malattia epidemica di tipo para influenzale e che la situazione era sotto controllo, non destando preoccupazioni. L’Oms trasmise queste informazioni a tutti i Paesi ma decise di non inviare immediatamente una sua équipe in loco per verificare le informazioni ricevute dal governo cinese. Perché?
Sono state le scelte politiche a determinare la diffusione del Covid, una ascesa che avrebbe potuto essere tutt’altro che irresistibile.