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SLOVACCHIA

Attentato a Robert Fico, vittima di un clima di odio internazionale

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Hanno sparato a Robert Fico, primo ministro della Slovacchia. L'attentatore è un anonimo 71enne appassionato di poesia, ma il clima di odio diffuso dall'Ue e filantropi monta da anni.

Esteri 16_05_2024
Robert Fico riceve i primi soccorsi (La Presse)

Il primo ministro slovacco Robert Fico è in pericolo di vita da ieri pomeriggio quando, dopo aver subito un attentato, così riferiva l'ufficio governativo slovacco in una nota inviata via email alle agenzie di stampa, è stato trasportato in elicottero all'ospedale di Banska Bystrica e lì operato d’urgenza. L’autore del tentato omicidio sarebbe uno scrittore di 71 anni della città occidentale di Levice, secondo quanto riportato dal media slovacco Markiza.

Confidiamo in una guarigione di Fico e lasciamo le indagini alla polizia, tuttavia i mandanti sono chiari, coloro che hanno ha ispirato la mano dell’attentatore siedono tra i colletti bianchi di Bruxelles, nelle redazioni dei mass media liberalsocialisti e al comando di imponenti filantropie globaliste transatlantiche. 

Il quattro volte primo ministro Robert Fico, leader dei socialisti slovacchi, fiero nazionalista ed identitario, difensore anche dei valori famiglari cristiani del paese, è stato colpito con proiettili di arma da fuoco al petto e al torace mentre si intratteneva con i cittadini, dopo la riunione del governo che si era svolta ad Handlová, una città mineraria nella regione di Trenčín.

Già martedì 14 maggio più di 1.100 istituzioni in Slovacchia, soprattutto scuole, avevano ricevuto minacce via e-mail di attentati con esplosivi e bombe, secondo le autorità di polizia ben 995 istituti scolastici, 110 filiali bancarie e 40 negozi di elettronica avevano ricevuto e-mail minacciose di fantomatici gruppi di mujaheddin islamisti. L’attentato di ieri non sarebbe però legato a minacce di gruppi islamisti.  

Dopo la sua vittoria alle elezioni politiche dello scorso 30 settembre, salutata dai mass media liberal globalisti di tutto mondo come una sporca vittoria di «una figura filo-Cremlino…una sfida all’unità della NATO e dell’UE in Ucraina», il premier Fico è stato in grado di costruire una solida, coesa e chiara maggioranza parlamentare e di governo. Ancor più fastidioso il fatto che Fico sia stato in grado di far eleggere lo scorso aprile un presidente della Repubblica serio e stimato come Peter Pellegrini, (ne abbiamo scritto recentemente su LaBussola). Una doppia vittoria indigeribile per tutti coloro che cucinano le narrazioni omologanti liberal socialiste che sono solo funzionali al potere di filantropi e plutocrati senza scrupoli. 

Un politico che ha retto a mesi di guerra totale e sistematica mossa contro di lui da molte ONG lautamente prezzolate dall’estero, commissari europei pro-tempore e la centrale globalista della stampa liberal socalista lo abbiano accusato di ogni abuso antidemocratico, tentazione autoritaria e servilismo putiniano, trascinando manifestanti a protestare ogni settimana contro il governo democraticamente eletto. 

La Slovacchia, secondo le sinistre élite occidentali, starebbe facendo passi indietro sulla cultura, la conservazione della natura, l'economia, la giustizia e la libertà di informazione pubblica. A marzo scorso erano 15mila in piazza a Bratislava, il primo maggio erano calati a 5000, ma a dar fiato alle trombe della menzogna di autoritarismo di Robert Fico e del suo governo, è stata Bruxelles per prima. 

Sin dall’inizio dell’anno la Commissione con il delegato alla giustizia Didier Reynders e la commissaria ai valori Vera Jourova per un verso e il Parlamento europeo per l’altro, hanno lanciato strali e minacce infuocate contro il governo di Robert Fico reo di aver vinto le elezioni e di saper governare. Ad essi si sono aggiunte le minacce e preoccupazioni del novello Commissario europeo dei Diritti Umani, quel Michael O’Flaherty da sempre paladino delle lobbies mondiali LGBTI. 

Gli «irreparabili danni ed i gravissimi vulnus» allo Stato di diritto cui incorrebbe la Slovacchia a causa delle riforme del governo Fico, in realtà, non sono altro che progetti di riforma condivisi dalla maggioranza degli elettori del paese, ri-elaborate nel programma di governo che rappresentano un’ampia maggioranza in parlamento (79/150 membri) e nel paese. 

Ursula von der Leyen, ha condannato l'attacco, dicendo che «tali atti di violenza non hanno posto nella nostra società e minano la democrazia, il nostro bene comune più prezioso», la presidente uscente slovacca Zuzana Caputova, Peter Pellegrini entrerà in carica il prossimo 15 giugno, si è detta scioccata e ha condannato l’attentato, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il Premier italiano Giorgia Meloni, l’ungherese Viktor Orban,l’inglese Rishi Sunak  ed altri primi ministri e leaders politici di tutto il mondo hanno espresso preoccupazione, sconcerto e l'augurio di pronta guarigione. 

I finanziatori delle proteste popolari, coloro che hanno abusato del loro potere istituzionale e gli autori della drammatizzazione che chiamava alla difesa democratica, urgente e con ogni mezzo, sono i veri colpevoli, mandanti morali ed ispiratori dell’attentato di ieri avvenuto nel cuore dell’Europa.