Piero Angela, tra divulgazione e scientismo
Piero Angela ha fatto molto per appassionare la gente comune alla scienza, ma la sua concezione innalzava la scienza a criterio assoluto eliminando il "problema Dio". Ben diversamente Giovanni Paolo II spiegava la complementarità di fede e scienza.
La morte del giornalista Piero Angela ha certamente addolorato molti che seguivano i suoi programmi e leggevano i suoi libri. Indubbiamente egli ha fatto molto per la divulgazione scientifica nel nostro paese e di questo gli va dato certamente merito. Quanti si sono avvicinati alla scienza vedendo Quark, programma che in varie forme è andato in onda sulla televisione pubblica fino ai nostri giorni? Credo sia un numero veramente notevole e la tradizione continua in famiglia, visto il successo che hanno programmi simili curati dal figlio, Alberto Angela.
In una intervista al Messaggero, a proposito di Dio si legge: «Oltre all’amore per la scienza in ogni sua forma, cosa pensa invece di Dio? – Non mi sono mai dichiarato né ateo né agnostico né credente. Io la penso come la penso. Sono un uomo di scienza e non mi posso esprimere riguardo a Dio». Questo è nella tradizione dello scientismo, che eleva la scienza a ragione e giudice di tutto e che relega il “problema Dio” in un privato da cui non deve uscire. In una intervista ad Avvenire concedeva: «Ho sempre provato grande rispetto per le persone che hanno trovato una fede e nutro altrettanta ammirazione per uomini come Lio che hanno messo la loro esistenza al servizio degli altri, dei più bisognosi. Ho conosciuto anche molti scienziati credenti in grado di viaggiare su due binari paralleli, capaci di distinguere le traversine scientifiche da quelle del credo religioso». È interessante questa dichiarazione che parla di “binari paralleli” che si suppone non debbano mai incontrarsi.
Eppure nel 1998 Giovanni Paolo II aveva già chiarito che fede e scienza non sono separate: «La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s'innalza verso la contemplazione della verità» (Fides et ratio). Esse non si contraddicono ma si completano. Fare della scienza una religione può essere molto pericoloso, perché essa non è in grado di offrire le risposte ultime che l’uomo cerca. In un testo dell’Università Campus Bio-Medico di Roma si dice che «non solo scienza e fede sono compatibili (anzi come si è visto l’atteggiamento scientifico moderno è in fondo in certa misura debitore della fede) ma anche la fede ha bisogno della scienza e la ricerca. La scienza è un bene per l’uomo credente e per la Chiesa in genere, trascurare questo campo, vuol dire condannarsi al fideismo di una doppia verità o avvicinare la fede alla superstizione». Insomma, l’una ha bisogno dell’altra e in essenza non si contraddicono.
Il figlio di Piero Angela, Alberto, su Twitter ha augurato buon viaggio al padre. È un augurio suggestivo da parte di coloro che fanno professione di scientismo. Per il credente certo si deve raccomandare l’anima del giornalista alla misericordia di Dio, che sa e vede nell’intimo di tutti e il cui giudizio è giusto.