Testi scolastici, il Ddl che vuole il bollino gay-friendly
Un osservatorio nazionale pro-gender per controllare i libri scolastici, mettere alla gogna (attraverso elenchi pubblici telematici) e correggere gli editori che presentano testi non abbastanza “diversi” e “inclusivi”, cioè trans-omosessualisti. Corsi di rieducazione anche per docenti. Voluto da Pd, M5S, Leu e +Europa, il nuovo disegno di legge - che si aggiunge al Ddl Zan - mostra che il totalitarismo culturale è sempre più pervasivo
Non ancora approvato il famigerato Ddl Zan ecco profilarsi all’orizzonte un altro progetto di legge pro-gender il cui titolo è già tutto un programma: «Disposizioni per la promozione della diversità e dell’inclusione nei libri scolastici nonché istituzione di un osservatorio nazionale». La proposta di legge (la Nuova Bussola ne ha già scritto qui) è stata presentata da alcuni deputati di Pd, M5S, Leu e +Europa, tra cui Laura Boldrini. Dal 28 settembre scorso la proposta di legge è all’esame della Commissione Cultura della Camera, ma quasi nessuno ne parla nonostante il suo contenuto sia dinamitardo.
Infatti, leggiamo nell’introduzione del progetto di legge: «La presente proposta di legge ha come obiettivo quello di adeguare l’ordinamento italiano ai principali standard internazionali in materia di diversità e di inclusione nel settore dei libri di testo scolastici, attraverso un’efficace azione di prevenzione e di contrasto dei pregiudizi e degli stereotipi di genere, nonché di quelli relativi alla cultura, all’etnia e all’abilità, valorizzando la diversità. […] La presente proposta di legge vuole promuovere una maggiore attenzione ai temi della diversità e dell’inclusione all’interno dei percorsi scolastici, rendendo più rappresentativi e inclusivi i curricula delle varie discipline, in particolar modo con una prospettiva attenta al genere».
Veniamo agli articoli di questa proposta di legge. All’art. 1 si istituisce un «osservatorio nazionale sulla diversità e sull’inclusione nei libri di testo scolastici». Quali sono i compiti dell’osservatorio? «L’osservatorio effettua una ricognizione dei libri di testo scolastici utilizzati nelle scuole di ogni ordine e grado. […] L’osservatorio esprime un parere articolato sui libri di testo scolastici che ha esaminato. […] Qualora il parere […] sia favorevole, al libro di testo scolastico è assegnato un riconoscimento positivo […] che l’editore può apporre sul libro di testo» (art. 2). Quando invece il parere è negativo l’editore può chiedere all’osservatorio quali modifiche apportare. Inoltre, e fate ben attenzione, «il parere dell’osservatorio [sia quello positivo che quello negativo] è inserito tempestivamente in appositi elenchi pubblici telematici».
L’art. 4 poi prevede corsi di formazione sull’inclusione per gli editori e docenti; l’art. 6 ci fa poi sapere che il governo si impegnerà nell’elaborazione di programmi scolastici attenti al tema della diversità e dell’inclusione.
Cerchiamo di tradurre il contenuto di questa proposta di legge. In primis ormai sappiamo che dietro la parola “genere” si cela l’ideologia gender per la quale omosessualità e transessualità sono condizioni da promuovere. In secondo luogo la proposta di legge prevede l’istituzione di un Grande Fratello che sorveglierà occhiuto gli editori, li premierà se nei loro testi si incenseranno le “nozze” gay, le “famiglie” arcobaleno, l’omogenitorialità, gli affetti omosex, la liquidità dell’identità sessuale, e invece li punirà, pubblicando il proprio giudizio negativo, se difenderanno la famiglia (naturale), se scriveranno nero su bianco che un bambino per crescere sano ha bisogno di una padre e di una madre, se riporteranno sui propri manuali immagini stereotipate quali famiglie composte da papà, mamma e figli, donne incinte, abbracci tra coppie manifestamente etero.
Il bollino arcobaleno che il governo potrà apporre alle pubblicazioni gay friendly farà dunque da contraltare alla lista di proscrizione in cui finiranno gli editori reprobi che non si saranno piegati al gaiamente corretto, affinché tutti sappiano, docenti e istituti compresi, a quale basso livello di coscienza inclusiva sono giunti costoro. Il risultato sarà che gli editori non allineati ai diktat dell’osservatorio vedranno scemare gli ordini di acquisto.
Il Big Brother avrà quindi il potere di cucire addosso agli editori una lettera scarlatta, anzi arcobaleno, che - per paradosso - discriminerà il pensiero libero; calpesterà la libertà di educazione perché gli insegnanti e con loro i genitori avranno sempre meno possibilità di scelta tra i vari testi scolastici; ucciderà proprio quel pluralismo di valori e quelle differenze culturali che lo stesso progetto di legge vorrebbe tutelare.
Questo progetto di legge, insieme al disegno di legge Zan, fa ben comprendere che il totalitarismo culturale è sempre più pervasivo, un totalitarismo in cui un Panopticon alla Bentham scruterà ogni pagina pubblicata, come avveniva in Unione Sovietica, metterà all’indice i libri nemici del popolo e brucerà quelli più pericolosi. Torna attuale l’ammonimento del poeta ottocentesco Heinrich Heine: «Dove arde il libro, in fin si abbrucia l’uomo».