Qatargate, urge un'autocritica per socialisti e alleati
La procura federale belga chiede la revoca dell'immunità per due eurodeputate del partito di Elly Schelin, non indagate ma citate nei documenti sull'inchiesta sulle presunte tangenti da Marocco e Qatar. È auspicabile una riflessione per i socialisti e per l'accondiscendente PPE.

È sempre più urgente una severa autocritica che porti, come minimo alle dimissioni della capogruppo dei Socialisti&Democratici europei a Strasburgo, la spagnola Iratxe Garcia Perez che ha gestito la compagine socialista anche nella scorsa legislatura. Allo stesso tempo Elly Schlein e la sua segreteria una riflessione seria potrebbero pure avviarla. Non da meno i Popolari europei, che dovrebbero farsi un esame di coscienza sulla loro scelta di alleanza preferenziale con il gruppo dei Socialisti&Democratici e tornare alle regole istituzionali tradizionali, ristabilendo il principio che le responsabilità nel parlamento si assegnano in funzione della consistenza numerica dei gruppi parlamentari e non delle camarille.
Martedì 4 marzo la procura federale belga ha chiesto al Parlamento europeo di revocare l'immunità di due eurodeputate socialiste italiane, Alessandra Moretti ed Elisabetta Gualmini, nell'ambito dell'inchiesta su presunte tangenti che coinvolgono funzionari del Qatar. Le due deputate, innocenti sino a prova contraria, hanno dichiarato di volersi sospendere dal gruppo parlamentare, ma non è ancora nota la loro decisione sulla rinuncia o meno alla immunità parlamentare. Certo non si potrà dire che il Belgio non è uno Stato democratico dove vige lo Stato di diritto, come bugiardamente affermato dalle sinistre e dalla stessa Ilaria Salis nei confronti della democratica Ungheria.
Moretti e Gualmini sono state citate nei documenti nelle fasi iniziali dell'inchiesta sulla presunta corruzione emersa il 9 dicembre 2022, ma non sono mai state formalmente indagate fino ad ora. Lo scandalo ha coinvolto diversi parlamentari e assistenti del gruppo dei Socialisti & Democratici, tra cui l'ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili, il suo compagno e assistente parlamentare Francesco Giorgi e gli ex eurodeputati Pier Antonio Panzeri, reo confesso che ha patteggiato, Andrea Cozzolino, Marc Tarabella e Maria Arena, ora accusata di appartenenza a un'organizzazione criminale. Tutti i deputati indagati appartengono ai Socialisti & Democratici, molti di loro avevano posizioni importanti non solo nel gruppo politico ma anche nelle commissioni parlamentari.
La richiesta del procuratore federale riguardante Moretti e Gualmini è stata inoltrata all'Ufficio di presidenza del Parlamento europeo e sarà presentata durante la sessione plenaria di marzo, probabilmente il 10 marzo prossimo.
La Commissione Affari giuridici del Parlamento (JURI), presieduta dal liberale bulgato Ilhan Kyuchyuk, sarà quindi incaricata di esaminare la richiesta della Procura belga e formulare una proposta di accettazione o di rigetto della stessa. La sessione plenaria del Parlamento terrà quindi una votazione per prendere una decisione definitiva sui due casi.
Va ricordato che la procedura di revoca dell'immunità, già concessa due anni fa dal Parlamento europeo in via d'urgenza nei confronti di Tarabella e Cozzolino, non incide sulla presunzione di innocenza. Tutti gli indagati, nei confronti dei quali la procura belga aveva inizialmente disposto misure cautelari, sono stati rilasciati con o senza condizioni. Antonio Panzeri, il personaggio ritenuto la mente dello scandalo di presunta corruzione all'Eurocamera era dapprima divenuto collaboratore di giustizia dallo scorso 17 gennaio 2023, patteggiata una pena di un anno, successivamente era stato rilasciato a condizione di non lasciare il Belgio, né avere contatti con gli altri indagati.
Al loro secondo mandato sui banchi di Bruxelles, Moretti e Gualmini erano state solo sfiorate dallo scandalo delle presunte tangenti da Qatar e Marocco per annacquare le posizioni del Parlamento europeo sul rispetto dei diritti in quei Paesi. Moretti, ritenuta molto vicina alla "mente" del sistema Panzeri, si era recata nell'emirato nel febbraio 2020 e aveva visitato un cantiere per la costruzione di un futuro stadio della Coppa del Mondo insieme al collega Tarabella. Entrambe le europarlamentari italiane sono intervenute anche durante l'audizione chiave presso la Sottocommissione per i diritti umani (DROI) del Ministro del Lavoro del Qatar, Ali bin Samikh Al Marri, il 14 novembre 2022.
La gestione allegra del gruppo Socialista&Democratico durante la scorsa legislatura (e nulla fa pensare che sia cambiato alcunché in questa) lascia aperti dubbi e preoccupazioni. Basti ricordare che, oltre alla folta presenza nello scandalo Qatar-Marocco Gate, recentemente è emersa l’inquietante e partigiana, forse anche truffaldina, gestione di una parte dei fondi del Green Deal per favorire le azioni di lobby e pressioni verso governi e parlamentari di ONG “amiche”, di cui l’allora vicepresidente esecutivo della Commissione Europea e delegato al Green Deal, il leader socialista Franz Timmermans, era a conoscenza.
C’è da auspicare che la giustizia belga faccia velocemente il suo corso e finalmente tutte le istituzioni europee diano piena attuazione al principio della trasparenza, mentre si ingigantiscono i dubbi sulla innaturale e francamente sempre più incomprensibile alleanza privilegiata del PPE con il gruppo dei Socialisti&Democratici. Il sospetto che l’accondiscendente silenzio dei Popolari verso le malefatte socialiste sia la contropartita per l'insabbiamento dello scandalo Pfizer-Von der Leyen, diviene ogni giorno più credibile.
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