L’assedio di Gerusalemme e la distruzione del Tempio
La rivolta dei Giudei contro il dominio romano esplose nel 66 d.C. a seguito del prelievo forzoso di parte del tesoro del Tempio. I Romani misero poi sotto assedio Gerusalemme. La campagna degli occupanti non fu però semplice. Eppure, testimoniano gli scritti di Tacito e Flavio Giuseppe, avvennero prodigi che indirizzarono il corso della guerra, fino alla distruzione della Città Santa.
Come divampò la prima guerra giudaica
Nel V libro delle Historiae, Tacito fa un excursus di carattere storico, geografico ed etnico sulla Giudea. Dopo aver ripercorso le vicende dei Romani in quella regione, descrive in sintesi la rivolta scoppiata nel 66 d.C., quando il procuratore Gessio Floro entrò nel Tempio per prelevarne parte del tesoro e fece impiccare dei Giudei.
Tacito e quell’antipatia preconcetta verso gli Ebrei
Nella descrizione degli Ebrei contenuta nelle Historiae, Tacito riporta informazioni di seconda o terza mano, spesso erronee, frutto di un aspro pregiudizio nei confronti di quel popolo. Si rintracciano qui i segni di un antisemitismo nascente, espressione anche di una cultura che vede negli Ebrei un popolo dalla forte identità, non assimilabile ai Romani.
Tacito e le prime fonti storiche pagane sui cristiani
Ai tempi di Tacito, l’ignoranza popolare non conosceva e non comprendeva i riti cristiani, come quello battesimale ed eucaristico. È facile comprendere come la comunione venisse intesa come antropofagia. Lo storico latino, nei suoi Annales, sembra farsi promotore di queste accuse infamanti.
L'incendio di Roma e la responsabilità di Nerone
Nel XV libro degli Annales Tacito descrive l’incendio che scoppiò tra il 18 e il 19 luglio del 64 d. C. a partire dal Circo Massimo e che si diffuse poi per la città provocando migliaia di vittime. Le voci diffuse sostenevano che Nerone «cercasse la gloria di fondare una nuova città». L’imperatore fece allora ricadere la colpa sui cristiani, dando il la alle prime grandi persecuzioni
La "Germania" di Tacito e il mito della razza ariana
Nella sua opera Germania, Tacito presenta l’aspetto fisico e i costumi dei popoli germanici come conseguenza dei luoghi in cui abitano. Questa è «gente senza astuzia né malizia», secondo lo storico latino, che però non cade nell’idealizzazione dei Germani. Tuttavia, Hitler scorgerà in questo scritto una ‘prova’ della superiorità e purezza della razza ariana.