Il Triduo, i misteri dello scontro tra la vita e la morte
Nei giorni del Triduo riviviamo lo scontro apocalittico tra vita e morte, luce e tenebre, odio e amore. E questo è un dramma sempre attuale, che riguarda ciascuno di noi, il nostro destino eterno. Anche nel dolore più grande, Cristo ci dà la certezza che, uniti a Lui, risorgeremo a vita nuova.
Piangiamo le lacrime che Giuda non volle piangere
In ogni Eucaristia ritorna questo interrogativo e Dio aspetta la nostra risposta: una risposta di fatti, di gesti, di scelte. Riconosciamo sinceramente che è l’orgoglio il veleno della storia umana. Per Gesù, Giuda resta sempre l’amico atteso e il figlio perduto che manca nel cuore del Padre.
- IL DONO DELL'EUCARESTIA E DEL SACERDOZIO, di Fabio Piemonte
- UBI CARITAS... IL CANTO DELLA VERITÀ, di Aurelio Porfiri
Ubi caritas, il canto della carità nella verità
Il canto Ubi caritas, che si intona durante la lavanda dei piedi del Giovedì Santo, ha una tradizione molto antica risalente a san Paolino d’Aquileia (VIII secolo). Le parole sono un inno all’amore fraterno in Cristo. Amore che, come spiega anche Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in Veritate, non può essere scisso dalla verità.
Gesù e il Giovedì Santo, non può morire chi mangia la Vita
Durante l’Ultima Cena, prima dell’agonia interiore nel Getsemani, Gesù istituisce la Santa Eucarestia, affinché lo Sposo possa restare sempre con la sua Sposa, la Chiesa. «Questo è il pane della vita: dunque, chi mangia la Vita, non può morire. Come potrà morire chi ha per cibo la Vita?», scrive sant’Ambrogio. Gli fa eco sant’Agostino spiegando «che fu proprio l’amore» per noi a condurre alla morte Nostro Signore, che volle liberarci dalla schiavitù del peccato.