Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
TRADIZIONE RIFIUTATA

L'organo a canne bruciato: simbolo di un dramma diffuso

L'organo bruciato nella cattedrale di Nantes simboleggia il disprezzo della tradizione: sono molti quelli abbandonati nelle chiese e sostituiti da strumenti inappropriati. Eppure, la Sacrosanctum Concilium dice: «Nella Chiesa latina si abbia in grande onore l'organo a canne...il cui suono è in grado...di elevare potentemente gli animi a Dio». 

 

Ecclesia 28_07_2020

Recentemente, l’incendio che ha colpito la cattedrale di Nantes e il danneggiamento del suo organo a canne ha fatto molto parlare giornali e social. La cattedrale è in effetti famosa per i suoi organi storici, gravemente rovinati da un atto scriteriato. Prendendo ispirazione da questo grave fatto, vorrei concentrare la mia attenzione su un altro a questo collegato, anche se in modo indiretto: riguarda lo stato di tantissimi organi a canne nelle nostre chiese, che sono praticamente abbandonati a loro stessi, rendendone l’utilizzo sempre più difficile se non a costo di restauri molto onerosi.

Un organo a canne è una macchina complessa, ed è anche uno strumento che ha costi elevati. Un organo di medie dimensioni può costare cifre molto alte, a livello quasi di un appartamento o di una macchina nuova. Questo perché è uno strumento complesso che richiede grande perizia nella costruzione e materiali specifici. Eppure la Chiesa ha sempre supportato la costruzione di organi a canne proprio per quanto possono contribuire alla celebrazione liturgica. Non dimentichiamo che la costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium al punto 120 dice: “Nella Chiesa latina si abbia in grande onore l'organo a canne, strumento musicale tradizionale, il cui suono è in grado di aggiungere un notevole splendore alle cerimonie della Chiesa, e di elevare potentemente gli animi a Dio e alle cose celesti. Altri strumenti, poi, si possono ammettere nel culto divino, a giudizio e con il consenso della competente autorità ecclesiastica territoriale, a norma degli articoli 22-2, 37 e 40, purché siano adatti all'uso sacro o vi si possano adattare, convengano alla dignità del tempio e favoriscano veramente l'edificazione dei fedeli“. Gli altri strumenti si possono ammettere, non si devono ammettere, come oggi sembra scontato.

Se si fa un giro in molte chiese importanti di Roma, per esempio, si scoprirà che tanti organi sono in stato di semi abbandono, anche perché non c’è l’interesse nel farli suonare, non c’è l’interesse nel coinvolgere dei professionisti organisti o maestri che possano valorizzarli. È come lasciare una Ferrari in garage per anni e anni, alla fine non funziona più. Questa, è una tragedia nella tragedia del declino della liturgia. Parliamoci chiaro, in alcuni casi veramente non ci sono i soldi per i restauri, ché come detto non sono economici. Ma in molti casi c’è semplicemente disinteresse, oppure si cerca di far morire quello con cui non ci si vuole confrontare. E questa è una conseguenza, come ho già detto, dello stato di declino di abbandono della liturgia cattolica. In molti casi si usano gli organi digitali o campionati, che riproducono i suoni dell’organo a canne e che sono certamente molto più economici. Ho affrontato questo problema già in passato riferendomi all’acquisto di un organo campionato per sostituire l’organo a canne, perfettamente funzionante, nella basilica di San Pietro. Quello che voglio dire è che un organo campionato, per quanto certamente preferibile a tanti altri tipi di strumenti, non potrà mai sostituire un organo a canne, che se possibile, va sempre preferito.

Oggi si parla tanto del Concilio Vaticano secondo. Ecco, quello dell’abbandono degli organi a canne, è un altro caso di interpretazione tendenziosa di quello che i documenti hanno veramente detto. Certo, ci sono varie chiese in cui si ha cura per i propri strumenti, e si cerca di investire risorse per mantenerli pienamente funzionanti. Ma oggi questo è divenuto un fatto raro, un fatto che quando accade si palesa come eccezione nella oramai corrotta regola.