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RUSSIA

Prigozhin (forse) è uscito di scena, la Wagner resta

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Ipotesi ancora tutte aperte sull'incidente che avrebbe decapitato la compagnia militare privata Wagner, inclusa quella di una finta morte di Yevgeny Prigozhin, protagonista due mesi fa di una specie di tentato golpe a Mosca. La Wagner comunque è troppo importante per gli interessi di Mosca in Africa, Siria e Bielorussia, e perciò è improbabile che sarà sciolta.

Esteri 25_08_2023
L'aereo di Prigozhin in fiamme

Yevgeny Prigozhin è uscito di scena in modo spettacolare, vittima con tutto lo stato maggiore della compagnia militare privata Wagner di un incidente aereo che desta ovviamente molti sospetti, specie considerando la scomparsa in passato di altri nemici del governo russo e di Vladimir Putin.

Sullo schianto del velivolo privato Embraer 600 in volo tra Mosca e San Pietroburgo si sono scatenate ipotesi e supposizioni: dall’esplosione di un ordigno a bordo al fuoco della contraerea russa senza dimenticare l’ipotesi “complottista” di un finto incidente a un aereo sul quale Prigozhin e i suoi più stretti collaboratori non erano mai saliti.
A non far escludere quest’ultima opzione contribuiscono diversi indizi: Innanzitutto un altro aereo uguale appartenente alla società Concord di Prigozhin è atterrato in aeroporto nei pressi di Mosca poco dopo l’incidente e ieri pomeriggio lo stesso velivolo si è diretto verso Baku, in Azerbaigian.

Mosca ha annunciato che i cadaveri di Prigozhin e Utkin sono stati identificati e manca solo l’esame del DNA per confermare il decesso. In precedenza il telefonino del capo della Wagner era stato rinvenuto tra i relitti dell’aereo schiantatosi al suolo.
Negli USA, le informazioni iniziali di intelligence smentiscono che l’aereo sia stato colpito da un missile terra-aria mentre, secondo quanto riporta il Wall Street Journal citando funzionari dell'amministrazione americana, le valutazioni preliminari suggeriscono che una bomba sia esplosa sull'aereo o ci sia stata qualche altra forma di sabotaggio.
Da Kiev lo stesso presidente Volodymyr Zelensky ha negato responsabilità ucraine nella morte di Prigozhin.

Se è vero che in passato (fin dall’epoca di zaristi e sovietici) gli oppositori del Cremlino finivano per morire in incidenti o malattie improvvise, il caso Prigozhin è assai differente.
Dopo il tentato golpe maldestro (o forse solo una messa in scena?) Putin aveva definito “traditori” Prigozhin e gli uomini della Wagner che avevano seguito il loro capo ma aveva aggiunto che erano dei patrioti che avevano combattuto eroicamente vincendo diverse importanti battaglie in Ucraina e difendendo gli interessi di Mosca in molte nazioni africane.

Ieri Putin ha confermato che le indicazioni suggeriscono che a bordo dell'aereo si trovava personale della Wagner. Il comitato investigativo ha avviato un procedimento per accertare le cause che hanno portato allo schianto dell'aereo nella regione di Tver mentre era in viaggio da Mosca a San Pietroburgo. 

Promettendo indagini sull’incidente e porgendo le condoglianze alle famiglie delle vittime dell’incidente. Putin ha mantenuto questa duplice valutazione solo in apparenza contraddittoria. «Era un uomo con un destino difficile - ha commentato Putin in un incontro al Cremlino ripreso in tv, durante il quale ha detto che Prigozhin era tornato ieri dall'Africa e aveva incontrato "alcuni funzionari" -. Aveva commesso alcuni gravi errori nella sua vita. Aveva ottenuto i risultati necessari per lui e per lo sforzo che gli avevo chiesto durante gli ultimi mesi».

Prigozhin non era un oppositore di Putin ma la sua marcia su Mosca, pur se interrotta, aveva senza dubbio oltrepassato i limiti accettabili per Putin e Shoigu. Prigozhin aveva rifiutato di firmare il decreto del ministro della Difesa Sergei Shoigu, che pone le società militari private sotto l’egida delle forze armate russe.
Putin sembrava aver consentito questa autonomia della Wagner togliendo Prigozhin e i suoi dal territorio russo e lasciandoli operare in Africa, Siria e Bielorussia, a supporto del regime amico di Aleksandr Lukashenko.

Per questo la morte (vera o presunta) di Prigozhin e dei leader della Wagner non significherà probabilmente la fine della compagnia, ma probabilmente solo una “seconda vita” in cui i contractors russi opereranno a più stretto contatto con il ministero della Difesa e nell’ambito delle decisioni del Cremlino.

Nel suo ultimo video, girato probabilmente in Mali, Prigozhin magnificava il ruolo della Wagner nell’aiutare gli africani contro terroristi islamici e pretese neo coloniali dell’Occidente. Difficile credere che Mosca rinunci a un simile strumento di penetrazione. Più probabile che lo affidi a uomini di fiducia più vicini allo stato e più controllabili, specie ora che il fallimento della controffensiva ucraina e il golpe in Niger sembrano fornire a Mosca nitidi auspici di vittoria.

Alcuni commentatori sostengono che Putin volesse punire in modo esemplare il “contractor ribelle”, con una esecuzione spettacolare nei cieli russi, ma questa tesi è discutibile poiché Prigozhin e la Wagner godono di stima e simpatie popolari in Russia. Forse anche per questo i vertici di Mosca non hanno ancora commentato la morte di Prighozin.

Per Andrej Kortunov, direttore accademico del Consiglio russo per gli affari internazionali (RIAC) a Mosca «non necessariamente» significherà lo scioglimento della Wagner. Gli affari della società sono floridi in Siria, Libia, Mali, Burkina Faso e in Repubblica Centrafricana dove dopo la rivolta Mosca ha provveduto ad arrestare alcuni comandanti della società e a rimpiazzarli con altri.

Una interessante coincidenza vede la morte apparente di Prigozhin e del suo stato maggiore seguire di poche ore la notizia diffusa dall’agenzia RIA-Novosti che il generale Sergei Surovikin è stato rimosso dall'incarico di comandante delle forze aeree russe.
Surovikin, arrestato e poi liberato ma sospettato di complicità, è stato il miglior generale messo in campo da Mosca nell’attuale conflitto. A lui si deve il perfetto ripiegamento sulla riva sinistra del Dnepr delle truppe russe nel novembre dello scorso anno e la formidabile tripla linea fortificata che protegge la Crimea dalla rabbiosa ma per ora inconcludente controffensiva ucraina.

Il posto di Surovikin è stato preso ad interim dal generale Viktor Afzalov, capo di stato maggiore che già aveva svolto le stesse funzioni quando Surovikin era stato chiamato a comandare le operazioni in Ucraina, dall'ottobre del 2022 al gennaio di quest'anno. La testata RBC ha riferito che Surovikin, 57 anni, rimane nei ranghi delle forze armate ed è semplicemente in attesa di essere «trasferito a nuovo incarico».
Una coincidenza temporale ma nessun elemento certo sembra quindi legarlo al “golpe” di due mesi or sono anche se Prigozhin, sempre molto severo con comandi militari e generali, aveva spesso tessuto le lodi di Surovikin.