Dimissioni, anche Paolo VI ci pensò
La decisione di Papa Benedetto XVI ha diversi precedenti nella storia della Chiesa, che sarebbero molti di più se tanti altri papi avessero dato seguito alle loro intenzioni.
«Continuate a pregare per me»
"Mi sostiene e mi illumina la certezza che la Chiesa è di Cristo, il Quale non le farà mai mancare la sua guida e la sua cura". Lo ha detto stamattina il Papa all'inizio dell'Udiennza generale nell'Aula Paolo VI.
Ci fidiamo dello Spirito santo
E abbiamo fiducia. Adesso si scatena il “Toto Papa”, ma noi sappiamo che lo Spirito Santo sceglierà il miglior Papa per questo nostro tempo. Questa la nostra fede e la nostra speranza, qualsiasi Papa esca dal Conclave della Cappella Sistina, bianco o nero, straniero o italiano, giovane o anziano, progressista o conservatore (secondo il parere dei giornali!), non importa.
Quaresima, tempo di grazia
In un quadro di Brueghel un drammatico confronto tra carnevale e quaresima, in cui emergono le domande sulla nostra vita: da chi ci lasciamo guidare? Che cosa è per noi la quaresima? In Brueghel c'è anche la denuncia di una certa decadenza religiosa.
Messori: l'eredità di Benedetto XVI è la fede
Lo scrittore Vittorio Messori: «La rinuncia al pontificato nel giorno della Madonna di Lourdes non è un caso: atto di devozione a Maria ma voleva anche parlare della sua malattia, la vecchiaia». «La sua non è una resa, ma una scelta razionale per il bene della Chiesa». «Benedetto XVI è sempre stato convinto della necessità di rilanciare l'apologetica, cioè di ritrovare le ragioni della fede. Per questo ha indetto l'Anno della Fede». «La Curia non l'ha mai amato, in fondo era un corpo estraneo».
La falsa profezia di Malachia
Immancabile, dopo la rinuncia di Benedetto XVI, arriva la corsa alle profezie, tanto più gettonate quanto più possono far pensare a una prossima fine del mondo. Come se il 21 dicembre 2012 non avesse insegnato niente. E neanche a dirlo la profezia più gettonata è quella di San Malachia.
Un passo indietro? No, passo avanti
Il Papa aveva di fronte a sé due beni: la testimonianza nel martirio, come fece il suo predecessore Giovanni Paolo II e l’efficacia dell’azione pastorale. Il Pontefice ha scelto questa seconda strada.
«Dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma»
Ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice.
La libertà di un uomo afferrato da Cristo
Con questo gesto, tanto imponente quanto imprevisto, il Papa ci testimonia una tale pienezza nel rapporto con Cristo da sorprenderci per una mossa di libertà senza precedenti, che privilegia innanzitutto il bene della Chiesa. Così mostra a tutti di essere totalmente affidato al disegno misterioso di un Altro.
Un uomo mai stato così grande
Poche battute di un'agenzia e tutto diventa, di colpo, infinitamente piccolo: gli schiamazzi della politica-cabaret, il dito medio di un allenatore, Sanremo e lo spread.
Dimissioni del Papa, evento «apocalittico»
Niente a che vedere con le profezie sulla fine del mondo, ma giudizio su questo tempo di estrema difficoltà per la Chiesa e per la società, punto finale di un attacco alla Chiesa, a Dio e all'uomo, iniziato con Martin Lutero. Il gesto di Benedetto XVI va anche collegato alle profezie di Fatima e di Santa Ildegarda di Bingen, da lui più volte spiegate.
Tre certezze davanti allo smarrimento
È stata una decisione personale a lungo meditata, su cui pesa certamente la mancanza di forze per poter governare una Chiesa che vive tempi travagliati. Ma in questo momento è importante anzitutto la gratitudine per questo pontificato, e la certezza che a guidare la Chiesa è lo Spirito Santo.