Migranti fuori controllo, cresce il "virus d'importazione"
Arrivi di clandestini triplicati rispetto all'anno scorso, ma la nuova emergenza sono gli arrivi di persone infettate da Covid-19. Ridistribuiti in tutta la penisola, in molti fuggono dai centri di accoglienza e spariscono. C'è il rischio di una emergenza sanitaria: protestano comuni e regioni.
I flussi ininterrotti di migranti illegali provenienti anche da paesi in cui l’epidemia di Covid-19 è fuori controllo aumenta i rischi sanitari per l’Italia e rischia di vanificare gli sforzi e i sacrifici imposti dal governo a 60 milioni di italiani nei mesi scorsi.
Da un lato i flussi continuano senza sosta, incoraggiati dalla politica di Roma tesa a quanto sembra a far rifiorire il business dell’accoglienza; col risultato che dall’inizio dell’anno a ieri sono già sbarcati dal Nord Africa in 11.334 (4mila tunisini, quasi 2mila bengalesi, circa 800 ivoriani, più di 500 algerini….) contro i 3.508 dello stesso periodo del 2019.
Flussi provenienti soprattutto dalla Tunisia ma anche da Libia e Algeria a cui si sommano quelli dal confine sloveno, da dove penetrano in Friuli decine di bengalesi, afghani e pakistani ogni giorno.
Dall’altro a destare rabbia e sconcerto è che nonostante gli sforzi per garantire a tutti la quarantena utilizzando navi traghetto riadattate (una in servizio e altre 3 in valutazione) e strutture a terra disseminate in diverse regioni d’Italia, molti migranti fuggono dai centri d’accoglienza facendo perdere le loro tracce.
Giovedì sera sono fuggiti in 30, tutti tunisini, dal centro di accoglienza per richiedenti asilo di Restinco (Brindisi): 9 sono stati agguantati dalle forze dell’ordine ma di altri 21 si sono perse le tracce.
Il Friuli chiede un rafforzamento dei controlli lungo i confini sloveni anche perché se i migranti illegali trovati ogni giorno sono in questo periodo circa una settantina, è certo che molti altri non vengono intercettati dalle forze dell’ordine.
Il 22 luglio l’amministrazione regionale guidata da Massimiliano Fedriga ha firmato lo stato di preallerta sul territorio regionale per fronteggiare l'eccezionale afflusso di clandestini durante lo stato di emergenza da Covid-19. Un provvedimento assunto “in considerazione del fatto che da oltre una settimana il Friuli Venezia Giulia è interessato da un intenso flusso di migranti provenienti da Pakistan, Afghanistan, Bangladesh e Sri Lanka e altri Paesi extra-Schengen”, si legge in una nota.
Il 21 luglio tre presunti minori afghani sono stati denunciati dalla Squadra Volante della Questura di Trieste per essersi allontanati dal centro di accoglienza in cui si trovavano in isolamento fiduciario come prevenzione alla diffusione del coronavirus.
In Basilicata dopo il caso dei 36 migranti illegali accolti nei centri di accoglienza tra Potenza e Irsina (Matera) risultati positivi, il Consiglio regionale ha approvato una risoluzione con cui si chiede “al presidente del Consiglio e al ministro degli Interni di impedire che ulteriori vicende di questo genere abbiano a verificarsi".
I flussi di centinaia di clandestini che ogni giorno giungono a Lampedusa impongono di smistarne una parte anche al Nord. Un centinaio sono destinati a trascorrere la quarantena a Settimo Torinese mentre altri 46 sono destinati a Castello d'Annone (Asti) sollevando le proteste dei partiti di centrodestra e di amministratori locali.
Proteste anche a Roma dopo la notizia dell'arrivo al policlinico militare Celio di Roma di 13 clandestini positivi trasferiti da Amantea, in Calabria.
"Siamo pronti a incatenarci davanti al Celio per far ragionare il governo e le autorità, c'è una situazione a rischio", ha detto Augusto Caratelli, del Comitato difesa Esquilino-Monti, sottolineando che “il dato grave è che queste persone sono state portate in un'area che ha un'alta densità di attività commerciali, turistiche, che è molto vicina al Colosseo. Ci chiediamo perché queste persone positive al Covid sono state portate qui e non in posti più isolati. Non era il luogo adatto, non si gestisce così l'emergenza. Mi chiedo: come reagiranno i turisti che sanno che a due passi dal Colosseo ci sono malati di coronavirus? Se dopo questi 13 ne arrivano altri facciamo un lazzaretto?".
Per il comitato il sindaco Raggi doveva opporsi: "Il sindaco Raggi doveva trattare, anche in qualità di autorità sanitaria, e chiedere che i malati di Covid non fossero ospitati in un'area turistica, già pesantemente colpita dalle conseguenze del coronavirus. Quella è un'area in cui già da tempo segnaliamo situazioni di profondo degrado, oggi c'è il rischio che possa diventare zona rossa e non è accettabile", ha concluso Caratelli.
Il 18 luglio su 20 casi registrati nel Lazio 13 erano “d’importazione”, rappresentati da migranti dal Bangladesh, Iraq e India.
Mentre i dati generali sul coronavirus in Italia sono sempre più incoraggianti il rischio ora è di rovesciarli accogliendo chiunque abbia pagato criminali per entrare illegalmente in Italia (e tra di essi vi sono anche molti avanzi di galera tunisini).
Una politica demenziale non solo pericolosa ma che induce ormai l’opposizione a parlare esplicitamente di una volontà del governo di sfruttare i casi di “virus importato” per prolungare l’emergenza sanitaria.
Al sollievo per il calo costante dei malati e dei morti italiani si aggiungono forti motivi di preoccupazione dovuti principalmente ai casi che arrivano dall'estero e alle fughe dalla quarantena di migranti illegali. Come è accaduto per 25 clandestini fuggiti da Gualdo Cattaneo (Perugia), subito imitati da altri 3 fuggiti dall'ex agriturismo dove erano stati ospitati ad Agrigento, dai 20 scappati dall'hotspot di Taranto e dai 30 scappati da Brindisi.
Sbarchi e fughe incoraggiate dal governo che non chiude porti e confini né applica reali sanzioni a chi viola la quarantena, ma ogni giorno annuncia di voler istituire nuove costose navi quarantena e voler abrogare i decreti sicurezza di Matteo Salvini, già di fatto ampiamente disattesi.
Il problema del “virus importato” dai migranti illegali non riguarda solo l’Italia. La Grecia ha esteso fino al 2 agosto il lockdown dei campi profughi per evitare un peggioramento dell'epidemia di coronavirus, a fronte dei nuovi contagi registrati. L'isolamento era scattato il 21 marzo. La Grecia, con 194 morti per il coronavirus e poche vittime nei centri per i clandestini è stata colpita più lievemente rispetto agli altri paesi europei. Ma la presenza di oltre 32.000 richiedenti asilo nei campi di accoglienza di cinque isole del Mar Egeo ha causato un forte attrito con le comunità locali preoccupate per la stagione turistica.
A Fuerteventura, nell’arcipelago spagnolo delle Canarie, nell’Oceano Atlantico, l’arrivo di 61 migranti illegali provenienti da El Aioun (Marocco) ha destato allarme dopo che 46 sono risultati positivi.