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TEORIE DEL COMPLOTTO

"Terremotismo", reazione ai media e allo scientismo

Un terremoto è imprevedibile e il suo arrivo può essere spiegato solo a posteriori dai geologi. Tuttavia c'è chi crede che fosse previsto e addirittura pianificato. Torna, come dopo tutti i terremoti recenti, la teoria del sisma artificiale. Perché queste tesi dilagano? La colpa è anche della cultura mainstream e dei suoi dogmi. 

Editoriali 11_02_2023
HAARP, è qui che si originerebbero i terremoti secondo la teoria del complotto

Un terremoto è imprevedibile e il suo arrivo può essere spiegato solo a posteriori dai geologi. Tuttavia, come dopo il sisma di Amatrice del 2016, anche dopo questo disastro naturale che ha colpito la Turchia meridionale, il Web si è riempito di teorie e tesi, a dir poco bizzarre. C’è chi fa notare la “strana chiusura” di consolati europei a Istanbul (che comunque non è stata neppure sfiorata dal sisma) per insinuare che il terremoto fosse previsto alcuni giorni prima, o addirittura voluto. La ragione delle chiusure delle sedi diplomatiche, fra cui quella tedesca, era dovuta ad un'allerta terrorismo. Ma chi "la sa lunga" non accetta questa spiegazione. È nato un nuovo popolo, quello dei "terremotisti". 

Come nel caso di Amatrice, c’è chi è convinto che la terra abbia tremato a causa di qualche arma segreta. Questa teoria sta dilagando sul Web, convincendo anche persone serie, raziocinanti e colte. Eppure, rendiamoci conto delle implicazioni di queste affermazioni. Il sisma, 7.8 della scala Richter, è riuscito a spostare l’intera penisola anatolica di 5 metri, la terra si è spaccata per 150 km. In una prima stima, gli esperti turchi hanno calcolato che abbia sprigionato un’energia pari a quella dell’esplosione di 32 bombe atomiche da 15 kt l’una (la potenza di Little Boy, la bomba che rase al suolo Hiroshima nel 1945). Se fosse prodotto da una bomba, fatta esplodere nel sottosuolo, occorrerebbe un lavoro preparatorio enorme. Basti considerare quel che è occorso ai francesi per l’esperimento di Mururoa nel 1996: un anno di preparazione (e polemiche) per una sola bomba fatta detonare sotto l’ormai celebre atollo nel Pacifico. La segretezza è di fatto impossibile da mantenere: in Corea del Nord i test, compiuti nella regione centrale montuosa del “regno eremita” sono monitorati quasi in tempo reale dall’intelligence della Corea del Sud.

Se non è l’atomica, allora, cosa dovrebbe essere? Secondo la teoria che va per la maggiore, sia riguardo questo sisma che quelli dell’ultimo decennio, l’arma sismica non sarebbe una “banale” bomba fatta esplodere nel sottosuolo, ma una potente antenna (indicata nel centro di ricerca HAARP in Alaska o più recentemente in un radar marittimo nel Pacifico settentrionale) in grado di “irraggiare” il territorio prescelto con onde ELF, le stesse che vengono usate dalle marine militari per comunicare con i sottomarini in immersione. Non c’è alcuno studio scientifico che dimostri come e in che misura le onde ELF, o qualsiasi altro tipo di onda elettromagnetica, possano provocare sismi. Tutti quelli che ci credono, ricordano solo una puntata della trasmissione Voyager del 2012 in cui l'ingegner Bruce Agnew conduceva un esperimento in un terrario per dimostrare come le onde ELF (diffuse da una cassa grande quanto il terrario stesso), debitamente direzionate, potessero spostare un sasso sulla sabbia. Ma un conto è un esperimento in un piccolo terrario, un conto è far spostare l’Anatolia di alcuni metri, usando antenne dall’altra parte del mondo. Per non parlare dell’assurdità dell’ipotesi che gli Stati Uniti posseggano un’arma così potente, paragonabile al raggio della Morte Nera in Guerre Stellari, e la sprechino per punire un Paese alleato.

È sempre incredibile, però, vedere quanto la scarsa credibilità di alcune teorie e la loro diffusione siano inversamente proporzionali. La dinamica del “sensazionalismo” non è sufficiente a spiegare questo fenomeno. Anche se le trasmissioni televisive che mischiano scienza e spettacolo, documentari e docu-fiction, continuano a portare una grave responsabilità.

Una prima causa è una reazione viscerale ai grandi media. Negli ultimi tre anni, soprattutto, sono stati più impegnati a censurare che a cercare notizie. Tesi che erano liquidate come “teorie del complotto”, come la fuga del coronavirus da un laboratorio cinese, ora sono ritenute credibili anche dall’Oms stessa. Scoop bollati come “disinformazione”, come il contenuto scabroso ritrovato nel pc del figlio di Biden, sono poi risultati autentici. Si diceva che la censura sui social network da parte di Fbi e dell’amministrazione Biden fosse solo paranoia dei conservatori, ma i Twitter Files dimostrano che era tutto vero: c’era un intero sistema di censura. Quando i giornalisti che si occupano del delicato lavoro di verifica, i “debunker”, diventano censori, per motivi politici, ogni smentita viene messa in dubbio. Però in questo modo si finisce per credere alle teorie più assurde, solo perché vengono smentite "dai media mainstream". Se i media mainstream smentiscono che la terra sia piatta, non per questo dobbiamo credere, per reazione, che sia realmente piatta. E nemmeno che i terremoti siano provocati da onde ELF. 

Il mondo della scienza non aiuta, con le sue certezze dogmatiche e le sue contraddizioni ideologiche. Gli epidemiologi erano unanimi nel dire che gli assembramenti accelerassero il contagio, ma gli stessi medici e ricercatori che hanno firmato la lettera a favore dei raduni Black Lives Matter (in tempo di pandemia) si sono contraddetti, con tesi che mischiano la politica alla medicina (i raduni di Blm erano, a detta loro, “Vitali per la salute pubblica nazionale”). I climatologi sono talmente certi di quel che affermano che i governi pensano di regolare i gradi del riscaldamento globale attraverso la pianificazione economica, come se disponessero di un termostato planetario, in barba alla complessità dei fenomeni climatici. Oggi le politiche energetiche che stiamo adottando dovrebbero servire a mitigare il riscaldamento di 1,5 gradi centigradi, non un centesimo di più, entro la fine del secolo. Ovvio che se ci si abitua a pensare che tutto sia controllabile, fino a questo punto, si sia portati a credere che anche i terremoti siano pianificabili.

Però i terremoti, anche nel 2023, non possono essere predetti. Non possono essere pianificati, Non possono essere evitati. La teoria del terremoto artificiale è un altro modo, apparentemente rassicurante, di voler controllare l’incontrollabile. “Non solo queste teorie sono assurde, ma sviano dal vero problema, che è la necessità di prepararsi al terremoto, con costruzioni anti-sismiche e una migliore gestione”, come ci spiega il professor Alessandro Martelli, che avevamo sentito nei giorni scorsi sugli effetti del sisma. Ci sono eventi, come terremoti, maremoti, eruzioni, meteoriti, di fronte ai quali la nostra volontà umana è nulla. Possiamo e dobbiamo prepararci ad essi, però, ragionando razionalmente, nel lungo periodo, su come proteggerci. E non limitandoci a tentare di dare spiegazioni all'inspiegabile solo nel momento concitato dei giorni successivi al disastro.