Ong sciolte: la dittatura di Ortega non ammette associazioni cattoliche
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Nell’ultima settimana la situazione in Nicaragua non è per nulla migliorata. La dittatura del Nicaragua ha eliminato un fondo pensionistico per i sacerdoti cattolici. Sono più di 5500 le Ong sciolte con le nuove leggi.
Nell’ultima settimana la situazione in Nicaragua non è per nulla migliorata, anzi prosegue e peggiora senza sosta la repressione contro ogni forma e persona dissidente, dentro e fuori dal paese. La dittatura del Nicaragua ha eliminato un fondo pensionistico per i sacerdoti cattolici in pensione, che aveva già congelato un anno fa, aumentando l'assedio contro la Chiesa nel Paese centroamericano.
È bene ricordare che da questo fondo, una pensione di 300 dollari è destinata ai sacerdoti di 75 anni o più, e di 150 dollari per i sacerdoti di 65 anni o più. Secondo il quotidiano nicaraguense La Prensa, l'Associazione per il “Fondo di Assicurazione Sacerdotale” è una delle 1.500 Ong di cui Ortega aveva cancellato lo status giuridico lo scorso 19 agosto. Lo status giuridico di questa associazione, secondo il suddetto giornale, era stato approvato dall'Assemblea Nazionale nel 2005.
Seguendo lo stesso drammatico copione, il regime ha annullato lo status giuridico della Camera di Commercio Ufficiale Spagnola del Nicaragua e di altre 150 associazioni a fine agosto, organizzazioni senza scopo di lucro, anche se questa volta non ha ordinato il trasferimento di loro beni allo Stato. Tra esse si contano anche la Camera di Commercio Americana del Nicaragua (Amcham), la Federazione delle Camere di Commercio e dell'Industria Europee del Nicaragua, l'Associazione Civile della Camera di Industria e Commercio Nicaraguense-Tedesca, la Camera di Commercio Franco-Nicaraguense, quella spagnola e la Camera dell'Industria e del Commercio Italo-Nicaraguense.
Con la chiusura di queste 151 organizzazioni non governative (Ong), sono circa 5500 le organizzazioni di questo tipo sciolte dopo le proteste popolari scoppiate nell'aprile 2018 nel paese centroamericano. L'Assemblea Nazionale (Parlamento) del Nicaragua, su richiesta dell'Esecutivo, ha riformato anche tre leggi che modificano il funzionamento delle organizzazioni senza scopo di lucro, obbligate ora a formare "alleanze" con le istituzioni statali per eseguire i loro progetti. Nei giorni scorsi poi, Governo Ortega ha chiuso altre 169 Ong, tra cui alcune organizzazioni cattoliche, varie chiese evangeliche e un'associazione musulmana. La chiusura di queste organizzazioni ha portato il totale a 5.664 ONG chiuse dalla dittatura di Daniel Ortega e Rosario Murillo in Nicaragua dal 2018, è stata annunciata attraverso il quotidiano ufficiale La Gaceta, il 29 agosto.
Secondo quanto descritto dal quotidiano Mosaico, lo stesso giorno, delle 169 ONG chiuse, ben 92 sono le Ong religiose cancellate, tra queste anche l'Associazione delle Commissioni di Giustizia e Pace – Diocesi di León, la Chiesa morava, l'Associazione Culturale Islamica Latina, l'Associazione del Ministero Evangelistico del Risveglio della Voce di Dio, l'Associazione San Francisco de Asís, l'Associazione della Chiesa Apostolica Libera, la Chiesa Cristiana Riformata del Nicaragua, l'Associazione Religiosa del Rinnovamento Carismatico di San José Matagalpa e l'Associazione degli Imprenditori Cristiani del Nicaragua.
Con la riforma del codice penale promossa da Daniel Ortega a fine agosto, diviene possibile per il regime perseguire anche all’estero i nicaraguensi che hanno commesso crimini contro la pubblica amministrazione, contro lo Stato o le sue istituzioni, anche per via informatica. Il regime ha cioè impugnato un'arma di repressione transnazionale, attraverso la riforma di 27 dei 568 articoli del codice penale, in cui si stabilisce che le leggi penali del paese saranno applicabili anche ai nicaraguensi o agli stranieri che hanno commesso al di fuori del territorio nazionale anche i reati di riciclaggio di denaro, terrorismo e suo finanziamento, proliferazione delle armi di distruzione di massa e loro finanziamento, criminalità organizzata. Le pene per questi reati vanno dalla privazione della libertà, alla confisca di beni o sanzioni amministrative o, in caso di reclusione per reati gravi, le pene prevedono anche l’ergastolo.
Per il Professor Maradiaga, noto politologo e attivista accademico, questa riforma «è una dichiarazione di guerra contro tutti coloro che sfidano il regime, ovunque si trovino», ancora più severa della legge sull'assenteismo, promossa durante il primo governo sandinista (1979-1990), per la quale si confiscarono le proprietà dei nicaraguensi che non avevano risieduto in Nicaragua per due anni o più. Far peggio dei terroristi sandinisti al potere era difficile ma, per i tiranni Ortega-Murillo, ormai non c’è limite alla repressione e persecuzione per qualunque cittadino, associazione e chiesa. Davanti a questo violento scempio di un intero popolo, vergognosamente le istituzioni mondiali tacciono mentre il Vaticano collabora per l’esilio dei sacerdoti.