Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Giosafat Kuncewycz a cura di Ermes Dovico
La manifestazione

Scegliamo la Vita, in migliaia per difendere i nascituri

Ascolta la versione audio dell'articolo

Circa 30.000 partecipanti sabato a Roma per la manifestazione contro l’aborto. Toccanti le testimonianze, tra cui quella di un giovane disabile e di una donna divenuta pro life dopo un aborto in gioventù. Ruiu chiede «pace tra madri e figli, uomini e donne».

Attualità 24_06_2024
Manifestazione per la vita (22 giugno 2024, Roma, foto LaPresse)

“Scegliamo la Vita” conclude la sua edizione 2024 con circa 30.000 partecipanti a sfilare dal primo palco, collocato in Piazza della Repubblica, alla meta finale, allestita nei pressi di Piazza Venezia. Il clima caldo ma finalmente ventilato dopo due o tre giorni di afa oppressiva ha reso particolarmente gradevole e agevole la manifestazione. Dai due palchi, una manciata di testimonianze, tra le quali ha commosso particolarmente quella di una donna diventata attivista pro vita dopo aver effettuato un aborto in gioventù.

Sono seguite le testimonianze di due ragazzi disabili. Il più noto è Arturo Mariani, 30 anni, atleta paralimpico, scrittore, speaker radiofonico e mental coach. Mariani ha debuttato sul palco finale di Scegliamo la Vita, raccontando una storia di successo: la sua. A tre mesi di vita intrauterina, lo screening prenatale su Arturo aveva diagnosticato che il nascituro era privo di una gamba. La scelta dei genitori di portare a compimento la gravidanza era stata giudicata da taluni egoistica: perché mettere al mondo un bambino che sarebbe andato incontro a inevitabili sofferenze? Invece, oggi, «sono qui grazie a quel sì», ha raccontato Mariani davanti ai manifestanti di Scegliamo la Vita, esprimendo la sua gratitudine verso la mamma Gianna e il papà Stefano, che hanno fortemente voluto la nascita del loro terzogenito.

La vita di Arturo, come prevedibile, non è stata facile, specie nei primi anni, quando una delle protesi si rivelò particolarmente scomoda e dolorosa. Al di là dell’handicap, quella di Arturo Mariani è stata una vita bella e piena di soddisfazioni. Una vita piena di ostacoli e incognite, sì, ma «chi è che non ha problemi e che non vive difficoltà nella vita?», ha detto Mariani, che oggi non vuole essere chiamato né «disabile», né «handicappato» ma semplicemente Arturo. Non un ragazzo «senza una gamba» ma «con una gamba». Non «disabile» ma «pro-abile». PROabilità è infatti il titolo dell’ultimo libro di Mariani, che, al colmo della commozione, ha chiamato sul palco la moglie Maria Laura e la piccola Benedetta, «frutto del nostro amore e frutto di quell’amore che trent’anni fa è stato donato a me e che oggi, moltiplicato, è stato condiviso».

Nei saluti finali, Maria Rachele Ruiu, portavoce di Scegliamo la Vita, ha esordito con una citazione illustre. «A me ha colpito molto che al G7 i potenti erano preoccupati nel promuovere l’aborto, quando c’è la guerra attorno a noi», ha detto Ruiu, giustapponendo la celebre affermazione di santa Teresa di Calcutta: «Io sento che il più grande distruttore della pace oggi è l’aborto. Perché, se una madre può uccidere il proprio bambino, cosa mi impedisce di uccidere te e a te di uccidere me? Nulla». Alla luce di ciò, il miglior punto di partenza per la pace nel mondo è mettere «pace tra madri e figli, tra i padri e le madri, tra gli uomini e le donne». La speranza della vita è un lume che va portato ovunque, ha proseguito Ruiu, dai luoghi di lavoro alla politica, perché divampi in tutta l’Italia, dove «non si fanno più figli non perché mancano i soldi ma perché manca la speranza».

Da parte sua, l’altro portavoce della manifestazione, Massimo Gandolfini, ha ricordato l’appoggio di papa Francesco all’iniziativa (il Pontefice ha salutato organizzatori e manifestanti di Scegliamo la Vita, durante l’Angelus di ieri), mettendo poi in guardia dalle minacce della cancel culture e del relativismo, che – partendo dalla violenza sui più deboli, nascituri in primis – plasmano una società fondata sulla violenza e sulla guerra totale e quotidiana tra esseri umani, in cui dilagano droga, maternità surrogata e tante altre storture. «Nella tragica, drammatica e vergognosa tabella delle azioni contro la dignità umana», ha osservato Gandolfini, «il doloroso primato spetta all’aborto che porta con sé due vittime: il bimbo cui viene negato il fondamentale diritto alla vita e la mamma che viene assai spesso lasciata completamente sola, negandole la possibilità di vivere quel momento di gioia immensa e indescrivibile che si chiama avere il suo bimbo in braccio». Da qui l’esortazione: sì a politiche che assecondino le giovani donne nel desiderio di mettere al mondo un figlio, senza ostacoli economici o burocratici di alcun tipo.

A sostegno di tali valori, un’altra monumentale citazione di un santo del recentissimo passato: «Fra tutti i delitti che l'uomo può compiere contro la vita», scriveva san Giovanni Paolo II, «l’aborto procurato presenta caratteristiche che lo rendono particolarmente grave e deprecabile […]. Ma nessuna parola vale a cambiare la realtà delle cose: l'aborto procurato è l'uccisione deliberata e diretta, comunque venga attuata, di un essere umano nella fase iniziale della sua esistenza, compresa tra il concepimento e la nascita» (Evangelium vitae, 58).

In conclusione, i portavoce hanno dato appuntamento alla quarta edizione di Scegliamo la Vita: ancora una volta, l’iniziativa si svolgerà a Roma, in una data del 2025 ancora da definire, trattandosi peraltro dell’anno giubilare.