Netanyahu vuole Rafah, nonostante si rischi la catastrofe umana
Sono in corso i preparativi di un'offensiva contro Rafah, nell'estremo Sud della Striscia di Gaza. Nonostante gli avvertimenti dell'amministrazione Usa sul rischio catastrofe umanitaria.
Blinken rinnova la relazione speciale fra Usa e Israele
Il viaggio mediorientale del Segretario di Stato americano Antony Blinken si è concluso dopo i colloqui con Netanyahu e con Abu Mazen. Critica alla politica di insediamenti e annessioni israeliana e anche alla violenza palestinese. Ma come dimostrano le esercitazioni comuni, la visita ribadisce la relazione speciale fra Usa e Israele.
Le tre elezioni che hanno cambiato il Medio Oriente
Tre elezioni, fra il 2020 e il 2021, hanno cambiato completamente il grande gioco politico del Medio Oriente: Joe Biden negli Usa, la fine di Netanyahu in Israele e la vittoria di Raisi in Iran. Riprendono le trattative con Iran e Palestina. Ma riparte anche l'offensiva di propaganda palestinese, anche con risvolti religiosi gravi (e l'Italia è complice).
Non illudiamoci, in Israele non inizia una nuova era
La fine di un’epoca? Non c’è dubbio che l’estromissione di Benjamin Netanyahu pone fine ai suoi dodici anni consecutivi di governo. Ma il collante che tiene assieme i partiti della nuova maggioranza, dagli arabi di Ra'am alla destra nazionalista di Yamina, sono quantomeno fragili. Il governo dovrà affrontare un momento molto difficile per Israele
Guerra in Israele. Mai prendersi gioco della verità
Il vulcano del conflitto si è risvegliato in terra d'Israele, con una violenza inattesa. A scatenarne l'eruzione è stato soprattutto il diniego della verità. Da parte della politica israeliana che non riconosce la vittoria di Netanyahu. Da parte dell'Autorità Palestinese che non vuole confrontarsi con gli elettori. Da parte di Biden che finge di non vedere il pericolo dell'Iran né la pace fra Israele e i sunniti.
I palestinesi "processano" Trump. E intascano soldi Usa
Da quando Donald Trump ha annunciato il trasferimento dell'ambasciata a Gerusalemme, riconoscendola capitale di Israele, la macchina della propaganda palestinese si è messa in moto contro gli Usa. Ultimo esempio: un finto processo (con condanna a morte) di Trump e Pence, in un campo Unrwa. Agenzia Onu che riceve gli aiuti Usa.
Una sovranità di Dio su Gerusalemme "l'incompresa"
Si è riaccesa la disputa per Gerusalemme con l'annuncio, da parte del presidente Trump, del trasferimento dell'ambasciata statunitense da Tel Aviv alla Città Santa. Ripercorriamo le tappe di una storia intricata, anche per non dimenticare la soluzione della sua internazionalizzazione, chiesta ripetutamente e mai attuata.
AMBASCIATA USA A GERUSALEMME: IL SASSO NELLO STAGNO di Stefano Magni
Ambasciata Usa a Gerusalemme: il sasso nello stagno
“È il momento di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele”. Con questa frase il presidente Usa Donald Trump ha annunciato lo spostamento della sede dell’ambasciata statunitense in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme. Il provvedimento è rimandato di sei mesi. Ma le reazioni non si sono fatte attendere.