Volto Santo, la devozione che ha per fine il Paradiso
Oggi ricorre la festa del Volto Santo, che Gesù chiese di istituire attraverso le rivelazioni alla beata Pierina Maria de Micheli, la quale riuscì pure a diffondere la relativa medaglia malgrado gli ostacoli di Satana. Una devozione nutrita da moltissimi santi perché, spiega alla Nuova BQ il carmelitano Giorgio Maria Faré, «credo che Cristo, vero Dio e vero uomo, voglia centrare la nostra attenzione sulla sua sacra Umanità», in quanto «non c’è niente che ci rimanda alla persona più del suo volto».
«O Gesù, che nella Tua crudele Passione divenisti “l’obbrobrio degli uomini e l’uomo dei dolori”, io venero il Tuo Volto Divino, sul quale splendevano la bellezza e la dolcezza della divinità e che è divenuto per me come il volto di un lebbroso... Ma io riconosco sotto quei tratti sfigurati il Tuo infinito Amore, e mi consumo dal desiderio di amarti e di farti amare da tutti gli uomini. Le lacrime che sgorgano con tanta abbondanza dagli occhi Tuoi sono come perle preziose che mi è caro raccogliere per riscattare con il loro infinito valore le anime dei poveri peccatori. O Gesù, il tuo Volto adorabile rapisce il mio cuore. Ti supplico di imprimere in me la Tua somiglianza divina e di infiammarmi del Tuo Amore affinché possa giungere a contemplare il Tuo Volto glorioso. Amen».
L’autrice di questa bellissima preghiera, santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo (1873-1897), aveva appreso la devozione al Volto Santo dalla sorella Pauline (Madre Agnese di Gesù) fin dai suoi primi passi al Carmelo di Lisieux. Proprio dal Carmelo vogliamo prendere spunto per ricordare che oggi, nel martedì che precede il Mercoledì delle Ceneri e quindi il tempo quaresimale, cade la festa del Volto Santo, ancora poco diffusa ma che Gesù desidera venga stabilita in tutta la Chiesa come ha chiesto esplicitamente alla beata Madre Pierina Maria de Micheli (1890-1945).
Per approfondire i tratti di questa devozione la Nuova Bussola ha intervistato il carmelitano Giorgio Maria Faré, che oggi (7:30), al Carmelo di Monza, ha celebrato una Messa dedicata.
Padre Giorgio Maria, può dirci intanto come ha scoperto la devozione al Volto Santo di Gesù?
La mia devozione nasce dal mio cognome religioso: quando un postulante diventa novizio nell’Ordine carmelitano rimane il nome di Battesimo ma gli viene dato pure un cognome religioso. Io mi chiamo proprio fra Giorgio Maria del Volto Santo, e il mio cognome religioso è come quello di santa Teresina, che si chiamava Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo. Ho iniziato così ad approfondire questa devozione e poi negli anni ho conosciuto la figura della beata Madre Pierina Maria de Micheli, ho letto il suo diario e la sua biografia, arrivando a distribuire le medaglie per i fedeli che per prima lei fece coniare.
A proposito di Madre Pierina, Gesù le aveva detto: «Voglio che il Mio Volto, il quale riflette le pene intime del Mio Animo, il dolore e l’amore del Mio Cuore, sia più onorato. Chi mi contempla mi consola». C’è una richiesta di Gesù di essere consolato, anche se alla fine siamo noi a essere consolati da Lui.
Sì, questa è una richiesta molto chiara che Gesù fece anche a molti altri santi come Gemma Galgani, Margherita Maria Alacoque, Pio da Pietrelcina, eccetera. Quando il Signore appare nelle sembianze della Passione chiede sempre di essere consolato, di ricevere riparazione per tutti gli oltraggi da Lui patiti.
Colpisce il fatto che santa Teresina fece quest’aggiunta al suo nome religioso, «… e del Volto Santo», in un secondo momento, si potrebbe dire un approfondimento della sua spiritualità. Colpisce pensando anche alla foto del suo viso celestiale al momento della morte, come se fosse un riflesso del Volto divino impresso su di lei.
Il cognome religioso si può cambiare prima della professione solenne, lei comunque era stata dall’inizio devota al Volto Santo. Riguardo al suo volto al momento della morte posso dire questo: l’Amore conforma. In santa Teresina questa conformazione fondata sull’Amore si è ampiamente e perfettamente realizzata. E quindi vediamo il volto dell’Amato in colei che l’ha sempre contemplato.
Anche per questo, poco prima di morire, lei scriveva a un fratello spirituale: «Non muoio, entro nella vita»?
Esatto.
Padre, ha ricevuto testimonianza di qualche conversione legata al Volto Santo?
Non ho avuto notizia fin qui di fatti miracolosi relativi a guarigioni corporali, ma diverse persone mi hanno parlato della devozione al Volto Santo come un miracolo di conversione interiore, che è quello che più conta per la nostra eternità. Questo succede grazie al porsi in contemplazione davanti al Volto di Gesù e all’Eucaristia, perché non dimentichiamo che la medaglia del Volto Santo porta da un lato l’immagine del Volto di Gesù, dall’altra l’Eucaristia: questa è infatti assolutamente una devozione eucaristica. Diverse persone che hanno partecipato devotamente alla celebrazione, hanno pregato e ricevuto l’immagine grande del Volto di Gesù mi hanno proprio testimoniato questo cambio di vita, una vita molto più impegnata, molto più incentrata sull’Eucaristia: questo è il guadagno fondamentale della devozione. E Gesù lo dice infatti alla beata Madre Pierina: la devozione al Volto Santo non è un’alternativa a quella al Sacro Cuore di Gesù, ma un completamento.
A proposito di completamento, Gesù ha chiesto nei secoli di propagare la devozione al Suo Santissimo Nome, al Sacro Cuore e ora al Volto Santo. Riguardo al Nome divino, san Bernardino da Siena insegnava che questa devozione era necessaria per il rinnovamento della Chiesa; riguardo al Sacro Cuore, la devozione si radicò definitivamente grazie alle rivelazioni a santa Margherita Maria Alacoque in un’epoca in cui l’eresia giansenista allontanava il popolo dai sacramenti. Adesso, attraverso moltissime rivelazioni di Gesù e Maria negli ultimi due secoli, il Cielo chiede a tutti i fedeli di diffondere la devozione al Volto Santo, che è poi il Volto che potrà contemplare chi guadagnerà il Paradiso. Come vede questo piano di progressiva rivelazione di Dio agli uomini?
Guardi, credo che con questa devozione al Volto il Signore voglia centrare la nostra attenzione sulla sua sacra Umanità, esattamente secondo il percorso di santa Teresa d’Avila, cioè la centralità dell’Umanità di Cristo, vero Dio e vero uomo. Perché noi chiaramente vedendo il volto vediamo la persona, non c’è niente che ci rimanda alla persona più del suo volto. Immagini una fotografia, un ritratto, un dipinto: noi, vedendo il volto, vediamo la persona. Anche la cura con cui Nostro Signore ha chiesto, per mezzo di santa Faustina Kowalska, il dipinto di Gesù Misericordioso è emblematica.
Proprio santa Faustina si rattristò inizialmente alla vista del dipinto che non rispecchiava la bellezza di Gesù e Gli chiedeva piangendo: «Chi può dipingerti bello come sei?». Ma Lui la consolò e rassicurò dicendole che l’importanza di quell’immagine non stava nella sua bellezza ma nelle grazie da Lui donate a chi l’avrebbe venerata.
Esatto, il dipinto è bello, ma santa Faustina diceva che Gesù è molto più bello e non si poteva rendere la Sua bellezza. Il punto è proprio la Grazia che Gesù comunica. Perciò mi sembra che il cuore della devozione del Volto Santo sia riscoprire l’Umanità di Cristo come luogo e come tempo per un incontro vero col Signore, non un incontro ideale o sentimentale, ma un incontro reale con Dio che si è fatto uomo in mezzo a noi e per noi. In questo senso va pure l’altra grande devozione al Preziosissimo Sangue di Gesù, diffusa da san Gaspare del Bufalo. Tutta l’Umanità di Cristo è stata resa, in tempi diversi, oggetto di meditazione e contemplazione.
Cosa l’ha colpita di più della beata Madre Pierina Maria de Micheli?
Direi che la sua è un’esperienza che va conosciuta integralmente. Sono indicativi tutti gli ostacoli che ha avuto da parte del demonio, che gliene faceva di tutti i colori e arrivò a picchiarla per cercare di impedirle di coniare e diffondere la medaglia con il Volto Santo di Gesù. Evidentemente perché la temeva. Tutto il suo percorso di fede - la sua vita da religiosa, le apparizioni di Gesù e della Madonna - è molto bello. Eppure, nonostante queste esperienze mistiche molto forti, diverse delle quali avute in tempo di guerra, lei ha sempre condotto una vita ordinaria, normale. Non è semplicemente la medaglia che ci consegna, è una santa che ci consegna un’esperienza di fede e di appartenenza a Gesù veramente straordinaria, unica, com’è unica l’esperienza di ogni santo, dove appunto l’Eucaristia è centrale.
Santa Matilde già nel XIII secolo aveva avuto da Gesù una rivelazione riguardante il Volto Santo: il Signore le disse che «nessuno di loro sarà mai separato da Me» riferendosi a chi avrebbe onorato con amore la memoria della sua Faccia.
Sì, e a maggior ragione è una festa da celebrare con tanta fede.