Che cosa insegna il Recanatese all'uomo di oggi
Che cosa può insegnare all'uomo del 2013 un poeta morto nel 1837? Leopardi sospira e vagheggia un incontro con il divino, con l'infinito, con la bellezza assoluta. Resta un mistero se si sia convertito o meno in punto di morte.
La Ginestra, un'utopia velleitaria e irrealizzabile
Di fronte al male che ci è stato dato in sorte dalla Natura, l'uomo sbaglia a vagheggiare su un ottimistico progresso o sulle onde di un misticismo romantico. Ciò che resta è aiutarsi gli uni con gli altri.
La domanda, unico atteggiamento ragionevole
Non smettere mai di cercare, essere circospetti e cogliere tutti gli indizi: è questo l'atteggiamento più dignitoso dell'uomo. Leopardi lo condensa nell'operetta morale "Dialogo di Cristoforo Colombo e di Pietro Gutierrez"
L'abbaglio ideologico del "buon selvaggio"
L'uomo primitivo, a contatto con la natura, è buono ed è la civiltà a corromperlo. Questo pensava Jean Jacques Rousseau e così credeva anche Giacomo Leopardi, nella sua prima fase di "pessimismo storico". Poi maturò e la rinnegò.
La quiete dopo la tempesta non è vera gioia
Una gioia particolare ci viene dopo un periodo di sventure, di malattia, di scampato pericolo. La felicità vera non può "essere figlia di affanno". Anche se la sofferenza, nel tempo, può condurci dialetticamente al bene.
La società del divertimento distrae dalla felicità
Il divertimento e l'assopimento sono modi di evadere la vera ricerca della felicità. È il tema che emerge nell'operetta morale di Leopardi Dialogo di Malambruno e Farfarello. Mai idea è stata più attuale nella nostra società.
Il senso religioso di un canto notturno
Il «Canto notturno di un pastore errante dell’Asia» è una delle migliori sintesi del pensiero di Leopardi. Di fronte all'infinità e al mistero di un cielo stellato, l'uomo semplice si pone quelle domande che fanno nascere il senso religioso.
L'uomo, creatura in perenne attesa
Così come è illusorio rifugiarsi nei ricordi per essere felice, altrettanto illusorio è il pensare alle speranze del futuro. L'uomo, nella poesia di Leopardi, è una creatura in perenne attesa, ma soddisfatta del presente che sta vivendo.
Impossibile rifugiarsi nella felicità dei ricordi
Il ricordo, per Giacomo Leopardi, fa parte della continua ricerca della felicità. Colpito dalla caducità della vita, il poeta realizza, però, che rifugiarsi nel passato è impossibile, è una felicità illusoria.
Il potere dell’immaginazione nella vita e nella poesia
L’immaginazione umana è uno dei rimedi più forti, anche se completamente illusorio, al problema della felicità. Il poeta recanatese era convinto che la speranza fosse sempre maggiore del bene e che la felicità non potesse esistere, se non nell'immaginazione.
Le ideologie soffocano la persona
Leopardi individuava nella Rivoluzione francese tutti i sintomi del totalitarismo del Novecento: un'ideologia che vuol piegare l'uomo e la società alla Dea Ragione. Un progetto collettivo che vuol rifare l'umanità, soffocando le singole persone.
L'eterna insoddisfazione dell'animo umano
Il piacere delle cose terrene è circoscritto, ma l'animo umano cerca, per sua indole, una felicità che è infinita. In questo è in sintonia con il libro anticotestamentario di Qoèlet, con Manzoni e con scrittori del Novecento, quali Camus e Moravia.
La tensione dell'uomo verso l'Infinito
Il nostro animo può essere paragonato ad un recipiente "capace" di Infinito. Leopardi lo intuisce e conclude che la grandezza della ragione stia nel riconoscimento dell'incapacità dell'uomo a soddisfarsi. Solo la "persuasione di un'altra vita" dà consistenza alle cose.
"Alla sua donna", professione d'amore per la Bellezza
Leopardi intuisce che il cuore dell'uomo sia desiderio e capacità di Infinito. Qualunque desiderio, una volta soddisfatto, risulta necessariamente circoscritto. Da qui inizia la tensione all'Infinito, come nel canto "Alla sua donna".
La ricerca della felicità
Il "pessimista" o "lo sfigato": i ragazzi imparano a conoscere Leopardi da questi pessimi luoghi comuni. Ma è meglio leggere direttamente quel che scrisse di sé il genio di Recanati per comprendere la sua costante ricerca di amore e felicità.