Paolo della Croce e i Passionisti, origini di una congregazione
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Dal ritiro del 23 novembre 1720, dove il giovane Paolo Danei annotò di voler essere «crocifisso con Gesù», al completamento del primo convento passionista 17 anni dopo. Ecco come nacque la Congregazione della Passione di Gesù Cristo.
«Prima di ogni altra cosa vi raccomando assai la carità fraterna. Ecco, fratelli miei dilettissimi, quello che io desidero con tutto l’affetto del povero mio cuore da voi che vi trovate qui presenti come da tutti gli altri che già portano quest’abito di penitenza e lutto in memoria della Passione e morte di Gesù Cristo nostro amabilissimo Redentore, e da tutti quelli che saranno chiamati da Dio a questa povera Congregazione e piccolo gregge di Gesù Cristo». Con queste parole, san Paolo della Croce iniziava il suo testamento spirituale indirizzato ai confratelli della Congregazione della SS. Croce e Passione di N.S. Gesù Cristo (oggi Congregazione della Passione di Gesù Cristo). Il cuore del santo è vissuto, nella sua missione sacerdotale, assieme a quello del Redentore. Ed è proprio un cuore ad essere il simbolo che campeggia, grande, sulla tipica veste nera dei Passionisti. «JESU XPI PASSIO» (Passione di Gesù Cristo), queste poche parole sormontano il grande Cuore di Cristo che, nella sua essenzialità, è segno del mandato di san Paolo della Croce: far memoria delle sofferenze di Gesù crocifisso e promuovere presso i fedeli una vera devozione alla Sua Passione.
Ci sono alcune tappe fondamentali che costituiscono il cammino della congregazione. La prima tappa sicuramente da annoverare è il ritiro spirituale - consigliato dall’allora vescovo di Alessandria, monsignor Francesco Arborio di Gattinara - che avvenne dopo aver esternato allo stesso vescovo il desiderio di fondare un nuovo istituto religioso. Si trattò di quaranta giorni di preghiera, di meditazione nella chiesa dei Santi Carlo e Anna a Castellazzo Bormida, in provincia di Alessandria. Giorni in cui il santo cercò di comprendere la volontà di Dio: in questo silenzio annotò le prime indicazioni spirituali della congregazione che intendeva costituire. San Paolo della Croce, o meglio l’allora Paolo Francesco Danei (questo il suo nome secolare), si ritirò in questo luogo il 22 novembre 1720. Il giorno dopo, il 23 novembre, annotava sul suo Diario: «Feci indegnamente la santa Comunione; non fui né raccolto particolarmente, né distratto. Il resto del giorno fui afflitto interiormente con particolar modo di malinconia, la quale non è come quella che si prova nei travagli del mondo, ma è una certa passione interiore, che è nello spirito e nel cuore, misto con secrete tentazioni, le quali appena si conoscono ed affliggono per questo grandemente l'anima, che uno non sa per così dire se sia di qua o di là, tanto più che non vi è in quel tempo alcun segno sensibile di orazione; so bene che Dio mi fa intendere che purificano l'anima; io so che per misericordia del nostro caro Dio non desidero saper altro, né gustare alcuna consolazione, solo che desidero d’esser crocifisso con Gesù».
La bellezza e la profondità dello scritto di san Paolo della Croce non permette di apportare alcun taglio. Necessario leggerlo tutto intero perché in queste dense righe è possibile ritrovare tutti i caratteri principali della personalità del santo e del carisma della congregazione. Colpisce, più di tutte, la frase: «Io so che per misericordia del nostro caro Dio non desidero saper altro, né gustare alcuna consolazione, solo che desidero d’esser crocifisso con Gesù». Questo sarà il “punto nodale” dell’intera esistenza passionista.
Altro anno cruciale il 1737, quando sul Monte Argentario costituì stabilmente una comunità passionista con il completamento della costruzione (iniziata nel 1733) del primo convento. Lo chiamò “ritiro”: nel nome, già tutto; in quella parola, ritiro, un chiaro riferimento alla solitudine a cui i religiosi sono chiamati per favorire la preghiera e lo studio delle Scritture e della teologia. Cominciò così a delinearsi ancora più dettagliatamente la Regola: oltre a una vita austera di preghiera in conformità al Cristo della Passione, al silenzio e alla penitenza, essa prevede l’impegno nella predicazione al popolo mediante le missioni. Il 15 maggio 1741, altra data importante: papa Benedetto XIV approva la Regola del nuovo istituto religioso. Il mese successivo, l’11 giugno 1741, la professione religiosa pubblica del santo, che diventa Paolo “della Croce”. Nel 1769 la congregazione acquisterà stabilità giuridica grazie all’approvazione definitiva di papa Clemente XIV.
Oltre al ramo maschile, san Paolo della Croce fonderà nel 1771, con la collaborazione della venerabile madre Maria Crocifissa Costantini, il primo monastero di Passioniste, dedite alla vita contemplativa. Da questa prima comunità si svilupparono, grazie all’impegno della marchesa Maria Maddalena Frescobaldi Capponi, le Suore Passioniste di San Paolo della Croce, congregazione consacrata alla missione educativa, con una particolare attenzione alle donne segnate da forme di violenza e di sfruttamento. Era il 1815.
Quella dei Passionisti è una storia ricca e preziosa. Da quel ritiro di Paolo Francesco Danei, nel 1720, nella silenziosa solitudine, tante voci sono nate. Sono voci che cantano la Passione di Cristo al mondo: le parole pronunciate, semplici ed efficaci. Sono quelle del Vangelo di Gesù Cristo.
Agnese Grazi, la “pura discepola” di san Paolo della Croce
La vita della nobile Agnese cambia grazie all’incontro con il fondatore dei Passionisti che trova nell’intera famiglia Grazi un sostegno prezioso per l’ordine nascente. L’epistolario tra i due testimonia un’amicizia che nasce e conduce nell’Amore di Dio, con «il cuore sempre rivolto al Paradiso».