Pure il British Medical Journal demolisce l’obbligo vaccinale
Malgrado la propaganda mediatica, le reazioni all’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari sono moltissime. Il DL 44 contrasta con la Costituzione, una serie di dichiarazioni internazionali e la recente risoluzione del COE. Perfino il British Medical Journal evidenzia le contraddizioni degli attuali vaccini che impattano sulla salute del personale e «non forniscono immunità né prevengono la trasmissione». Perché, allora, l’obbligo?
Il Decreto Legge n. 44 dell’1 aprile 2021 ha infine stabilito l’obbligatorietà della vaccinazione contro il Covid per tutti gli operatori del comparto sanità, concretizzando quanto era nell’aria da giorni, incluse le ipocrite esternazioni di alcuni soggetti - come il presidente della Regione Emilia-Romagna (vedi qui) -, che invocavano proprio l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari, indicando già ai propri compagni di merende la linea da prendere: non ti vaccini? Non lavori. Il DL, all’art. 4, prevede, infatti, il demansionamento oppure la sospensione dell’attività lavorativa - e anche la sospensione dal proprio Ordine professionale - fino al massimo al 31 dicembre 2021.
Le reazioni sono moltissime, nonostante lo sforzo dei mezzi di propaganda di silenziarle o squalificarle. Reazioni che si tradurranno in azioni legali (sono già partite migliaia di diffide e molti sono gli avvocati disposti a difendere il diritto alla libertà di scelta) e anche nelle prime manifestazioni, come quella programmata domenica 11 aprile in Piazza del Popolo a Roma, organizzata dal comitato “Di Sana e Robusta Costituzione” (vedi qui). Tutte iniziative da seguire e sostenere, perché è evidente che l’obbligatorietà vaccinale di una categoria di persone è preludio di altre norme e leggi lesive della libertà personale di tutti.
Il DL 44 appare confliggente con una pletora di leggi ordinarie, costituzionali, dichiarazioni e quant’altro: dalla normativa sulla privacy, allo Statuto dei Lavoratori, per arrivare alla Dichiarazione di Helsinki, alla Convenzione di Oviedo, al Codice di Norimberga, fino alla Risoluzione 2361 del 27 gennaio 2021 del Consiglio d’Europa (COE), la quale, mentre esorta gli Stati a persuadere i cittadini europei alla vaccinazione, precisa che gli stessi Stati sono tenuti a informare i cittadini che «la vaccinazione non è obbligatoria e che nessuno dev’essere politicamente, socialmente o in altro modo costretto a vaccinarsi se non vuole farlo» (§ 7.3.1.); inoltre gli Stati devono garantire che «nessuno venga discriminato per il fatto di non esser stato vaccinato, a motivo di possibili rischi di salute o per il fatto di non volerlo essere» (§ 7.3.2.).
Puntualmente il Governo italiano ha fatto l’esatto contrario, ricattando quella categoria di lavoratori che fino a qualche mese fa incensava come eroi e angeli col camice bianco. Ieri promesse di aumento di prestigio e stipendio per gli angeli delle corsie; oggi minaccia di restare senza un euro per mesi.
Dal che se ne trae una cocente lezione: in un regime totalitario e cinico come il nostro, è un grosso errore lasciarsi lusingare dalla retorica ufficiale. La verità è cruda: questo DL dichiara che non esistono più uomini con una loro dignità, che comporta, tra l’altro, l’intangibilità del proprio corpo; non esistono lavoratori e cittadini, con diritti e doveri riconosciuti e difesi. No. Siamo diventati cavie da laboratorio, materiale biologico da utilizzare a piacimento della Tecno-Scienza, questa nuova divinità tanto attraente, quanto senza scrupoli. Tutti possono essere sacrificati al suo altare: ieri, quelli che, nell’era ante-Covid, erano incensati come il settore portante dell’economia italiana (ristoratori, settore del turismo, del benessere, etc.); oggi gli eroi di ieri, i sanitari; domani gli eroi di oggi, le forze dell’ordine. E avanti così.
Seconda considerazione: che siano stati proprio i sanitari ad essere colpiti, in modo così violento e grossolano, dall’obbligatorietà del vaccino, deve far pensare. Molto probabilmente è il segno che si tratta della categoria nella quale sono molti quelli che non si vogliono vaccinare, evidentemente perché più consapevoli dei problemi sanitari che questi vaccini sollevano e perché testimoni dei molti effetti avversi, inclusi quelli letali, che si sono verificati.
A questo riguardo, qualche giorno fa, il 2 aprile, The British Medical Journal pubblicava una risposta ad un articolo di Abi Rimmer che sosteneva il dovere dei medici di vaccinarsi contro il Covid-19 (risposta che il Movimento Italia nel Cuore ha spedito via Pec al presidente del Consiglio e al ministro della Sanità).
In questa risposta - che, attenzione, non è un articolo scientifico - emerge, tra l’altro, la consapevolezza che l’osservazione dei fatti smentisce abbondantemente la trionfale narrativa relativa al vaccino per il Covid. L’autore porta infatti alla luce che, dopo la vaccinazione, «il personale si ammala gravemente e alcuni presentano sintomi neurologici che stanno avendo un enorme impatto sulla funzione del servizio sanitario. Anche i giovani e le persone in salute restano inabili per giorni, alcuni anche per settimane e altri richiedono cure mediche». Spingere i sanitari a farsi inoculare un vaccino «non approvato, che ha un impatto immediato sulla loro salute pubblica» è un’operazione «stupida, immorale e irresponsabile», anche alla luce dell’esperienza diretta «di dipendenti che hanno contratto il Covid dopo la vaccinazione». E poi la domanda delle domande: «si legge chiaramente che questi prodotti vaccinali non forniscono immunità né prevengono la trasmissione. In tal caso, perché lo stiamo facendo? Non ci sono dati di sicurezza longitudinali (solo pochi mesi di dati di studio nella migliore delle ipotesi) e questi prodotti sono approvati solo per uso di emergenza».
Si tratta di considerazioni che una parte consistente degli operatori sanitari conosce bene e, per tale ragione, rifiuta di farsi vaccinare. Con questo DL si è probabilmente pensato di giocare la carta del panico, che in Italia si sta adoperando fin dall’inizio della pandemia, non senza successo, portando le persone ad accettare e compiere azioni del tutto illogiche e compulsive; il Governo evidentemente ritiene che di fronte alla minaccia della sospensione, una buona parte dei sanitari correrà a farsi la vaccinazione, per scongiurare il peggio, tralasciando argomentazioni di ordine sanitario e giuridico.
Il DL rivela dunque, suo malgrado, che esistono migliaia di operatori sanitari che non hanno abboccato né alla propaganda né alle innumerevoli pressioni subite sul posto di lavoro nelle ultime settimane. Inoltre, l’aver combinato l’obbligo vaccinale con lo scudo penale per i medici vaccinatori ha confermato senza ombra di dubbio che gli effetti avversi da vaccino ci sono: numerosi, spesso gravi e perfino letali.
La situazione è particolarmente delicata e la resistenza sanitaria merita tutta la nostra attenzione e il nostro sostegno. Questo colpo di mano del Governo potrebbe anche provocare effetti avversi da obbligo vaccinale. Per i ricorsi e le azioni legali che bollono in pentola, ma anche perché si potrebbe verificare una resistenza inattesa, che costringerebbe la sanità italiana a dover rimpiazzare in fretta e furia migliaia di medici, infermieri, operatori socio-sanitari, proprio in un momento di particolare bisogno.