Uomo e donna, il Cambridge copia il vocabolario Lgbt
Il Cambridge Dictionary cambia le definizioni di uomo e donna per ricomprendere le persone transessuali. Il dizionario si giustifica: è una fotografia dell’uso odierno. Ma nelle nuove voci manca il contesto, ossia il fatto che quell’uso nasce dall’ideologia transessualista. Che si vuol far passare come patrimonio linguistico di tutti.
Se aprite il Cambridge Dictionary alla voce “donna” potrete trovare ora due definizioni. La prima: “Essere umano di sesso femminile adulto”. La seconda: “Una persona adulta che vive e si identifica come femmina anche se alla nascita è stata definita di sesso diverso”. In merito a questa seconda accezione, il dizionario riporta anche i seguenti esempi: “È stata la prima donna trans eletta a una carica nazionale” e “Mary è una donna a cui è stato assegnato il sesso maschile alla nascita”.
Se invece cercate la voce “uomo” troverete tre definizioni. La prima: “Essere umano di sesso maschile adulto”. La seconda: “La razza umana”. La terza: “Una persona adulta che vive e si identifica come maschio anche se alla nascita è stata definita di sesso diverso”. Anche per quest’ultima accezione il dizionario offre un paio di esempi: “Mark è un uomo trans” e “il suo [their nel testo originale, perché ormai è uso adoperare il neutro plurale per le persone cosiddette non binarie] medico lo [them] ha incoraggiato a vivere da uomo per un po’ prima di sottoporsi alla transizione chirurgica”.
Per quale motivo hanno aggiunto queste definizioni di donna e di uomo al fine di ricomprendere anche le persone transessuali? Come riporta il Telegraph, il primo a rilanciare la notizia, un portavoce del dizionario ha così spiegato la scelta di carattere inclusivo: “I nostri redattori […] hanno studiato attentamente i modelli d'uso della parola 'donna' e hanno concluso che questa definizione è quella di cui gli studenti di inglese dovrebbero essere consapevoli per supportare la loro comprensione di come viene usata la lingua. […] I nostri dizionari sono scritti per gli studenti di inglese e sono progettati per aiutare gli utenti a capire l'inglese così come è attualmente utilizzato. Sono compilati analizzando un vasto corpus di testi inglesi (oltre due miliardi di parole in totale) presi da tutte le aree della scrittura e dell'editoria, cosa che ci permette di osservare esattamente come viene usata la lingua. Aggiorniamo regolarmente il nostro dizionario per riflettere i cambiamenti nel modo in cui viene utilizzato l'inglese, sulla base dell'analisi dei dati di questo corpus”.
Un vocabolario non è un’opera filosofica che si interroga sulla natura degli enti nominati nelle sue pagine, bensì raccoglie l’uso o gli usi delle parole nel momento attuale. Fotografa, descrive la prassi linguistica, non la verità linguistica. Indica cioè il significato usuale dato alle parole, l’accezione reale intesa in senso sociale, non indica cosa dovrebbero significare le parole, la loro accezione autentica. Ecco perché alcuni vocaboli scompaiono nei dizionari, altri vengono inseriti ed ecco perché si aggiungono o si perdono accezioni per gli stessi termini.
Dunque è corretto che Cambridge Dictionary abbia inserito anche queste nuove accezioni dei termini “donna” e “uomo”, ma è assai scorretto che si sia fermato alle definizioni senza contestualizzarle. Infatti, come accennato, se il fine di un dizionario è quello di fotografare una parola nell’attualità, la fotografia sarà sempre meno sfuocata e sempre più nitida quanto più si inserisce la definizione nel suo contesto, perché solo così comprenderò a fondo il suo significato, descriverò al meglio una nuova accezione. Se il vocabolario deve ritrarre il più fedelmente possibile i significati di un unico termine è necessario ritrarre anche la realtà da cui emergono questi significati, l’ambito sociale in cui viene usata, le accezioni attribuite da un certo gruppo sociale, etc. Insomma l’opera di definizione non può prescindere da una descrizione anche sociale della parola, non può prescindere dal suo contesto.
Se traduciamo tutto questo in merito alle nuove accezioni arcobaleno dei lemmi “donna” e “uomo”, una definizione corretta doveva perlomeno spiegare che queste accezioni vengono accolte solo da un gruppo ristretto di persone, tanto è vero che la prima definizione di “donna” – “essere umano di sesso femminile adulto” – è quella che la quasi totalità delle persone accetta e che questa notizia riguardante un nuovo significato di “donna” ha fatto il giro del mondo: prova provata che il significato trans di donna è eccezionale. Inoltre la definizione avrebbe dovuto spiegare che la sua genesi nasce dall’attivismo del mondo Lgbt ed è quindi espressione di un certo e particolare orientamento culturale, ancora minoritario. Evitare queste specifiche mette sullo stesso piano la prima definizione e la seconda e porta a pensare che gli esperti linguisti abbiano scoperto con enorme ritardo il vero significato di donna, significato che sarebbe tale sin dalla notte dei tempi.
Questa operazione di contestualizzazione è usuale nei dizionari. Prendiamo la parola “comandamento”. Il vocabolario Treccani scrive: “ant. o raro. Il comandare, comando, precetto”. Notare la specifica sull’uso: “raro”. Definire un uomo che si sente donna come “donna”, rimane a tutt’oggi cosa rara. Ma nel dizionario di Cambridge questa specifica manca. Come seconda accezione di “comandamento” sempre Treccani riporta: “Nella religione cristiana, ciascuno dei precetti generali che riguardano ogni fedele”. Anche qui notiamo la corretta contestualizzazione per comprendere meglio una diversa accezione del termine: “nella religione cristiana”, perché al di fuori da quell’ambito sociale la parola “comandamento” cambia il suo senso.
Ecco allora che per par condicio anche la definizione di donna come “una persona adulta che vive e si identifica come femmina anche se alla nascita è stata definita di sesso diverso” doveva essere anticipata da una espressione come “Per il transessualismo”. Perché al di fuori di esso e degli ambienti sociali che condividono le sue tesi, tale significato non è accettato. Evitare questa specifica comporta che tale accezione venga presentata come universale e spinge quindi il lettore a far proprio questo significato arcobaleno, quasi che debba essere patrimonio linguistico di tutti, pena il venir indicato come persona illetterata, ignorante, transfobica e sessista.
Queste macrolacune nell’estensione delle definizioni di donna e di uomo accendono il fortissimo sospetto che l’operazione del Cambridge Dictionary abbia poco di scientifico e molto di ideologico. Il vento impetuoso dell’anti-cultura woke spazza anche le pagine dei dizionari e quindi, per non essere tacciati di transfobia, ecco che la scienza linguistica copia acriticamente le parole del vocabolario Lgbt. Vedasi allora la voce “sottomissione”.