Putin esilia la Wagner ma Prigozhin sarà ancora utile a Mosca
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Quanto accaduto in questi giorni lascia pensare che lo spostamento di Prigozhin fosse già in preparazione. E in Bielorussia sarà ancora utile a difendere gli interessi di Putin.
Putin manda in esilio in Bielorussia il suo ex “cuoco” Evgheny Prigozhin dopo la rivolta che lo ha visto protagonista insieme a qualche migliaio di combattenti della compagnia militare privata Wagner. L’annuncio, anticipato dal portavoce Dimitri Peskiov, è stato ufficializzato ieri dal presidente russo con un discorso che ha chiamato i russi all’unità nazionale in cui, senza mai pronunciare il nome di Prigozhin, ha definito gli organizzatori dell’insurrezione “traditori” che hanno fatto il gioco dei nemici della Russia, ma ha riconosciuto il patriottismo e l’eroismo in battaglia degli uomini della Wagner.
Prima di Putin era stato Prigozhin, probabilmente da un hotel a Minsk, a diffondere un audio di ben 11 minuti in cui senza scusarsi né chiedere clemenza, rivendica la rivolta tesa non a compiere un colpo di stato ma a salvare la Wagner dall’inglobamento nell’odiato ministero della Difesa.
Una “Marcia della Giustizia” diffusa dal solito canale Telegram (che stranamente Mosca non ha mai oscurato) che inoltre puntava a “mettere di fronte alle proprie responsabilità” quanti “hanno commesso un enorme numero di errori nell’Operazione Militare Speciale", ha detto Prigozhin aggiungendo di aver colpito gli elicotteri che attaccavano la sua colonna per autodifesa.
Prigozhin sembra quindi uscire a testa alta (e soprattutto ancora attaccata al collo, almeno per ora) dalla ribellione che ha guidato e che sostiene di aver fermato per “evitare un bagno di sangue russo”, grazie alla mediazione di Aleksandr Lukashenko anche se sul trasferimento dei seguaci della Wagner sono emerse indiscrezioni destinate a suscitare qualche interrogativo.
La testata indipendente russa Verstka ha riferito che è in fase di costruzione a Osipovichi, nella regione bielorussa di Mogilev a 200 chilometri dal confine con l’Ucraina, il primo campo militare per gli uomini della Wagner “esiliati” dalla Russia e destinato ad accogliere 8mila combattenti, numero che indicherebbe come meno di un terzo dei 25 mila uomini della Wagner abbiano seguito il loro capo nell’azione eversiva e oggi lo debbano seguire nell’esilio mentre agli altri Mosca ha offerto di combattere nell’esercito o di tornare a casa.
La notizia, se trovasse ulteriori riscontri, confermerebbe quanto anticipato domenica dal portavoce del Cremlino Dimitry Peskov che aveva annunciato che gli uomini della Wagner che avevano seguito Prigozhin nell’insurrezione sarebbero stati trasferiti in Bielorussia
Le fonti sentite da Verstka riferiscono della prossima realizzazione di diversi campi; una fonte vicina ai vertici della regione di Mogilev avrebbe confermato che le autorità sono state incaricate di costruire un campo per la compagnia militare privata nella regione, mentre diversi parenti degli uomini della Wagner hanno confermato che molti combattenti saranno inviati in Bielorussia, inclusi quelli che avevano preso il controllo di Rostov il 24 giugno.
Curioso che poche ore dopo l’annuncio di Peskov (e alcune ore prima del discorso alla nazione di Putin), in Bielorussia fossero già in corso i lavori per realizzare una base per gli uomini della Wagner.
Si rafforza quindi l’ipotesi che il trasferimento oltre confine della Wagner fosse già in programma da tempo consentendo a Putin e al ministero della Difesa di liberarsi della figura sempre più ingombrante e fuori controllo di Prigozhin ma mantenendo la Wagner al servizio della Federazione Russa, nel vicino paese alleato al riparo dalla legge varata il 10 giugno che impone a tutti i gruppi militari privati di porsi sotto il comando delle forze armate.
La notizia della base bielorussa per la Wagner è stata però ridimensionata dal presidente Alexander Lukashenko, citato dall'agenzia stampa ufficiale BeLta. "Abbiamo offerto loro una struttura abbandonata dell'esercito. Sono liberi di metterci delle tende", ha detto, aggiungendo che per ora gli uomini della Wagner si trovano nei loro campi nella regione del Donbass di Luhansk. In realtà la presenza dei veterani della Wagner potrebbe rivelarsi molto utile a Lukashenko che deve fare i conti con il rischio che i suoi vicini organizzino rivolte tese a rovesciare il suo regime.
Ucraini e alleati della NATO puntano a scatenare un’insurrezione in Bielorussia: polacchi, baltici e ucraini addestrano da tempo le milizie dei ribelli bielorussi in esilio e già inquadrati in battaglioni che hanno combattuto contro i russi al fianco delle truppe ucraine.
Non a caso ieri Lukashenko ha affermato che una parte significativa delle armi nucleari tattiche russe è già arrivata in Bielorussia negando che gli uomini della Wagner abbiano il compito di custodirle come hanno suggerito fonti polacche. “Questo è nostro compito. Abbiamo abbastanza uomini in grado di proteggerle insieme ai russi", ha assicurato Lukashenko. Del resto le atomiche russe a Minsk hanno lo stesso ruolo di deterrenza ricoperto dalle armi nucleari americane in diverse nazioni della NATO (inclusa l’Italia) e cioè garantire che questi paesi non possano venire attaccati.
Il trasferimento della Wagner in Bielorussia potrebbe in realtà rivelarsi utile a sostenere l’alleato di Mosca da attacchi esterni o a condurre azioni militari in Ucraina (Kiev dista circa cento chilometri dal confine bielorusso). O almeno questo è il timore di baltici e polacchi. “Gli Stati baltici stanno seguendo da vicino lo sviluppo degli eventi, compreso il possibile trasferimento del gruppo Wagner in Bielorussia e sono pronti a reagire a qualsiasi minaccia, diretta o indiretta, alla loro sicurezza: se necessario, si aspettano il sostegno dell'UE e della NATO", ha detto ieri il ministro degli Esteri lettone, Edgars Rinkevics.
Il presidente polacco Andrzej Duda ritiene invece la presenza di Prigozhin in Bielorussia un "segnale molto negativo" per la sicurezza del Paese. "Stiamo monitorando il dispiegamento delle truppe del gruppo Wagner in Bielorussia", ha sottolineato Duda chiedendo alla NATO il rafforzamento della sicurezza del fianco orientale e ieri Berlino ha reso noto di essere pronta a schierare una brigata in Lituania "su base permanente".
Il “patriota-traditore” Prigozhin fa ancora paura ai nemici della Russia e resta quindi ancora utile agli interessi di Mosca.
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