Delatori allo squacquerone
Bonaccini fa lo sceriffo e invita a denunciare chi non rispetta il codice pandemico. Non per vendetta né per servilismo, ma per soldi: quanto mi date al netto delle tasse?
Lo sceriffo Stefano Bonaccini invita i cittadini a «denunciare quando chiunque veda comportamenti irresponsabili». È la nuova campagna anti movida del governatore emiliano romagnolo. Ed è una barbarie. Una barbarie che abbiamo visto coi capi dei regimi sovietici, le cui foto i predecessori di Bonaccini in Regione Emilia Romagna avevano appese alle pareti.
Poco importa che Bonaccini abbia un mandato valido da parte degli elettori: invitare i cittadini a denunciare altri cittadini si chiama delazione. Non è senso civico, perché il senso civico comporta una responsabilità di fronte all'autorità: se vedo uno che ruba sono il primo a prendermi la briga di segnalarlo e se non è vero pago di persona.
Ma nella dittatura del pandemicamente corretto il senso civico è degenerato in delazione. Chi verifica che il delatore non menta o non millanti? E soprattutto, Bonaccini invita a denunciare, ma a chi? Ai vigili o al bagnino? «Agente, quei due si baciano, vada a verificare se sono congiunti», «signor carabiniere, il signor Sarfatti è entrato in panetteria senza mascherina, controlli: l'ha scordata o vuole fare il furbo?». Accadrà così? Accadrà che l'onere della prova spetterà al malcapitanto che infrange il dogma del distanziamento e al delatore andà una pacca sulla spalla per l'impegno profuso?
Ce lo aspettiamo, visti i precedenti, da un governatore che già aveva detto al cittadino potenziale contagiato, come un Charles Bronson allo squacquerone, «li scoveremo casa per casa» e a un albergatore “adesso fate quello che vi diciamo noi”, che sa tanto di mò ce ripigliamm tutto chell che è o nuost, sì, ce lo aspettamo.
Per di più a capo di una giunta che già aveva ammesso che la caccia ai runner era inutile, ma funzionale a creare il clima di paura, con un commissario all'emergenza che, superbo, non ha nemmeno provato vergogna per essersi pentito di aver criminalizzato le passeggiate di cazzeggio, sì, se lo aspettiamo.
Solo una cosa però resta da capire. Secondo la Treccani il delatore è "chi per lucro, per vendetta personale, per servilismo verso chi comanda o per altri motivi, denuncia segretamente qualcuno presso un’autorità giudiziaria o politica".
Allora, vediamo di capirci. Dato che sono in questa Regione residente, domicliato e votante, ma non coltivando regolamenti di conti verso chicchessia e men che meno ormai scevro da ambizioni di assoggettamento compiacente verso giunte rosse, mi par che resti solo il vil danaro come incentivo.
Ecco, di grazia potrei sapere qual è la taglia o la ricompensa o anche solo la coccarda - ovviamente al netto delle tasse - che mi verrebbe riconosciuta nello svolgere le mie mansioni da giustiziere della notte?
Così, tanto per sapere se per sputtanare per senso civico, dato che dovremo perdere la faccia, almeno ce ne verrà qualcosa.