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IL LIBRO DI TRITTO

Covid, virus da laboratorio sfuggito ai controlli dell'Oms

Una chimera: questo è il Covid-19. Ossia uno strano ibrido, il prodotto della manipolazione di virus fatta in laboratorio allo scopo di produrre vaccini e poi sfuggito per qualche motivo. Sono queste le conclusioni cui è arrivato lo scienziato Joseph Tritto al termine degli studi condotti con la sua équipe di ricerca: il suo libro, edito da Cantagalli, esce oggi in Italia. L'accusa all'Oms per la gestione dell’epidemia: perché ha deciso di non inviare immediatamente una sua équipe per verificare le informazioni ricevute dal governo cinese?
- CERCANSI DELATORI ALLO SQUACQUERONE di Andrea Zambrano

Attualità 13_08_2020

Una chimera: questo è il Covid-19. Ossia uno strano ibrido, il prodotto della manipolazione di virus fatta in laboratorio allo scopo di produrre vaccini. Sono queste le conclusioni cui è arrivato lo scienziato Joseph Tritto al termine degli studi condotti con la sua équipe di ricerca. Delle rivelazioni che sono accessibili al pubblico nel volume Cina Covid-19. La chimera che ha cambiato il mondo, che esce oggi ed è edito da Cantagalli.

Il professor Tritto  e il  suo team hanno lavorato  al saggio con  pazienza certosina,  in una situazione in continua evoluzione, verificando con grande rigore tutte le informazioni, gli studi, le ricerche alle quali ha attinto, ottenendo un risultato che senza ombra di dubbio è sorprendente. Il libro è una  ricerca  della  verità  dei  fatti  e  dell’evidenza  cronologica  dell’evolversi dell’epidemia, così come una testimonianza  della  sofferenza  delle  persone  colpite  dall’infezione  virale, e infine una   critica ragionata delle verità assunte o presunte della scienza medica, una voce indipendente delle proposte della ricerca scientifica e tecnologica.

Tritto, che è studioso di micro e nano tecnologie, membro  internazionale  dell’Academy  of  Health,  USA  (Global  Health  Commission), presidente  di importanti  accademie,  associazioni  e  fondazioni  internazionali,  tra  cui:  WABT  (World  Academy  of Biomedical  Sciences  and  Technologies),  si è dedicato innanzitutto a identificare l’origine del virus. Le sue conclusioni sono che non può trattarsi di un virus  di origine naturale (wild). Studi scientifici  alla mano, ricostruisce la  genesi del virus  Covid-19,  frutto  di una ingegnerizzazione avvenuta nei laboratori di Wuhan.

Un virus che ha  delle  somiglianze  inquietanti  con  il  virus  Hiv-1:  almeno  4 nucleotidi, che appartengono al virus dell’Aids, sono inclusi nel genoma del Coronavirus di Wuhan e questi non possono in alcun modo esistere nella ricombinazione. Un’osservazione che era stata fatta già mesi fa dal Premio Nobel per la Medicina Luc Montagnier, uno dei principali studiosi del virus Hiv. Montagnier dopo le sue dichiarazioni fu oggetto di grossolani attacchi da parte dei virologi di regime, che lo bollarono come complottista. Gli studi del professor Tritto invece confermano dati alla mano la bontà delle tesi dello scienziato francese.

Il Covid è dunque una chimera, ovvero un ibrido, un virus artificiale creato in laboratorio. Non ha origini naturali: non è una iniziativa di Madre Natura per ricondurci a stili di vita più sobri e naturali: è la conseguenza di azioni umane, è un piccolo mostro di Frankenstein uscito da laboratori dove si trafficava con vari tipi di genomi. Come ha fatto il professor Tritto ad entrare in possesso di questi dati? In realtà le caratteristiche del virus (ceppi e mutazioni) sono taciute dalla grande stampa, soprattutto italiana, ma sono documentate scientificamente dal mondo della ricerca internazionale

In sintesi, l’origine del Covid-19 risale già al 2002-2004, durante l’epidemia di Sars, in seguito ad alcuni esperimenti compiuti presso l’Istituto di virologia di Pechino da una eminente studiosa, la professoressa Shi Zheng-Li su coronavirus di una specie di pipistrello con lo scopo di preparare un vaccino contro la Sars. Vaccino che non vedrà mai la luce a causa dei gravi effetti collaterali che determinava. Nel tentativo di realizzare questo vaccino la professoressa Shi Zheng-Li combinò ad un coronavirus alcuni elementi di RNA del virus Hiv.

Successivamente la Shi Zheng-Li viene nominata direttrice del laboratorio biosicurezza 4 di  Wuhan ed è lì che continua i suoi esperimenti sul vaccino dove arriva a creare, tramite il virus innocuo di un pangolino, il Covid-19. Non  conosciamo  lo  scopo  delle  ricerche  della  Shi  Zheng-Li  su  questo  secondo  virus  chimera. Certamente,  quando  da  Pechino  è  passata  a  Wuhan,  le  sue  ricerche  sono  andate  in  questa  direzione. Quello  di  Wuhan  attualmente  è  il  più  importante  laboratorio  in  Cina  per  la  ricerca  virologica. Negli ultimi  anni ha ricevuto i più grossi fondi per la ricerca virologica di tutta la Cina, diventando un laboratorio di ricerca molto avanzata, che l’Accademia delle Scienze, e lo stesso governo cinese, hanno sottoposto al loro diretto controllo.  A capo dell’Istituto di virologia di Wuhan è stato nominato il generale maggiore dell’esercito popolare cinese, Cheng Wei, esperta di armi biochimiche per la difesa. Il suo è un curriculum sul bioterrorismo, sulla  difesa,  una  carriera  fatta  nel  partito.  L’Istituto  di  virologia  di  Wuhan  è  stato  praticamente commissariato  dal  governo  cinese  e  messo  sotto  l’egida  dei  militari. 

Ciò non significa necessariamente che il Covid 19 sia una Biological Weapon, un’arma biologica, ma più probabilmente è il risultato di un errore, di una colpevole carenza nella sicurezza, e questa vicenda ci ricorda che “giocare” in laboratorio coi virus può essere molto pericoloso.

Il libro di Tritto infine contiene delle importanti analisi su quella che è stata la gestione dell’epidemia da parte dell’OMS e dello stesso governo cinese.

Le prime comunicazioni all’OMS fatte dalle autorità cinesi a gennaio sostenevano che si trattava di una malattia epidemica di tipo  para  influenzale  e  che  la  situazione  era  sotto  controllo,  non  destando  preoccupazioni.  L’Oms trasmise queste informazioni a tutti i Paesi ma decise di non inviare immediatamente una sua équipe in loco per verificare le informazioni ricevute dal governo cinese. Perché?

Sono state le scelte politiche a determinare la diffusione del Covid, una ascesa che avrebbe potuto essere tutt’altro che irresistibile.