Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
SCUOLA E DISTANZIAMENTO

A scuola di punizioni collettive. O tutti col Pass o mascherina per tutti

Scuola, per definire le linee guida per la riapertura di settembre, il Ministero e i sindacati si sono incontrati il 5 agosto. Hanno prodotto una bozza di protocollo di sicurezza in cui si stabilisce che nelle classi in cui saranno tutti vaccinati, allora si potrà levare la mascherina. Dovrebbe essere un premio, in realtà si tradurrà in una punizione per quegli studenti che, non volendo o non potendo vaccinarsi, saranno responsabili dell'obbligo di portare la mascherina imposto a tutti i loro compagni di classe. Con buona pace della sensibilizzazione contro il bullismo. È un esempio, nel microcosmo scolastico, della politica divisiva imposta a tutto il Paese.
- LA LEGA VOTA IL GREEN PASS E SI SPACCA, di Ruben Razzante
- VACCINI, LA DEONTOLOGIA DIMENTICATA DA AVVENIRE, di Silvana de Mari 

Educazione 07_08_2021
Studenti omaggiati di una copia della Costituzione se si vaccinano

Scuola, per definire le linee guida per la riapertura di settembre, il Ministero e i sindacati si sono incontrati il 5 agosto. Hanno prodotto una bozza di protocollo di sicurezza in cui si stabilisce che: resta il distanziamento, restano le mascherine obbligatorie, viene introdotto l’obbligo di green pass per tutto il personale scolastico. Ma: nella classi in cui saranno tutti vaccinati, allora si potrà levare la mascherina. Questo ultimo punto, che sarà stato sicuramente inteso come un alleggerimento rispetto al regolamento dell’anno scorso, una “carota”, un incentivo a vaccinarsi, è in realtà un provvedimento divisivo e istigatore dei peggiori istinti. C’è da chiedersi se gli autori della bozza (che bozza resta, quindi fanno sempre in tempo a cambiare idea) se ne siano resi conto.

Vediamo cosa comporta se applicato nella pratica. “Le linee guida possono derogare all’obbligo di mascherina se alle attività partecipano solo studenti vaccinati o guariti”. Sicuramente non è cosa che riguardi i bambini delle elementari. Fino a contrordine, non si vaccinano. E nemmeno gli scolari di prima media: le vaccinazioni si fanno dai 12 anni in su. Proviamo invece a pensare a cosa succederà dalla seconda media in su. Avremo una minoranza di classi con gli studenti senza mascherina e una maggioranza con la mascherina. Perché la vaccinazione dai 12 ai 17 anni è stata l’ultima e ci sarà sicuramente qualcuno, magari anche uno solo che non vuole o non può vaccinarsi, o è in lista di attesa. Che fine farà quell’unico compagno di classe non vaccinato (e neppure guarito in tempo recente) che obbliga tutti i suoi compagni, con la sua stessa presenza, a mantenere la mascherina in aula?

Di colpo, con meno di tre righe, verrebbero vanificati anni di sforzi di sensibilizzazione degli scolari e studenti contro il bullismo. Sicuramente i dati sanitari sono segreti, ma quanto sarà possibile nascondere l’identità dei pochi o dell’unico che non hanno il Green Pass sul cellulare? L’ambiente è piccolo e la gente mormora. Vi saranno classi solidali con i loro elementi più “recalcitranti” o con i “renitenti” alla chiamata vaccinale, ma nelle classi con ragazzi e ragazzini più ruspanti, non ci saranno reazioni civili. I ragazzini o le ragazzine senza Green Pass saranno bullizzati, emarginati, obbligati a vaccinarsi. Anche contro il parere dei loro genitori, magari, visto che pure il Comitato Nazionale di Bioetica dà luce verde al consenso dei soli minorenni, in questo caso. Il bullismo è incoraggiato anche dalla comunicazione ufficiale. Anche da chi dovrebbe infondere calma, come il virologo Burioni che su Twitter scrive che i non vaccinati staranno a casa “come sorci”. Cosa può andare storto?

Una misura di questo genere è divisiva perché è fortemente ideologica. L’immunità di gregge è un concetto medico, ma in Italia (e non solo) viene applicata come un’ideologia. E’ un nuovo collettivismo: non importa che tu, non vaccinandoti, ti accolli rischi maggiori, importa che sia vaccinato per stroncare la circolazione del virus, per il bene della collettività. Quindi il vaccino non viene solo promosso per la protezione di chi se lo fa iniettare, ma deve necessariamente essere iniettato a tutti. Visto che imporlo sotto forma di obbligo è troppo controverso sul piano del diritto, ecco che nasce il Green Pass come forma di punizione per chi sceglie di non vaccinarsi (molto più che per incentivare chi non ha ancora scelto). Di ideologia si tratta. Perché ormai è abbastanza chiaro che il vaccino, pur mitigando molto i sintomi del Covid, nella stragrande maggioranza dei casi, non ferma comunque il contagio. L’Islanda ha vaccinato praticamente tutta la sua popolazione (il 74,6% ha ricevuto entrambe le dosi, il 5% almeno una dose) e ha raggiunto l’immunità di gregge, ma ha ugualmente un nuovo focolaio di Covid-19, variante Delta. Il caso ancor più significativo è quello della nave scuola Amerigo Vespucci: 350 persone a bordo, tutte vaccinate, eppure: 20 positivi al Covid-19. L’immunità di gregge è un’utopia, prova ne è che, dopo la diffusione della variante Delta, negli Usa è tornato l’obbligo di mascherina al chiuso per vaccinati e non vaccinati indistintamente.

Però nel nome di questa utopia si punta alla presunta immunizzazione di tutto il popolo. Punendo chi sfugge alla regola. La scuola è un microcosmo in cui questo modello viene applicato alla lettera. E porterà a un maggior conflitto fra studenti. Ma nel Paese sta succedendo la stessa cosa, su larga scala. Il Green Pass sta già spingendo al conflitto, basti vedere le migliaia di email ricevute dai ristoratori da parte di clienti indignati che si sentono esclusi e augurano loro di fallire. Questo dalla parte degli esclusi. Ma dall'altra parte, insultare chi non si vaccina è diventata la norma. Lo fanno anche giornalisti in vista, come Selvaggia Lucarelli ("le persone che non intendono vaccinarsi non hanno il mio rispetto. Anzi, le disprezzo fortemente") e David Parenzo ("sputate nel cibo dei no vax"), ma anche sanitari, infermieri che promettono "trattamenti speciali" per i no vax o no green pass che dovessero essere curati in reparto. 

Se c’è un precedente, esso è terribile. Perché sono le stesse tecniche di manipolazione delle masse che tutti i regimi comunisti hanno impiegato nelle loro campagne di collettivizzazione forzata delle terre: spingere i contadini poveri contro quelli ricchi, attraverso la minaccia di punire tutto il villaggio se le quote di raccolto non fossero state rispettate. Successe in Russia, in Ucraina, in Cina… Nella Repubblica Popolare Cinese, la punizione collettiva ricadeva anche sui villaggi in cui le donne (anche una sola donna) partorivano più di un figlio. Oggi nelle regioni musulmane e nei villaggi cristiani, la collettività viene punita se è presente una minoranza di fedeli.

Non siamo a questi livelli. D’accordo. Ma ci si può arrivare e stiamo facendo un passo nella direzione sbagliata.